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domenica 12 gennaio 2020

FIORENZUOLA-Alfonsine 2-1 Corbari, Amore

Sarà stata la lunga sosta a tenerci lontani dal Comunale o il fatto di iniziare calcisticamente l'anno nuovo. Chissà. La prima di ritorno di gennaio è come quando finalmente l'attesa è finita, perchè è  sopraggiunta l'ora di iniziare a riempire la prima pagina vuota, pulita, della nuova agenda del nuovo anno. C'è entusiasmo, quasi eccitazione. Il modo di porsi all'inizio è diverso, tutto sembra nuovo, da programmare, con la convinzione che sarà meglio di quello che è stato. Cambierà con il corso del tempo. 
Partire sul pulito in Fiorenzuola-Alfonsine non è il nostro caso. Non ci sono cose brutte da lasciarsi alle spalle. Da noi, non si è fatta pulizia, anzi. Si riparte dal tanto di buono che è stato costruito nel vecchio anno passato.
I TRE SIMBOLI - La gara contro l'Alfonsine, la prima in casa del girone di ritorno è stata preceduta dalla settimana degli anniversari. Ben tre. Quello del calciatore simbolo, quello dello specialista del terreno di gioco, quello del prezioso volontario magazziniere. Ettore Guglieri, Claudio Botti e Gianni Rossetti. Tre figure, tre simboli che rappresentano in qualche l'Us Fiorenzuola Calcio. Che non è solo calcio, ma è un qualcosa che per funzionare deve essere ben coordinato e strutturato. Un lavoro di squadra con obiettivi da raggiungere che sono il risultato del buon operato di tante componenti e della crescita dell'intero gruppo. Crescita, crescere.
Non so se avete ascoltato quest'anno il discorso di fine anno del Presidente. Non quello di Mattarella. Quello del nostro Presidente, Luigi Pinalli. La parola che ha chiuso il discorso è stata CRESCERE.
L'ATALANTA DELLA D - Da alcuni anni ci fronzola per la testa una matta idea. Un sogno pazzesco più che un idea. Tornare in serie C. Risultati alla mano, il sogno, l'idea è più che plausibile. Eloquente come il Tm Luca Baldrighi alla conclusione del nostro brillante girone d'andata ha definito il suo Fiorenzuola: "noi siamo come l'Atalanta e il Leicester della serie D". Non ha affermato "siamo, (o vorremmo essere) la Juventus della serie D" (come quando eravamo il Eccellenza). Siamo l'Atalanta, che vince, diverte la gente, valorizza, che fa il passo lungo come la gamba perché vuole esistere a lungo. Questo è quello che forse rafforza la tesi del CRESCERE. E chissà che un domani non possiamo diventare la Juventus.
DAVIDE E' FELICE - Senza Bruzzone assente in campo ma presente in tribuna in stampelle per essere vicino ai compagni. Senza il capitano (fuori tre turni) ma presente nel settore chiuso della gradinata con Cammaroto e Baldrighi. Senza Bertolazzi. Senza Colantonio anche lui in gradinata qualche preoccupazione c'era. Con Zaccariello e Cavalli non al meglio a stringere i denti fra i titolari, e una panchina riempita di validi Juniores. Per fortuna la nebbia non c'è. Almeno quello. Il sole splende sul Comunale. Davide è tifoso a suo modo del Fiore, lui che è trapiantato da noi perché viene dal Sud, dalla città dell'Ilva. Stavolta non ha portato la pezza rosso-blu del suo Taranto. Ma è felice come un bambino perché nelle file avversarie c'è un Innocenti che a 46 anni fa ancora gol come quando indossava la maglia rossoblù della sua squadra del cuore.
Rimarremo sorpresi in positivo per il loro numero 10, Saporetti, un 2000 di movimento niente male.
Contro l'Alfonsine messo male in classifica non è stata partita facile da subito. Le nostre difficoltà, l'insistenza nel richiamare i suoi del giovane tecnico ventottenne Mattia Gori, le casacche che ricordano quelle del Mezzolara venuto a fare la partita e prendere tutti i punti da noi.
Al gol di Giacomoni l'abbiamo presa male. All'intervallo si va con gli ospiti in vantaggio.
CHE RICORDI - Altra piccola pausa riflessiva. Abbiamo parlato di anniversari. Oltre ai tre compleanni da festeggiare ce n'è pure un quarto speciale. I cinquant'anni del calcio raccontato alla radio. Nell'intervallo c'era un bambino che ascoltava alla radio le partire, ho chiuso gli occhi e per un istante mi sono rivisto piccolo seduto su uno di quei tre gradoni della gradinata di tanto tempo fa, con un pugnetto di caldarroste in tasca comprato da papà. Avevo un auricolare all'orecchio. Giocava il Fiore e nell'attesa di un gol di Peselli, una parte di me era collegata radiofonicamente con l'altra grande passione: il Milan di Franco Baresi. Ho riaperto gli occhi e mi è balzato nella testa un altro bellissimo ricordo. E' domenica, sono a casa con la febbre. Una delle tante domeniche in cui restavo attaccato alla vecchia radio Mivar di casa. La rotellina che continua a girare prima a destro poi a sinistra. Poi di nuovo destra e sinistra. Il touch era utopia. Una bella lotta fra l'ascoltare i collegamenti ai campi della serie A di "Tutto il calcio minuto per minuto",  l'unico collegamento che conta: la partita fuori casa del Fiorenzuola sull'emittente privata locale Radio Time.
IL NOSTRO PROVENZALI - Mentre sogno di risentire alle orecchie un: "Attenzione, partita in schedina di serie C, Fiorenzuola in vantaggio a Trieste con gol di Trapella" ripenso a quel rito domenicale che univa. Ripenso alla voce di Franco Polloni che era il Provenzali di noi fiorenzuolani, e Max Fava in studio, il Roberto Bortoluzzi della situazione per alcuni di noi che alla domenica restavamo incollati alle radio per estare sintonizzati più con le radiocronache delle partire del Fiore in trasferta che la serie A di "Tutto il Calcio"
SECONDO TEMPO - Un cuore vero al Fiore di Tabbiani non manca. Lo ha dimostrato nell'arco del girone d'andata, lo ha subito dimostrato alla ripresa delle ostilità. Ci siamo in pratica divorati due gol fatti con Piraccini. L'Alfonsine sta troppo a guardare. Il Fiore prende coraggio, guadagna metri e poi la gente non lo sa ma il tecnico di Genova ha in serbo l'arma che può risolverà la partita. Come nel primo tempo per l'Alfonsine, da un calcio d'angolo propiziato dal generoso Nicolò Carrara, il nuovo capitano Andrea Corbari salta in aria più in alto di tutti spedendo in rete il gol del pareggio rossonero. Corbari, suo il primo gol del nuovo millennio e quella fascia da capitano lasciata momentaneamente da Guglieri. La fascia gialla è finita sul braccio del ragazzo giusto. Meritevole, corretto, attaccato alla maglia. Chissà un domani se...
LA CALAMITA E IL RICORDO DELL'AVVOCATO - Mi devo rilassare. Adesso che abbiamo pareggiato mi devo rilassare. Sventolo la bandiera a scacchi rossonera e ripenso all'intervallo. A quella sedie davanti al tavolino fuori dal Boccio che è rimasta vuota. Giuseppe non c'è. Giuseppe legatissimo a Guglieri. Sarà stato il suo idolo. Giuseppe legatissimo e di compagnia ai componenti della nostra squadra. Lui che da monticellese era venuto a vivere da noi e tutti gli volevano bene, e ne porteranno sempre un bellissimo ricordo. Nel suo entrare nel cuore della gente in paese. Da via San Francesco passeggiando raggiungeva alla domenica lo stadio. Per non perdere il rito domenicale di Fiorenzuola di cui ne faceva parte. Fiorenzuola. Fiorenzuola che sembra portare in grembo una grossa calamita nascosta, capace di attirare: sagome, istrioni, personaggi, canta storie, macchiette, figure bizzarre a popolare come in nessun altro posto il nostro paese. Fiorenzuola.
LA GARRA DI AMORE - La mia bandiera continua a sventolare. Non si ferma più; come a cercare di dare un contributo, di dare garra alla squadra. La garra che ha in corpo Michele Amore. A volte penso sia un calciatore sudamericano rubato alla Bombonera per il fuoco che ha dentro. Tutto il Fiorenzuola se l'è promesso: non ci bastano i pareggi. Dobbiamo vincere perché dobbiamo arrivare il più in alto possibile. E lo strappo di Marco Tognoni al minuto 71' è di quelli indimenticabile. Il vantaggio concesso dal direttore di gara è come se fosse sceso dal cielo. Si invola imprendibile palla al piede. Servizio a centro area dove l'asso nella manica Michele Amore è pronto a scagliare in rete il gol del sorpasso. Pubblico presente in mezzo delirio. Corsa olimpionica del centrocampista siracusano verso il settore ospiti chiuso occupato dagli squalificati. 
I minuti di finali sono gestiti meno bene del solito. Ancora lui, Giacomoni, di testa prova a darci un dispiacere. Ma stavolta dove non può arrivare Battaiola c'è il palo.
Si chiude con gioia ed emozione una delle partire più brutte della stagione, giocate come un tempo, di contropiede e lotta come tante gare raccontate tanto tempo fa alla radio. Io sono stato di parola, ho portato la mia vecchia radiolina e voi ?
Grazie Ragazzi, stringiamo i denti ...e avanti!

Grande intensità in difesa e a centrocampo con CORBARI e ZACCARIELLO
FIORENZUOLA-ALFONSINE 2-1
FIORENZUOLA: Battaiola, Olivera, Carrara, Zaccariello A. (61’ Amore), Corbari, Cavalli, Tognoni, Tunesi (46’ Boilini), Piraccini, Guerrini, Pozzebon (61’ Arrondini). A disposizione: D’Appolito, Romeo, Facchini, Hathaway, Zaccariello G., Gambazza.
All.: Tabbiani
ALFONSINE: Carroli, Ricci Maccarini, Manara, Magri (80’ De Rose), Bertoni, Giacomoni, Santucci (84’ Maretti), Derjai, Innocenti R., Saporetti (71’ Tovalieri), Alessandrini (75’ Ricciotti). A disposizione: Palermo, Succi, Savelli, Innocenti F., Hysa.
All.: Gori ARBITRO: De Capua di Nola (assistenti: Linari di Firenze e Vagheggi di Arezzo)
RETI: 19’ Giacomoni, 70’ Corbari, 76’ Amore
NOTE: giornata di sole, terreno in condizioni accettabili. Spettatori 300 cirva.
AMMONITI: Pozzebon, Carrara, Amore (F); Derjai, Bertoni (A); ANGOLI: 7-2 per il Fiorenzuola; RECUPERO: 1’ pt, 4’ st


La gioia collettiva a fine gara, OLIVERA e AMORE a bordo campo con i tifosi




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