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venerdì 27 marzo 2009

Le Nostre Bandiere

Non ci siamo capiti. Questo spazio del blog non tratta di bandiere intese come drappi di stoffa rossonera da sventolare al cielo quando gioca il Fiore. Qui, con "Bandiera", intendiamo quei calciatori che a Fiorenzuola hanno lasciato il segno. Che a distanza di anni sono ancora ricordati dai Fiorenzuolani per le loro gesta, il loro attaccamento alla maglia rossonera (sempre onorata). Calciatori che ci hanno riempito di orgoglio e non dimenticheremo mai.



ROCCO CRIPPA (classe 1967, Milano)



MASSIMO PAVANEL (classe 1967) e STEFANO POMPINI
(classe 1963, Noceto PR)


GIANNI MATTICARI (classe 1966, Narni TN)


DONATO PUGLIESE (classe 1984, Milano)

DENNIS PIVA (classe 1984, Castel San Giovanni PC)


ROBERTO ALBERICI (classe 1972, Castel San Giovanni PC)


MICHELE TAGLIAVINI (classe 1982, Noceto PR)


MASSIMO PERAZZI (classe 1971, Piacenza)


SANDRO MELOTTI (classe 1972, Sorbolo PR)


U.S. FIORENZUOLA 1922 - STAGIONE 2007/09 - PROMOSSO in SERIE D
L'organico: CARNEVALI Luca, DEI FORTI Giuseppe, NEGRI Luca, CRITELLI Lorenzo, FANTINI Davide, PIVA Denis, MARTINI Thomas, DRAGONI Geremia, LAMBRUGHI Marcello, TRAPANI Claudio, CHIAPPAROLI Alessandro, VINCINI Stefano, ARMANI Andrea, MELOTTI Sandro, ORRU' Marco, RANCATI Pietro, BONGIORNI Filippo, VOJKIC Boris, ZANE Kadre, ANACLERIO Vito, NUVOLATI Paolo, FERMI Daniele, FRANCHI Luca, ROSI Luca, VALLA Davide, PALAZZINA Elia Ennio
All. PERAZZI Massimo, All.2^ BUSCONI Luciano, D.s. Marzio Meli, All. port. Paolo Dazioli.
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ALTRI CALCIATORI CHE HANNO LASCIATO UN OTTIMO RICORDO:
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- DANILO BERTELLI (1955 Casalmorano CR) bomber e capitano fine anni 70'-anni 80', 10 stagioni in rossonero.
- CORRADO "Speedy" PORCARI (1956 Fidenza) e MASSIMO PORCARI (1961 Fidenza)
- HUGO DANIEL RUBINI (1969 Buenos Aires, Argentina)
- GIUSEPPE BARONCHELLI (1971 Torbole-Casaglia BS)
- ERMANNO FUMAGALLI (Treviglio BG)
- ANDREA CICERI (1975 Lodi)
- VINCENZO RAMUNDO (1983 Castel San Giovanni PC)
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ROCCO L'UNICO
Rocco Crippa nasce a Milano nel 67’. Lo porta a Fiorenzuola l’allenatore Chierico nel 88’. Cresciuto nelle giovanili del Milan esordisce nel campionato Interregionale lombardo a 18 anni nel Sant’Angelo. Milita nel Fiorenzuola negli anni migliori. In tutto saranno nove anni di cui 3 in Interregionale, 3 in C2 e 3 in C1. Festeggerà 2 promozioni: la prima dai dilettanti alla C2 nel 89-90 e la seconda dalla C2 alla C1 nel 92-93 sotto la guida di mister Veneri. Collezionerà in tutti 263 presenze e 10 reti, senza contare le partite di coppa. Alla domenica, nei suoi primi anni in valdarda (quando Rocco era ancora minorenne), ricordo sempre presente nel parcheggio dello stadio un taxi giallo pronto ad aspettarlo. Presumo che suo padre fosse taxista. Indossa la fascia da capitano nei primi 3 anni di C1 del Fiorenzuola. Dapprima è impiegato come mediano poi con l’avvento in panchina di Giorgio Veneri viene trasformato in difensore centrale. Nel 91-92’ la Reggiana bussa alla porta per averlo. Rocco però è intoccabile, è una “colonna” della squadra di Busatta che ha ambizioni di promozione. In campo è tutta grinta e agonismo. Ottimo il rapporto che instaura con i sostenitori rossoneri. Lo ricordo soprattutto per aver letto del suo bel gesto di Trieste. Era l’anno 92-93’ e il Fiorenzuola matricola terribile sbancò lo stadio Nereo Rocco con un meritato 2-1 in una domenica grigia di autunno. Crippa aprì le marcature e a fine gara, straripante di gioia, fu il primo a correre sotto il settore ospiti per salutare e ringraziare i 15 ultras del Fiorenzuola presenti. Da quella domenica i tifosi esposero sempre lo striscione “Rocco l’unico”. Da ricordare nella stessa stagione la rete del momentaneo vantaggio realizzata allo stadio Bentegodi, contro il Chievo. Dirige con carattere la squadra nelle partite di coppa Italia entrate nella storia. All’Olimpico contro la Roma e in casa contro il Torino. Non gioca la gare contro l’Inter, forse era squalificato. Lui che è milanese, chissà quanto ha sofferto il fatto di non aver giocato quella partita. Diventa punto di riferimento inamovibile della rocciosa difesa che contribuì ad ottenere il magico 3° posto nel campionato di C1 94-95’. Fu l’unico che in campo scoppio in lacrime dopo i rigori dell’amaro spareggio di Bologna per la promozione in B.
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IL BOMBER DI NOCETO
“Pompini ed il gol, due amici inseparabili”
Per l’attaccante nocetano Stefano Pompini l’avventura in rossonero inizia nell’estate del 1989. Prelevato dal Reggiolo dove ha realizzato 15 reti in 31 gare, Stefano sarà uno dei protagonisti assoluti della magica scalata del Fiorenzuola alla promozione in C2. E’ come detto l’anno 1989/90, campionato di Interregionale, girone A. Chi ha buona memoria ricorda sicuramente la mitica coppia del gol Pompini-Pedrazzini con il secondo trasformato all’occorrenza in attaccante da mister Marco Torresani. Pompini in quell’anno mise a segno 12 centri e i tifosi fiorenzuolani dalle gradinate gli riservavano sempre il seguente coro: “E’ lui! E’ lui! E’ il bomber di Noceto!!!”. Quante risate ci siamo fatti leggendo sulle pagine del nostro quotidiano locale il titolo che commemorava una doppietta realizzata da Stefano: “Pompini a raffica. Sammargheritese ko” o sulla Gazzetta dello sport ancora un “Pompini a raffica” ai tempi dell’Ascoli. La prima rete del Fiorenzuola nei professionisti la siglò proprio lui contro il Pergocrema di Veneri, al “Francani” di Salsomaggiore, colpo di testa e palla nel sacco per l’1-0 che valse i primi due punti in classifica. Fantastica la calzamaglia nera che indossava nelle domeniche invernali, quando il terreno era ghiacciato o innevato. Le sue scorribande in area sono rimaste ancora oggi nella memoria dei tanti. Nei tiri dal dischetto era infallibile ed era abilissimo a procurarseli. Nonostante la bassa statura non era male neppure nei colpi di testa. L’attaccante dai capelli neri tagliati a caschetto aveva però un caratterino non facile da gestire. Rimase anche nei primi tre anni della C2 realizzando nella stagione 1990/91 11 reti sotto la guida di Gianni Seghedoni (il grande maestro) e con Massimo Spezia compagno di reparto. Nella stagione successiva arriva la consacrazione con il bottino che sale a 13. Nell’ultima stagione in rossonero ne realizza 9 per un totale di 45 reti (a cui vanno aggiunte le 5 siglate in Coppa Italia) in quattro stagioni. Dopo tante reti a destra e a sinistra ecco arrivare il patatrac. Anno 1992/93, stadio Briamasco, Trento-Fiorenzuola, Pompini reagisce ingenuamente alle continue provocazione dell’esperto marcatore Sanguin. L’arbitro lo caccia dal campo e scattano così 3 turni di squalifica che fanno andare su tutte le furie mister Veneri. Pompini è messo alle strette. Giorgio Veneri decide di far giocar la squadra con una sola punta, da quel maledetto incontro in poi Stefano diventerà la riserva di Giovanni Rossi (14 reti a fine stagione per l’attacante toscano). Alla trentaduesima giornata è comunque decisivo. Insacca la sofferta rete dell’1-0 che stende il modesto Ospitaletto. Bisogna però aspettare la trentaquattresima giornata per festeggiare la promozione in C1. Pompini, nonostante l’annata vissuta in ombra mette a segno 9 gol. La decisione è sofferta ma irrevocabile: a settembre lascia Fiorenzuola e il professionismo opponendosi al desiderio del presidente Villa che lo voleva a tutti i costi confermare. “Sarò eternamente grato a Gianni Seghedoni, mi ha insegnato a pensare da professionista. E’ stato per me un grandissimo maestro, quasi un papà. Avere contribuito a dare la possibilità al Fiore di confrontarsi con Bologna, Como e Triestina è una soddisfazione che non dimenticherò mai. Fiorenzuola mi ha dato tanto, spero di aver ricambiato. La volontà e l’impegno da parte mia non sono mai mancati. Indossare la maglia del Fiorenzuola per me è stato un onore” questo è il bel messaggio di congedo della punta nocetana, rivolto a società, compagni di squadra e tifosi. Non è un bluff. Stefano ricomincia veramente tutto da capo sposando l’allettante proposta economica della Casalese (quattro anni di contratto), compagine cremonese neopromossa nel campionato di Interregionale in cui militano Silvano Mazzi e Giuseppe Ravasi, suoi ex compagni. I dirigenti lombardi fanno firmare un contratto opulento al trentenne Pompini. L’attaccante ricambia il tutto realizzando 17 reti. La società di Casalmaggiore ringrazia perché le reti di Stefano hanno contribuito al raggiungimento di una tranquilla salvezza. In C2 ci va il Brescello di Gian Marco Remondina e mister D’Astoli. Il capocannoniere del girone C è ricercato da tutti (Pompini capocannoniere con alle spalle in classifica marcatori l’ex compagno dei tempi del Fiorenzuola Massimo Spezia ora al Sassuolo e Silvio Della Giovanna del Fanfulla). Alla fine la spunta il Brescello. Anche nel paese di Don Camillo e Peppone, Pompini realizza scaterbe di gol conquistando la promozione in serie C1. Nella stagione 1996/97 passa addirittura all’Ascoli del tecnico Francesco Scorsa e degli ex rossoneri Manuel Milana, Manolo Manoni e William Viali, campionato di C1 girone B. Dopo la positiva avventura in terra marchigiana (11 reti) si accasa al Rimini di Arnaldo Franzini, Andrea Tedeschi e Maurizio Neri, per poi terminare la carriera dove è iniziata: a Colorno. Appese le scarpette da bomber al chiodo Stefano non riesce a stare lontano dal pallone e decide di intraprende la carriera da allenatore. E’ allora ancora il Fiorenzuola del presidente e amico Antonio Villa a proporgli una allettante esperienza da allenatore sulla panchina degli allievi nazionali. L’ex attaccante accetta di buon grado, guidando i ragazzi in un buon campionato. Alle lusinghe del settore giovanile del Modena, Pompini non riesce a dire di no. Lascia ancora la città sull’Arda stabilendosi nella società gialloblu per 4 anni. Nel 2004/05 il ritorno in Valdarda, ma stavolta sulla panchina della prima squadra. O meglio in panchina ci sta Bonioli ma le decisioni le prende Pompini. La situazione è critica c’è una squadra all’ultimo posto da salvare. Mancano poche giornate, la reazione dei ragazzi di Pompini c’è ma non basta. Il Fiorenzuola retrocede in Eccellenza. Oggi l’ex bomber rossonera è il tecnico del Colorno, campionato di Promozione. Il figlio Simone, mascotte rossonera nella magica stagione 1992/93, ha affrontato il Fiorenzuola negli ultimi due anni. Come il padre, Simone è attaccante e veste la maglia dei Crociati. Per concludere vale la pena di ricordare una cosa. Pompini si è guadagnato la serie C a 27 anni. Troppo tardi per un attaccante che ha sempre realizzato valanghe di gol. A Fiorenzuola lascia ancora oggi tanti amici e buoni ricordi.Concedetemi allora di alzare per l’ultima volta con voi questo coro: “E’ lui! E’ lui! E’ il bomber di Noceto!!!”
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PA!-PA!-PAVANEL!!! PA!-PA!-PAVANEL!!!
Massimo Pavanel è chiamato a vestire la maglia rossonera nel 1991-92, campionato di serie C2 girone A. Se lo era portato dietro da Ravenna il tecnico veneto Pier Luigi Busatta. Una grande occasione Pavanel l’aveva avuta nell’estate del 1990, quando la dirigenza del Piacenza aveva bussato timidamente alla porta della Centese per portarlo all’ombra del Gotico. Alla fine Pavanel non seguì il suo allenatore Gigi Cagni chiamato ad allenare il Piacenza in C1, si accasò in Romagna alla corte di patron Corvetta. A Ravenna Massimo colleziona solo 18 presenze. In Valdarda c’è il riscatto. Due ottime stagioni culminate con la storica promozione dei rossoneri in C1. 57 presenze e 4 reti in campionato. Centrocampista incontrista tutta grinta, gladiatore instancabile nonostante i problemi alla schiena. Ottimi i rapporti con i compagni e con la tifoserie. Osannato dagli Ultrà Fiore con il ritmico coro: “Pa!-Pa!-Pavanel!!! Pa!-Pa!-Pavanel!!!”. A fine stagione l’ennesima delusione. Pavanel non rientra più nei piani del Fiorenzuola, non viene confermato. La C1 per il forte centrocampista di Portogruaro rimane un sogno. Rifiuta l’offerta del Saronno e per rimanere in C2 scende al Sud a Monopoli. In maglia biancoverde ottiene un quinto posto in classifica in un finale burrascoso che vede il Monopoli del celebre presidente Pasquale Bellomo* (ve lo ricordate in “Mai dire goal!”???) escluso per inadempienze finanziarie al campionato di C2 anno 1994/95. In quel Monopoli di mister Gabriele Geretto militavano Andrea Polmonari e il bomber De Carolis. Nell’estate del 1994 arriva a Trieste, città che lo ha ospitato per tre stagioni (83 presenze, 6 reti) e alla quale rimarrà sempre legato, creando una lunga lista di tifosi affezionati. E’ l’annata 1994/95 e il capitano Pavanel festeggia con gli alabardati il ritorno in C2 della gloriosa Triestina. Anni duri, anni difficili. “Il mio rapporto con mister Berruato non era buono. In ritiro, si mangiava in una foresteria ma si era tutti felici. Fantastico il rapporto di amicizia con i compagni di squadra, specialmente con Polmonari e Zocchi. Nella mente rimarrà sempre il ricordo della mia rete dell’1-0 rifilata alla Carlos Dunga al Livorno nell’anno 1996”. Nel 1997/98, all’età di trent’anni arriva finalmente la C1. Ma la geografia con i suoi punti cardinali è inevitabilmente stravolta per l’ennesima volta. Pavanel fa la borsa e scende di nuovo al Sud, stavolta non in Puglia ma in Campania a Torre Annunziata. L’avventura nelle file coralline (dove giocano fra l’altro il portiere Belardi, Grava e l’attaccante Omar Nordi oggi al Fidenza) finisce male. La Turris di Gabiele Geretto (già tecnico di Massimo ai tempi di Monopoli) retrocede in C2 al termine dei play-out. Nell’estate del 1998, Pavanel torna al Nord, nel suo Veneto. Con la casacca del Mestre di mister D’Alessi ottiene una tranquilla salvezza in C2 giocando al fianco dell’ex rossonero Walter Antonello, di Birtig compagno di squadra ai tempi della Triestina, e il figlio d’arte Graziani. Nel 1999/00 inizia nel Padova di De Zerbi, Della Giovanna, Gasparetto, Rosa e degli ex rossoneri Colombo, Tacchi e Trotta per poi concludere la stagione nel Mantova, sempre in C2, insieme al fantasista Federico Lunardon. Nel luglio 2001 saluta definitivamente il calcio professionistico approdando a Gradisca all’Itala San Marco. Con questa squadra ritornerà dopo due stagioni, ma in veste di allenatore, anche se la sua permanenza sarà breve, in quanto deciderà di dimettersi dopo un paio di mesi a causa delle esigenze particolari della società biancoblù. La sua prima apparizione in qualità di tecnico avviene, comunque, nel 2004 in serie D con la Sanvitese, ottenendo la salvezza al termine di un campionato altalenante e dalle mille sfaccettature. Quest’anno il “Kaiser” (o il “Pava”) ha allenato il Monfalcone in Eccellenza. Ha riportato i tifosi azzurri numerosi al Comunale facendo assaporare gusto della serie D sfiorata ai play-off. Da allora tanta acqua è passata sotto i ponti ma nonostante tutto Fiorenzuola non ti ha dimenticato! “Pa-Pa-Pavanel!!!! Pa-Pa-Pavanel!!! Pa-Pa-Pavanel!!!”.
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ORAZIO MILLESI
Prodotto del settore giovanile del Monza, esordisce a soli 17 anni in prima squadra. E’ la stagione 1994/95, campionato di serie C1 e il promettente attaccante di origini catanesi si toglie la soddisfazione di vestire la maglia da titolare nella semifinale dei play-off proprio contro la sua futura squadra: il Fiorenzuola del presidente Antonio Villa.La scalata alla serie B della società brianzola si arresta proprio contro i rossoneri e nella stagione successiva Orazio viene mandato a farsi le ossa in C2, alla Solbiatese. Nell’estate del 1996 torna alla base ma a metà stagione viene utilizzato come merce di scambio per ottenere dal Fiorenzuola il forte centrocampista Omar Milanetto che in Valdarda sta deludendo. Millesi e tanto denaro arrivano al Fiorenzuola, mentre al Monza di Giorgio Rumignani sbarca Milanetto. E’ l’anno 1996/97 e al Fiorenzuola ultimo in classifica è in atto una totale rivoluzione. 14^ giornata di campionato, stadio “Artemio Franchi” di Siena, Orazio fa il suo esordio con la maglia rossonera entrando nella ripresa. Il ragazzo si muove bene e a pochi minuti dal termine realizza con grande freddezza il gol del 2-1 per la squadra di Cavasin su calcio di rigore. Da qui in poi Orazio vivrà una stagione da protagonista giocando tutte le partite (in totale 20) e segnando 6 reti. Il Fiorenzuola di Alberto Cavasin (subentrato a Luigi Capuzzo) ottiene la salvezza e Millesi a soli 20 anni diventa l’uomo-mercato. Lo vuole la Cremonese, la Reggiana e il Genoa ma il presidente del Fiorenzuola fa i salti mortali per trattenerlo. Rimane a Fiorenzuola per fare coppia con un altro promettente giovane: Luca Toni. Le cose però non vanno bene, i due ragazzi compagni di attacco anche nella Nazionale di serie C under 20 allenata da Boninsegna deludono. Il Fiorenzuola retrocede e Orazio (29 presenze e 4 reti) viene ceduto al Chieti in serie C2. Le cose non vanno bene neppure in Abruzzo. Millesi A dicembre torna al Nord per vestire la maglia della Biellese sempre in C2. Nella stagione 1999/00 scende addirittura nei dilettanti. Contattato dalla ambiziosa dirigenza del Fidenza, Orazio si convince ad accasarsi in riva allo Stirone. La stagione è positiva, in coppia con Rastelli e Aleksic, Millesi mostra numeri e qualità da categoria superiore. Nella stagione 2000/01 lascia il Fidenza di Natalino Gottardo per trasferirsi alla Sanremese sempre nel campionato nazionale dilettanti. In Liguria dove gli fa da riserva il promettente Stamilla futuro calciatore del Piacenza in serie B colleziona un bottino di 16 reti. La Sangiovannese (serie C2) di Leo Acori (oggi allenatore del Rimini, in seie B) decide di scommettere su di lui. Orazio ripaga la fiducia del club toscano disputanto un ottimo campionato (9 reti in campionato al fianco di Ciccio Baiano). Viene confermato in toscana anche per l’annata 2002/03, stagione che rappresenta l’ultima apparizione fra i professionisti per l’attaccante catanese. Negli anni successivi si stabilisce in serie D. Prima a Cuneo due stagioni da protagonista con 21 reti poi ad Alessandria. Con la gloriosa maglia grigia ha sfiorato la promozione in serie C nell’anno 2005/06 (13 reti). Nell’ultima stagione sempre nelle file della società dell’Orso grigio il trentenne Millesi ha fatto molta panchina realizzando comunque 6 reti.
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GIANNONE MATTICARI
Nasce a Narni in provincia di Terni nel 1966. Arriva nella città sull’Arda a novembre, nel mercato di riparazione della stagione 1996/97. La squadra affidata a Cavasin dopo l’esonero di Luigi Capuzzo è ultima in classifica nel difficile girone A della C1. Per curare l’attacco anemico la società fa arrivare dalla Fermana (squadra marchigiana che milita nel girone B della C1) l’attaccante umbro. Il neoacquisto ha sguardo da duro, capelli lunghi biondi, fisico possente e un curriculum calcistico di tutto rispetto. Ha militato fra le altre nel Barletta e nella Salernitana. Alla fine del campionato il suo bottino realizzativo è di una rete ma nonostante ciò è risultato determinante per la salvezza-miracolo del Fiorenzuola. Esordisce nella partita interna contro la Pistoiese. Apre varchi e serve assist ai compagni lanciati a rete. Quando si dove difendere si sacrifica senza tante storie e diventa il libero aggiunto della squadra. Abituato agli scontri infuocati dei campi del Sud, trasmette in campo ai compagni tutta la sua astuzia e la sua caparbietà. I contrasti di gioco più duri sono pane per i suoi denti. Nello spogliatoio e fuori è un leeder. La sua figura è veramente molto bizzarra. Lo ricordo scorrazzare in Golf grigia sulla via Emilia e per le vie del paese sempre con entrambi i finestrini completamente abbassati e la sigaretta in mano. A notte fonda lo potevi incontrare nei bar ancora aperti di Fiorenzuola. Nei pomeriggi miti di aprile si allena con addosso 3 maglie e l’impermeabile per eliminare i chili di troppo. Mai puntuale all’orario di partenza del pulman della squadra, si è fatto più di una volte la trasferta con la sua auto. C’è chi sostiene che negli spogliatoi prima delle partite si spalmasse sui gomiti una particolare pomata che al contatto provocava irritazioni sulla pelle del suo diretto marcatore. Ad Alessandria sottopose all’esperto difensore di casa Lizzani ogni sorta di angheria. Riuscì a farlo espellere ad un quarto d’ora dalla fine e grazie alla superiorità numerica vincemmo 1-0 per la quinta vittoria consecutiva di campionato. Alla fine però rischiò il linciaggio da parte degli inferociti ultras locali. Dovette lasciare lo stadio Moccagatta di nascosto, su una vettura dei carabinieri. Nella stagione successiva non fu confermato. Sarà un caso ma il Fiorenzuola l’hanno dopo retrocesse in C2. La società rossonera disse che fece di tutto per trattenerlo ma lui preferì trasferirsi vicino a casa. Forse stufo della tranquillità della piazza piacentina, si accasò al Sud, nella Juve Stabia, compagine campana dell’interland napoletano. Un paio di anni dopo, in città girava voce che Gianni era stato aggredito fuori da casa sua. Alcuni tifosi-contestatori della sua squadra (la Sambenedettese) lo avevano atteso al suo rientro. Dopo pochi attimi la situazione si risolse con i tifosi in fuga a gambe levate. Oggi all’età di 40 anni non ha ancora appeso le scarpe al chiodo. Gioca nel Real Avigliano in prima categoria umbra.
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GIUSEPPE BARONCHELLI
Voluto fortemente da mister Cavasin per rinforzare il reparto arretrato, venne prelevato dal Brescia per una cifra che si aggirava sui 200milioni di vecchie lire. Inizialmente la condizione atletica del possente difensore non era granchè. In Lombardia è rimasto fermo quattro mesi perché messo fuori rosa su precisa richiesta dei tifosi, episodio che aveva suscitato la giusta indignazione di tutti i quotidiani nazionali. Il 6 dicembre 1996 dopo l’incontro di serie A Brescia-Parma, il giocatore ebbe un violento scontro con gli ultras bresciani in pieno centro. Volarono insulti, pugni e schiaffi. Giuseppe li denunciò e da quel momento subì ogni sorta d’ angheria. Sino all’epilogo sconcertante: o lui o noi dissero gli ultras al presidente Corioni. In Valdarda divenne ben presto uomo-squadra. Con lui in campo, gli attaccanti avversari passavano domeniche grame. Beppe era anche un ottimo colpitore di testa. Alla fine della stagione conquistò con i compagni una salvezza che aveva dell’incredibile. Fiorenzuola lo ripagò trasformandosi in un secondo trampolino di lancio. Infatti, nell’anno successivo fu lasciato libero di accasarsi a Lecce, in serie A (non prima del versamento dell’opulenta contropartita in denaro dei dirigenti salentini nelle casse rossonere). Si presentò comunque a Fiorenzuola nel giorno del ritiro, nell’estate del 1997, per salutare di cuore compagni di squadra, staff tecnico e tifosi.
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CICERONE
Andrea Ciceri nasce a Lodi il 20 giugno 1976. Esordisce con la maglia del Fanfulla nella stagione 1992-93 a diciassette anni, nel campionato nazionale dilettanti. Viene notato dagli osservatori della Lazio che decidono nell’anno successivo di portarlo a Roma per vestire i colori biancoceleste della squadra primavera. La grande occasione non viene sfruttata e nell’estate del 1994 Andrea torna nella sua Lodi. Matura la sua esperienza calcistica disputando sei anni di interregionale da mediano titolare nel Fanfulla, gioca anche per una stagione nel Pavia. Nell’estate del 2001 si presenta come calciatore in prova nel Fiorenzuola di mister Querin. Ciceri ha un fisico possente, buoni piedi e confidenza con il gol, è però un esordiente, non ha mai giocato in serie C. Nel giro di qualche mese viene aggregato alla rosa titolare che con fatica sta cercando di evitare la retrocessione diretta conquistandosi un posto nei play-out. Il biondo centrocampista lodigiano lotta come un leone e dopo vari spezzoni diventa titolare, collezionando 19 presenze e realizzando due reti (nelle gare interne contro Brescello e Gubbio). Il campionato termina con l’annunciata retrocessione in serie D del Fiorenzuola. La società sull’orlo del baratro cerca un nuovo presidente e calciatori esperti che possano dare il loro contributo a salvare la squadra dalla retrocessione in Eccellenza. Ciceri inseguito dalla Cremonese cede alle promesse dei dirigenti rossoneri e firma la sua conferma in Valdarda. Il campionato è difficile e a “Cicerone” viene consegnata (grazie al voto unanimità dello spogliatoio) la fascia di capitano. Grazie all’importante ingresso in società dell’imprenditore Faggioli (attuale vicepresidente) arrivano i primi rinforzi come manna dal cielo: l’attaccante Fabio Centofanti dallo Jesi e il trequartista Sandro Melotti dal Gubbio. Con Sandro l’intesa è da subito eccezionale e i due andranno a comporre la miglior coppia di centrocampo del girone. Nel girone di ritorno la squadra di mister Galli recupera punti su punti e nello spareggio-salvezza contro la Bergamasca conquista la salvezza. Ciceri diventa colonna del Fiorenzuola anche nella stagione successiva. Memorabile la prestazione di Andrea nella partita interna contro il Voghera di Franzini, Rastelli e Guglieri. Segna di testa la rete del pareggio fra gli insulti vibranti degli ultras ospiti che se lo ricordano negli anni in cui militava a Pavia e a Lodi. Il biondo centrocampista lodigiano ha dimostrato in Valdarda carattere e temperamento. A Fiorenzuola è stato un vero leader in campo sia fuori quando nelle cene di squadra al podere Covatorta teneva banco con le sue battute.
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DAI TAGLIA! FACCI LO SCORPIONE
Michele Tagliavini è un terzino destro classe 1982, nato a Parma. Dopo la trafila nelle giovanili del Parma viene mandato in C2 alla Sangiovannese, ambiziosa realtà del calcio toscano, per fare esperienza. Un brutto infortunio lo tiene al palo, alla fine collezionerà nei professionisti non più di dieci presenze. Nella tribolata estate del 2002 si aggrega al Fiorenzuola appena retrocesso in serie D. L’ambiente è demoralizzato e segnato da un continuo via vai di calciatori in prova. La società, che ha pochi soldi da investire, ricerca in continuazione giovani della zona per ampliare l’esigua rosa. Il terzino di Noceto dimostra subito ottime potenzialità e nonostante la giovane età ha personalità e carattere da vendere. Nell’undici di mister Luigi Galli, Michele è un punto fermo inamovibile, autentico guerriero della corsia di destra molto attivo anche in fase offensiva. Nella sua prima esperienza in Valdarda contribuirà non di poco alla salvezza-miracolo collezionando in tutto 31 presenze. Si toglie pure la soddisfazione di realizzare il gol che apre le marcature nello spareggio salvezza vinto contro la Bergamasca per 3-2. Rimane nella città delle tre rose per altre tre stagioni. Nell’ultimo campionato in serie D (2004-05) gli viene messa al braccio la fascia di capitano. Gioca con grinta e caparbietà ma un brutto infortunio gli fa chiudere il campionato anzitempo. Nella stagione 2005-06 si riparte dall’Eccellenza e il Taglia decide di non abbandonare il Fiorenzuola. Michele gioca a sprazzi nella seconda parte del campionato vuoi per i tempi lunghi del recupero dall’infortunio vuoi per l’esplosione inaspettata del giovane terzino Davide Fantini. Nel derby di ritorno con il Fidenza regala ai sostenitori una prestazione “tutto cuore”. Nelle ultime gare quando il Fiorenzuola era praticamente fuori dalla corsa promozione è fra i pochi che in campo si dannano ancora l’anima. A giugno dell’anno 2006 arriva la brutta notizia. A malincuore la società del presidente Pinalli non gli rinnova il contratto. In riva all’Arda è ricordato per i suoi quattro anni da beniamino, legato alla maglia e in certe circostanze molto esuberante come quando per sbrogliare la matassa in una rischiosa fase difensiva si disimpegnò in piena area di rigore inventandosi “lo scorpione” (gesto atletico da attaccante) fra l’apprensione e i successivi applausi dei tifosi fiorenzuolani. Oggi è tornato nella sua Noceto per vestire i panni di capitano dei Crociati e di idolo indiscusso della tifoseria gialloblù. Domenica gli applausi dagli spalti non mancheranno per salutarti. Ciao Taglia!
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ALBE GOL
Già nell’estate del 2002 era ad un passo dal vestire la maglia rossonera nel campionato di serie D. Le lusinghe dell’allora direttore sportivo Riccardo Francani non bastarono a fargli lasciare Pontenure. Il suo arrivo in valdarda venne posticipato di tre anni. “Sono davvero felice di essere approdato al Fiorenzuola, si trattata della seconda squadra più importante della provincia. Una società con un passato importante …Personalmente ho una gran voglia di rimettermi in discussione, di ripartire da zero e di trovare nuovi stimoli”. Con queste parole l’attaccante trentatreenne Roberto Alberici si presentò ai tifosi valdardesi nei primi giorni di giugno dell’anno 2005. Il suo biglietto da visita parla chiaro: tanta esperienza maturata nei campionati dilettantistici di Eccellenza e Promozione e tante reti realizzate anno dopo anno sempre in doppia cifra. Arriva dalla Pontenurese di mister Serioli dove ha chiuso un ciclo durato cinque anni e dove ha segnato a raffica. L’attaccante dai capelli lunghi e la corporatura robusta è considerato tra i migliori cannonieri del panorama dilettantistico piacentino. A FIORENZUOLA diventa subito leader e uomo-spogliatoio. Guida l’attacco rossonero con l’esperienza e l’impegno di un veterano. Realizza reti pesanti e si sacrifica quando è necessario. Il suo attaccamento alla maglia è straordinario e questo gli permetterà di diventare un idolo indiscusso della tifoseria. Il rapporto con gli Ultras, infatti è splendido, sembra che fra loro e l’attaccante di Castel San Giovanni ci si conosca da una vita. Quando mette la palla in rete, l’esultanza del bomber è sempre rivolta ai tifosi più caldi che lo ripagano con cori di affetto rumorosi e prolungati. Anche fuori dell’ambito sportivo il rapporto è splendido. Lo potevi incontrare nei venerdì sera ed era sempre pronto, con simpatia, a spendere quattro chiacchiere con te. Ci ha fatto letteralmente impazzire nella partita interna con l’Atletico Pico e nella trasferta di Carpi. Nella prima, in una serata di novembre, ha combattuto fino alla fine come un condottiero instancabile nonostante una profonda ferita allo zigomo. Ha realizzato la rete del pareggio e al 93’ il goal-vittoria per il tripudio di uno stadio intero. Un unico grande rammarico: una sola stagione con addosso la maglia numero undici rossonera. Troppo breve la parentesi di Roberto a Fiorenzuola.Non dimenticheremo mai le tue corse a perdifiato sotto la gradinata per regalarci esultanze sfrenate, e noi tutti con il cuore in gola ad aggrapparci alla rete per festeggiare con te. Grande Albe!
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TUTTI PAZZI PER PERAZZI
Piacentino doc, ha iniziato ad allenare giovanissimo (a vent’anni) sulle panchine delle giovanili della Travese, del San Lazzaro, della Pontenurese. E’ attualmente impegnato sulla panchina dei Giovanissimi del Piacenza. Nella vita professionale pratica l’attività di avvocato. Nell’estate 2005, dopo un anno da protagonista con gli allievi del FIORENZUOLA, viene promosso dal presidente Pinalli alla guida della prima squadra. Con i ragazzini rossoneri ha ottenuto un ottimo secondo posto dietro al Piacenza e davanti alle società professionistiche del Bologna, del Parma, della Spal e del Modena. Di lui si dice un gran bene, però c’è scetticismo fra i tifosi. Il FIORENZUOLA si appresta ad affrontare per la prima volta il difficile campionato di Eccellenza dopo una disastrosa retrocessione. Perazzi che ha soli trentaquatto anni è alla sua prima esperienza sulla panchina di una prima squadra. Il compito è arduo visto che FIORENZUOLA è una piazza ambiziosa con trascorsi recenti nei professionisti.La società rossonera gli mette a disposizione un buon organico composto da giocatori navigati come Melotti, Castagna, Alberici, e giovani promettenti. L’impegno profuso e la dedizione vengono premiati subito con una partenza sprint della squadra che gioca un calcio semplice ma spettacolare, ottiene risultati e fa divertire il pubblico che torna numeroso dopo tanti anni al Comunale. Riesce in breve tempo a creare uno spogliatoio unito. In panchina è tutta grinta. Sprona e dirige la squadra con fervore.Con gli Ultras è subito feeling. Di lui piace soprattutto la schiettezza, lo spirito combattivo, l’umiltà, l’apertura al dialogo e all’autocritica. E’ sempre pronto a rispondere con un saluto ai cori degli Ultras, in qualsiasi istante della partita. Sono svariati e innumerevoli i bei momenti che ci ha regalato. Elenco qui di seguito alcuni di quelli che mi hanno personalmente più colpito. Nelle interviste del dopo gara del derby di Fidenza, prima di parlare della partita ringraziò di cuore, con un lungo prologo, tutti i tifosi fiorenzuolani per il loro apporto caloroso. Ricordo con piacere anche l’episodio della gara interna contro i CrociatiParma. A fine gara il tecnico organizzò con i giocatori un lancio di magliette con scritta: “Grazie Ragazzi” ai tifosi, per essere ancora una volta riconoscente per il grande sostegno offerto nella trasferta di Fidenza. Un gesto semplice che però fece rimanere a bocca aperta e toccò il cuore dei numerosi presenti. Una cosa così a Fiorenzuola non era mai successa. A Soliera dopo una clamorosa occasione da gol fallita da un suo attaccante se la prese con una panca di legno sollevandola e scagliandola a tutta forza verso gli Ultras posti in tribuna proprio dietro la panchina. Non dimentichiamo poi le sue numerose serate passate alla CroceBianca o in pizzeria in compagnia di squadra e tifosi in un clima di amicizia e spensieratezza. Grazie di tutto Mister!

3 commenti:

  1. vi avro sempre nel mio cuore,gianni matticari

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  2. grande GIANNI! che ricordi di te..!
    raccontaci qualche tuo ricordo vissuto da noi !

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