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martedì 11 agosto 2015

a me piace..


i campionati con le squadre che hanno solo numeri dall'1 all'11 sulle maglie. Quelle anonime, dove il 9, il 7, il 5, l'11 il 4 ma soprattutto il 10 sono simboli.

I campi di provincia con tribune malmesse ma intrise di storia, di sfide epiche di campanile con dialetti, leggende e detti che si mescolano in un tutt'uno.

Gli occhiali di osso di Giorgio Veneri, allenatore del Fiorenzuola della storica promozione in serie C1

Gli allenamenti alla sera, con poca luce in sere di fango e di nebbia. Pensandoci bene però, meglio al pomeriggio se hai forti ambizioni.

Le cronache alla radio di Franco Polloni di tanti ma tanti anni fa.

Il bianco dei calzettoni di Petrelli nascosto dalla terra in una sfida impossibile in quel di Rovigo.



I goal raccontati di Talignani che non ho mai visto.

La barba incolta di Guglieri

I treni che passano alla domenica, quando gioca in casa il Fiore.

Le accelerazioni e il destro di Andrea Lucci.

Le sfide che le puoi vivere solo adesso e che non capiteranno mai più. Io c'ero.

I calciatori con i baffi alla Danilo Bertelli che hanno segnato 101 gol con la maglia della tua squadra del cuore.

Il Carpi in serie A.



A chi ci ripensa con ragionevolezza, si rimangia la parola, la promessa (a chi? a cosa?).. per un sogno, una grande e sana passione che non tramonta mai. Non puoi farci niente. E' più forte di tutto e tutti.

Il palleggio del raccattapalle.

La grinta e la fame di Girometta contro di noi in quella eccezionale ed indimenticabile domenica di Aprile.

Due colori che sono diventati i colori di un paese. I colori più veri di una piccola città. Dal 1922.

La gente che sogna che appassiona con piccole-grandi cose.