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domenica 7 marzo 2010

ULTRAS FIORENZUOLA 1990


Una delle tifoserie meno numerose e più sparu
te d'Italia si racconta
ULTRAS FIORENZUOLA
STORIA DEL PICCOLO TIFO ORGANIZZATO FIORENZUOLANO

PREAMBOLO. In tanti sostengono con convinzione che la tifoseria della squadra di calcio del paese è l’espressione della città e del suo spirito, delle sue tradizioni, del carattere dei suoi abitanti. Un vecchio adesivo a forma di cuore, realizzato negli anni 90’ dagli ULTRA’ FIORE recitava: “Fiorenzuola, una città, una squadra, un amore!” Fiorenzuola d’Arda piccolo centro del Nord Italia dislocato in provincia di Piacenza. Conta appena 14.000 anime ha il privilegio di avere un gruppo ultras che segue ovunque la squadra di calcio, con tutti i suoi tanti pro e i suoi pochi contro. Il merito della nascita di questo fenomeno diventato poi tradizione portata avanti nel corso degli anni è da attribuire senza ombra di dubbio ai gradi successi ottenuti dalla gloriosa Unione Sportiva Fiorenzuola Calcio 1922, nella metà degli anni 90’ con una promozione in serie B mancata per un soffio nella stagione 1994/95. Oltre agli ultras, la città ha un altro vanto. Ha un’antica maschera: la Zobia. Una maschera “povera”, ma goliardica e spiritosa; spesso e volentieri dispettosa che vive di satira e ama prendersi gioco del prossimo. Noi Fiorenzuolani siamo fatti così come la nostra maschera. Prendeteci come siamo. Terminata questa premessa cerimoniosa vi racconto come stanno i fatti, partendo dagli albori, ovvero i lontani anni 80’.
GLI ALBORI. Lo striscione ULTRA’ FIORE, nato da un lenzuolo bianco verniciato di rosso e nero, a spruzzo, con un compressore fa la sua prima comparsa nella stagione 1984/85, campionato Interregionale (l’attuale serie D). Si rammenta nella domenica dell’11 novembre 1984, in occasione di quel Fiorenzuola-Sant’Angelo 5-3 tanto decantato. Lo striscione è presente anche la domenica successiva nella trasferta di Orzinuovi (BS). Il Fiorenzuola capolista andava a fare visita all’inseguitrice Orceana con oltre 500 fiorenzuolani al seguito. Un vero e proprio esodo per una piazza piccola come la nostra; un esodo che è ricordato ancora oggi con orgoglio dai tifosi più "anziani". Il gruppo purtroppo svanisce sul nascere e non si sa bene il perchè. Nell'annata 1985-86 con l'ambizioso Fiore sempre in Interregionale, una cerchia di ragazzi che si ritrovavano al Bar Snack decide di dare vita al Fiore Club Snack Drink, con addirittura richiesta di permessi alla Pretura causa le diatribe che tenevano banco con il gruppo dei tifosi comodi, il club Fedelissimi. Viene realizzato lo striscione Forever Ultras, seconda pezza del gruppo, che ricomparirà poi negli anni '90. In quegli anni, oltre alle sfide con Sant’Angelo e Orceana si ricordano gli accesissimi derby con i cugini del Fidenza. A dire il vero, le prime avvisaglie di tifo organizzato in Valdarda risalgono agli anni dei campionati di Promozione, fra la fine degli anni 70’ e gli inizi degli anni 80’ con spalti animati soprattutto nelle gare di cartello dai gerassari, i tifosi più caldi, i Fiorenzuolani “del sasso” (per l'appunto gli abitanti del quartiere Gerassa) armati di bandiere, drappi rossoneri, tamburi artigianali, ecc. ecc. E poi, agli inizi degli anni '80 con il primordiale gruppo organizzato: le Rotschwarzen Brigaden (brigate rossonere in lingua tedesca ..stile cesenate) che si distinsero soprattutto nei vittoriosi spareggi Promozione di Pandino (1982/83). Lo striscione RB in tela nera con scritta rossa ricomparirà anche successivamente negli anni '90. Bisogna attendere però l’anno 1990 per veder nascere il primo vero gruppo ultras al seguito dell’U.s. Fiorenzuola Calcio 1922. E più precisamente in occasione della trasferta di Albenga, sul finire della trionfale stagione 1989/90 che vedrà il Fiorenzuola promosso per la prima volta nella sua storia in serie C2. Nella settimana che precede la gara, una cricca di baldi ventenni che si ritrovavano solitamente da Walter, al Bar Stazione, decide di dare una svolta: costituire e organizzare il primo vero gruppo ultras a Fiorenzuola. Piccola parentesi sul luogo di ritrovo di questi ragazzi, il Bar Stazione. All’epoca il piccolo locale rimaneva aperto anche di sera ed era frequentato da molte compagnie di vitelloni e tiratardi. A Carnevale, per la Zobia, il bar allestiva il carro e nel torneo del Solleone aveva sempre una squadra fra le favorite alla vittoria finale. “I giovani del Fiore” da quella trasferta in Liguria in poi, iniziano a seguire la squadra del loro paese dovunque giochi. In casa: al centro della gradinata, con il loro tamburo, in un manipolo di 20/30 ragazzi; lontano dal Comunale: in una quindicina presenti ovunque ad eccezione delle lunghe e dispendiose trasferta in Sardegna (Tempio Pausania, Olbia e Sassari).
GLI ANNI DELLA SERIE C. Siamo agli inizi degli anni 90’, la città conta appena 13.000 abitanti e nel raggio di cinquanta chilometri si possono assistere alle gare di serie A del Milan, dell'Inter, del Piacenza, e del Parma; convincere altri ragazzi a venire allo stadio del paese non è affatto facile. Il gruppo comunque non sfigura. Ha un repertorio di cori che spazia dal classico alla tequila del Cece, alla Scandita di Ennio, ecc. Questi ragazzi alla prima esperienza hanno il merito di non darsi una connotazione politica in anni dove fede calcistica, passione per la curva e militanza politica erano in stretta connessione. Sono gli anni delle lire, e si va allo stadio con addosso il bomberino e gli anfibi. Non c'è internert e non ci sono ancora i telefonini. Il pullman delle trasferte parte dal Bar Ponte (prima ancora nel vicino Bar Cigala), sede storica del Club “I Fedelissimi” (nato nel 1979). Club non ultras, con il quale vengono organizzati i viaggi anche se i rapporti non sono dei migliori. Nonostante tutto si riescono a trovare punti di accordo grazie alla presenza nel club di Renato, grande tifoso e interlocutore, sempre vicino ai desideri e alle proposte dei più giovani. In casa ci sono tanti striscioni appesi alla recinzione: il vecchio Forever Ultras (in stile bolognese), Rotschwarzen Brigaden, Irriducibili, Kaos (con una saetta nella lettera "o"), La Minoranza Ovunque (copiato agli atalantini), via Emilia Kapovolta. Tutti realizzati in una carrozzeria della città, ma il vero ed unico gruppo è uno solo: gli ULTRA’ FIORE, striscione nero con scritta rossa bordata di bianco, al centro Zio Sam e il suo indice puntato ad esclamare: “dai vieni anche tu con noi, segui il Fiore, segui la squadra del tuo paese!”. I primi assaggi di serie C sono al "Francani" di Salsomaggiore Terme dove il Fiore è chiamato a disputare le gare interne in quanto il Comunale è chiuso per lavori di adeguamento. Nell'impianto parmense si tifa su di una colinetta. In quei anni da favola, ci si misura con realtà molto più grandi e blasonate come quelle di Ravenna, Spal, Lecco, ecc. e le esperienze vissute fanno da palestra ai giovani Fiorenzuolani. Nella stagione 1990/91 vengono disegnate e fatte produrre le prime sciarpe in lana “Ultrà Fiore”. Da segnalare la nascita di un gemellaggio con la Torcida Viola, piccolo gruppo ultras che segue le vicissitudini della seconda squadra di Bergamo, del quartiere orobico Boccaleone, la Virescit (che oggi non esiste più). Questi ragazzi bergamaschi saranno presenti in numerose gare del Fiore a dare manforte agli U.F. (a Monza, a Bologna per lo spareggio, nelle gare contro il Leffe e le compagini bresciane). Nell’inverno del 1993 in occasione di Fiorenzuola-Varese 1-0, fa il suo esordio il bandierone copri-gradinata “Let’s go Fiore”. E' il terzo anno di serie C2, è l'annata 1992/93, quella della storica promozione in C1. Da segnalare in questi anni scaramucce con i varesini e i ravennati. Sulle ali dell’entusiasmo esploso grazie ai successi del Fiore il gruppo si allarga e si sposta dal centro all’estremità della nuova gradinata da 2000 posti. Questa decisione è dettata dal fatto che non scorre buon sangue fra l'emergente realtà ultras e il pubblico in generale che nega ogni sorta di collaborazione. Per darsi un segno di distinzione, come detto, gli Ultrà Fiore emigrano nella parte laterale del settore, verso Sud, verso gli spogliatoi dello stadio Comunale.
Sboccia intanto un nuovo gruppo composto da giovani leve alla prima esperienza, la New Rebel Generation 1993 e subito dopo nell’orbita della compagnia di un noto locale del paese gli Snack Bar Supporters (in pratica il ritorno dei precursori, i vecchi ultras degli 80’) con la pezza Union Jack rossonera. Per l'ultima gara di campionato, contro il Mantova, si danno appuntamento allo stadio Comunale 3000 spettatori per salutare e festeggiare il Fiore di Giorgio Veneri promosso in serie C1. E' il tripudio tanto atteso.
IL GRANDE SALTO IN SERIE C1. Anche nella stagione seguente, contro ogni più rosea aspettativa, la squadra del presidente Antonio Villa non delude e rappresenta la simpatica rivelazione nel girone A della serie C1. Pochi in trasferta, ma presenti; in casa si fanno valere con un discreto tifo. Arriva nella domenica del santo patrono San Fiorenzo, il big-match d'alta classifica contro il Mantova che porta al Comunale un seguito di oltre mille tifosi virgiliani. La partita in campo e sugli spalti si accende e al termine della gara scoppiano violenti incidenti dove la fa da padrone l'esperienza e il numero degli ultrà mantovani. In pratica le "prendiamo" bene e dopo questo brutto colpo qualcosa si incrina. Si decide di voltare pagina, di cambiare rotta. Fra la scelta di adottare lo stile inglese (quello delle pezze senza un gruppo-guida) o continuare con lo stile classico italiano, si decide di optare per la continuità abbracciando la seconda opzione. Viene subito cambiata denominazione: da ULTRA’ FIORE si passa a RUSTY NAILS prendendo spunto dal celeberrimo cocktail. Il nuovo nome rappresenta una novità assoluta nel panorama ultras italiano, in quanto non era mai stato adottato prima d'ora. Si decide di realizzare subito le nuove sciarpe in lana doppio lato e i nuovi striscioni: quello da trasferta in tela e quello lunghissimo in pvc per le gare interne. Rusty Nails dunque, nome originale come detto, meno impegnativo, un nome che incuriosisce e che fa subito il giro di tutta Italia grazie anche ad un’intervista redatta dalla celebre rivista nazionale Supertifo. Da ricordare nell’anno dell’esordio in C1 la prima trasferta al "Giuseppe Senigaglia" di Como, quella al "Bentegodi" contro il Chievo di Malesani, al "Picco" di La Spezia con il pullman in panne, al "Moccagatta" di Alessandria, quella allo stadio "Dall’Ara" di Bologna con il Fiore capolista a sorpresa e il due-aste: “La prima della classe”. La pregevole coreografia nel big-match contro la Spal con la rappresentazione della formazione schierata in campo: 11 due-aste con i nomi degli undici titolari rossoneri. Non da meno la scenografia con la scritta in polistirolo U.S FIORENZUOLA 1922 e a fare da sfondo un migliaio di cartoncini rossi nella gara contro il Como di Tardelli trasmessa in diretta tv Tele +2. Molto bella e curata anche la coreografia della sfida casalinga contro il Bologna con il gigantesco gonfalone della città, i due-aste con i simboli dei quartieri (la Gerassa, San Rocco, il Monumento, Prati Rosilii, il Molinetto, il Piazzone, Baselicaduce, ecc.) e la scritta MI SUM AD FIURINSÔLA a presentare lo spettacolo. E poi, l'indimenticabile trasferta al “Nereo Rocco” di Trieste dove nasce un'amicizia con alcuni ragazzi della curva giuliana Stefano Furlan.
Arriva poi la stagione 1994/95, e il Fiorenzuola di Giancarlo D'Astoli è mandato in onda sul teleschermo dalla Rai nella gara di Coppa Italia dell'Olimpico, contro la Roma che annovera fra le sue fila un giovanissimo Francesco Totti. Finisce 2-1 per la Roma (0-3 per la squadra di Carletto Mazzone nella gara di andata al Comunale), con un grande rammarico: nessun Fiorenzuolano seguì la squadra nella Capitale in quel magico mercoledì notte. In campionato il Fiorenzuola va fortissimo e sfiora la promozione in serie B nello sfortunato spareggio di Bologna contro la Pistoiese. In quella domenica di fine luglio cinque pullman e una lunghissima carovana di auto si misero in marcia per spingeri i rossoneri alla conquista della serie B e colorare la Curva Andrea Costa, feudo del tifo rossoblu destinato ad ospitarli per l'occasione. Trascinati nel tifo dai Rusty Nails, i 1500 Fiorenzuolani si fanno sentire allestendo una coreografia con striscioni, bandiere, fumogeni e tanti palloncini rossi. Da ricordare anche lo spettacolo offerto al Comunale nella semifinale play-off contro il Monza, con 11 leoni della Gerassa disegnati su altrettanti due-aste e il tifo nella trasferta di Bergamo contro il Leffe. Ma torniamo ancora a Bologna: perdiamo ingiustamente la serie B alla lotteria dei calci di rigori. La delusione è tanta. Sono passati 5 anni dalla nascita del gruppo e qualcuno da quella triste domenica inizia a perdere gli stimoli e la voglia di andare avanti. Nella stagione 1995/96, pronti via, battiamo in Coppa Italia squadre di serie B e serie A (il Brescia e il Torino per la precisione) e così ci mandano ancora in diretta tv Rai davanti all'Italia intera per l'incontro degli ottavi di Finale di Coppa Italia contro L’Inter di Hodgson. La gara si gioca a Piacenza (per la ridotta capienza dello stadio Valdardese) e in curva Nord viene allestita una buona scenografia con fogli di carta argentata, tante torce e bandiere. Il sogno di battere l'Inter dura solo 90', l'incontro terminerà 2-1 per i neroazzurri. In campionato, il Fiore perde qualche colpo ma rimane per tutta la stagione in alta classifica. Nonostante ciò cala come detto l'entusiasmo. Il Comunale passa da una capienza di 3000 posti a 2000 posti in quanto si sta costruendo la nuova tribuna coperta e l'unico settore aperto è la gradinata. I Rusty Nails sono costretti a traslocare nel settore ospiti per questioni di ordine pubblico. Da segnalare la realizzazione delle nuove sciarpe in lana R.N. non belle e richieste come le prime, la coreografia con palloncini nella gara contro il Montevarchi e la trasferta di Sesto San Giovanni. Nella stagione 1996/97, il Fiorenzuola da big del campionato si trasforma in pericolante, costretta a lottare per salvarsi. Il tifo ne risente e il già esiguo drappello di ultras subisce altre defezioni. Da ricordare il tifo nella prima uscita di campionato al "Paolo Mazza" di Ferrara, la gara di riorno sempre contro la Spal e la trasferta in treno a Reggio Emilia per la sfida contro il Brescello nel vecchio stadio "Mirabello" .
IL DECLINO. Arriva la stagione 1997/98 che segnerà la retrocessione in serie C2. Il Piacenza è in serie A e molti decidono di frequentare lo stadio Garilli. C’è da fare i conti anche con le prime dirette tv delle partite di serie A mandate in onda nei bar di domenica pomeriggio, quando gioca il Fiore. Il lungo striscione R.N. è sempre presente nelle gare interne. Il tifo però c'è e non c'è. L'ultimo sussulto si registra nella gara contro il Como di Preziosi. E' in pratica uno spareggio perchè è l'ultima di campionato e chi perde retrocede. Tutti i Fiorenzuolani vengono mandati in tribuna in quanto la gradinata viene riservata per intero all'esodo comasco. Fumogenata, palloncini, tifo e bandiere non bastano. Perdiamo per 1-0 e tutto finisce. Il gruppo è definitivamente sciolto. Rimangono però 2 ragazzi (Jameson e il Vedo) che continuano a seguire per anni la squadra sia in casa che in trasferta con mezzi propri, senza striscione e senza l’aiuto di nessuno, sobbarcandosi trasferte dispendiosissime al Nordi: Trieste, Bolzano, Trento e nel centro Italia: Teramo, Sambenedetto del Tronto, Macerata, Gubbio, Gualdo Tadino. Anni di campionati avari di soddisfazioni, con il Fiore sempre ad arrancare nella seconda colonna della classifica. In tre, si presentano addirittutra a Sora, nel Lazio, per vedere il Fiore prendere tre scoppole. Questi ragazzi non hanno cancellato i ricordi degli anni 90’, hanno fatto tesoro delle esperienze, e nutrono il sogno e la speranza di tornare un giorno a tifare “da ultras” la loro gloriosa squadra del cuore, la squadra del paese. Si aggiungono ai due altri ragazzi tanti dei quali giovanissimi. La stagione 2002/03 è alle porte e il Fiorenzuola retrocesso in serie D è stato appena salvato dal fallimento da un gruppo di imprenditori locali. Salvato dalla cancellazione di 80 anni di storia, salvato dal bluff, da quel tragicomico tentativo di allestire una rosa completamente composta da sconosciuti calciatori argentini e uruguaiani guidati in panchina dal celebre Mario Kempes, campione del mondo in Argentina 1978.
LA RINASCITA. E arriviamo finalmente alla trasferta di Palazzolo sull'Oglio (BS), piccolo paese dove la favola si avvera con un manipolo di ragazzi nella curva ospiti dello stadio bresciano. A Calcio, piccolo centro nel bergamasco esce addirittura lo scheletro dall’armadio. Rispunta come un fantasma quel vecchio striscione "U.F. Ovunque" che ha girato gli stadi di mezza Italia alla fine degli anni 90'. Dietro lo striscione, una ventina di giovani Fiorenzuolani ad animare il settore. Il nuovo gruppo sostiene con grande passione la squadra che ha come obbiettivo la salvezza, è composto da ragazzi giovanissimi guidati da quei due "vecchi" che non hanno mai mollato. Qualche mese dopo si decide di rispolverare lo striscione "Rusty Nails" in pratica un "pezzo da museo" in tela rattoppata e sbiadita dagli anni. Il gruppo non si riconosce in questo striscione ma per iniziare fa proprio al loro caso. Ripensando a quel momento, se dovessimo dare una denominazione a quella spensierata combriccola, il termine più appropriato sarebbe semplicemente TIFOSI DEL FIORENZUOLA, o I GIOVANI DEL FIORE o forse ecco ULTRAS FIORENZUOLA. Piano piano aumenta l'entusiasmo e il gruppo si allarga. Il Fiore, grazie anche al ritorno di questo prezioso apporto si salva ai play-out contro la Bergamasca. Due pullman a Zanica per la gara di andata, più di un centinaio in gradinata a trascinare verso la salvezza i rossoneri nella gara di ritorno in Valdarda. La stagione 2004/05 è al via e in molti sanno già come andrà a finire. I soldi sono pochi e per sopravvivere la società di via Campo Sportivo 1 mette sul mercato tutti i pezzi migliori dell’organico che aveva conquistato un ottimo sesto posto nella stagione 2003/04. Nonostante tutto i giovani ultras seguono la squadra in casa e in tutte le trasferta in buon numero, con il cuore in pace e tanta spensieratezza.
TRE ANNI IN ECCELLENZA. Si retrocede per la prima volta in Eccellenza. Sportivamente parlando, si tocca il fondo perché è un campionato regionale veramente troppo anonimo per una società che solo un decenni fa lottava per un posto in serie B e ha uno stadio-gioiello da 4000 posti. Ma quando meno te lo aspetti, ecco uscire allo scoperto il lato pazzo di Fiorenzuola e della sua gente che non capirò mai. Contro ogni pronostico l’annata 2005/06, è la migliore in assoluto nella storia del tifo organizzato rossonero, per numeri di presenza, tifo e attaccamento ai colori sociali. In un ottantina si va a Borgo San Donnino (Fidenza) per un derby che mancava dagli anni 80'. Nell'occasione si sfila in corteo per il centro della cittadina parmense tutti con le magliette "Fidenza trema!"; allo stadio (se così si può definire) "Dario Ballotta" si allestisce una notevole coreografia con il nuovo bandierone copri-curva "Forza Magico Fiore" ricavato da un enorme drappo datato 1993, pensate che per preparare al meglio lo spettacolo alcuni Fiorenzuolani entrarono furtivamente di notte al "Ballotta" tre giorni prima del derby con metro e bindella per prendere le misure dell'angusta gradinata e comunicare alla sarta le giuste misure del bandierone. Nella gara di ritorno si conteranno almeno 150 ragazzi, uniti, in piedi sulla neve a sostenere i colori della propria città. Altri numeri: in 40 a Bagnolo in Piano (RE) e a Sant’Agostino (FE); in 45 a Zibello, a cantare appollaiati su di un argine del fiume Po, in 60 a San Secondo, in 70 in casa contro il Casalecchio, due pullman (70 ultras) a Formigine (MO) con disordini con il pubblico locale. Numeri veramente impressionanti se si considera la categoria. Nel marzo del 2006 finalmente ci sono i soldi per mandare definitivamente in soffitta lo striscione Rusty Nails. Il "Direttivo" e il disegnatore si danno un gran da fare e nel giro di poche settimane fa il suo debutto in Fiorenzuola-Fiorano 0-0, il nuovo striscione in pvc ULTRAS FIORENZUOLA con tricolore e alloro da una parte e gonfalone della città delle tre rose dall'altra. Nella stagione 2006/07 si torna a realizzare nuovo materiale con le felpe e le polo UF che vanno letteralmente a ruba. Ed ecco un'altrabellissima sorpresa: nasce il forum dei tifosi rossoneri che diventerà il termometro del tifo fiorenzuolano in rete. Il Forum, ospitato nelle pagine di http://www.piacenzacalcio.com/ è ancora oggi molto frequentato e attivo con foto del tifo rossonero, resoconti delle trasferte, statistiche, amarcord e tanto altro. Da rilevare sempre in questa stagione gli incidenti con un gruppo di ultrà modenesi presenti nel prepartita della gara di Formigine per vendicare i fatti dell’anno prima e poi l'esodo verso Noceto per la supersfida contro il Crociati e la coreografia nello spareggio contro la Savignanese. Nell’annata 2007/08 il gruppo perde alcuni elementi importanti ma nonostante ciò tiene alto il nome e la tradizione del gruppo. Per ciascuna trasferta si cerca e si riesce ad organizzare un pullman (il vecchio Torpedone Blu, quel vecchio Mercedes dei primi anni 80'). C’è il gradito ritorno del sentito derby contro il Fidenza e siamo ancora protagonisti assoluti sia in casa che in trasferta (con schermaglie al "Ballotta"). Vengono fatte confezionare per i compaesani le sciarpe “UF - Mi sum ad Fiurinsôla” (titolo di una popolare canzone fiorenzuolana). L’ultima gara di campionato segna il ritorno in serie D del Fiore; 400 fiorenzuolani partecipano alla trasferta di Casalmaggiore; gli ultras colorano la festa con una gigantesca maglia rossonera con al centro la magica lettera “D”.
IL RITORNO IN SERIE D. Si torna in quarta serie, e nonostante l’entusiasmo dei più vecchi viene a mancare l’apporto di nuovi giovani. La DecinaUltras però non si da pervinta e prosegue nel suo cammino. Nell’ottobre del 2008 prende fuoco l’ex biglietteria del settore ospiti dello stadio Comunale. Prende fuoco un pezzo di storia del tifo rossonero perché la dentro oltre a bandiere, tolle di colore, tamburi, ecc. bruciano i resti delle vecchie coreografie e gli storici striscioni: Rusty Nails, Ultrà Fiore, New Rebel Generation, i bandieroni: “Let’s go Fiore”, “Forza Magico Fiore”, in pratica tutti i nostri ricordi più belli, testimonianze della nostra storia. Nello stesso mese, in occasione della gara interna contro il Santarcangelo c’è la consacrazione della bella amicizia nata da un semplice scambio di corrispondenza e materiale con i tifosi del C.F. Palencia (serie D spagnola) in visita allo stadio Comunale. Il primo caso riconosciuto di amicizia internazionale fra una tifoseria italiana e spagnola che seguono le loro realtà a livello dilettantistico. Amicizia che si va ad aggiungere a quella instaurata con i ragazzi di Noceto. Sempre nella stagione 2008/09 vengono realizzate una ventina di bandiere 100x140cm che colorano il settore in Fiorenzuola-Virtus Castelfranco 2-0, diretta tv Rai sport + . Si fa volantinaggio come un tempo e compaiono anche nuove simpatiche pezze che testimoniano lo spirito spensierato e goliardico del gruppo: “Manga ad cuion”, “Vamos Fiore!”, “in Zobia tutto l’anno”, “29017”, “Decina Ultras”.
Sono passati sette anni dalla rinascita del tifo organizzato a Fiorenzuola. Sette anni senza l’aiuto economico di nessuno; sette anni senza mancare ad una trasferta; sette anni senza un Daspo; sette anni con un unico e comune intento: seguire e sostenere nel bene e nel male il Magico Fiore; sette anni con le multe che si contano sulle dita di una mano; sette anni senza fare politica perché allo stadio, da noi, l’unico e vero partito è quello del Magico Fiore, sette anni di gioie e di dolori, sette anni di risate, di divertimento, di bei ricordi, di storie da raccontare.


Grazie Fiore!