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lunedì 28 ottobre 2019

FIORENZUOLA-Fanfulla 1-1 Francesco Bigotto

FRANCESCO BIGOTTO è tornato (foto CAVALLI Liberta.it)
MAI SCONTATO - Si sapeva: Fiorenzuola-Fanfulla non è una partita come le altre. Per chi bazzica da sempre alla domenica allo stadio Comunale la cosa era scontata. Per chi si è avvicinato da poco sull’onda dei risultati e del bel gioco delle creature di Simone Di Battista si aspettava forse un altro tipo di atteggiamento e di gara uscito nella ripresa da parte dell’undici del presidente Pinalli. Ma la classifica del Guerriero è bugiarda. L’organico in pratica è quello dello scorso anno arrivato davanti a noi, dietro solo a sqadroni quali: Pergolettese, Modena e Reggiana. E poi per questo Fanfulla, le sfide contro il Fiorenzuola sono delle finale; e allora ecco tanto pepè e peperoncino sparsi sulla pietanza del match: dalla presenza dell’ex Andrea Ciceri, uno che sente molto le sfide contro il suo Fiorenzuola, alla vicinanza di Lodi e il ricordo di quelle sfide anni ottanta in Interregionale combattute e avvincenti. E finalmente è presente la cornice di pubblico che il Fiorenzuola di Tabbiani, antagonista del super Mantova, merita.
SCARAMANTICI SI - Si gioca di domenica 27 come un anno fa anche se era gennaio. Buon auspicio per noi secondo i più fervidi scaramantici anche se gli avversari per controbattere non sono stati a guardare. Hanno lasciato a casa la storica casacca a strisce verticali bianco-nere sposando quella giallo-rossa. Dei colori della città. Quella indossata nella vittoria sui rossoneri di Brando dello scorso anno alla Dossenina, salvati da quel palo che aveva negato la gioia del gol (e del meritato pareggio) al nostro Andrea Corbari. Ho ancora il suono del pallone che sbatte sul palo nell’orecchio. Ma per i più perfidi dei fiorenzuolani attempati e non, la questione della scelta del giallo-rosso ha un altro scopo. Il direttore di gara designato viene da Roma 1. Chiedete a Luigino nel parcheggio dello stadio come funziona. Ai tempi nostri, quelli di Facebook, basta al giovedì sera digitare in rete il nome del direttore di gara designato e vieni a sapere: vita, morte, miracoli e soprattutto passioni della giacchetta nera da condizionare. Ma non vogliamo pensare alla furbata, e anche se alla fine Brognoli ha pianto a lungo con il direttore di gara (ma per cosa?) qui i cartellini gialli sono finiti tutti d’innanzi alle casacche neroscudate, e di calcioni ne sono volati come di spinte e simulazioni collezionati da “i giallo-rossi per una domenica”. Ma va bene così, alla fine il risultato è davvero giusto. Ed è stata una partita estremamente bella, soprattutto nel secondo tempo.
GLI ILLUSTRI EX ROSSONERI - Luca Tabbiani e il vice Vincenzo Cammaroto optano per non spostare di una virgola lo schieramento iniziale che ha fatto sempre bene, con in bella mostra i sei under. Guerriero è squadra anzianotta ma con il classe 2002 Touré si bilancia un po' il gap dell’età. Fa impressione mettere a confronto le due linee di centrocampo. Ciceri decide di giocarsi la partita lì in mezzo. Il giovane Andrea Bertelli che un po' tutti i tifosi rossoneri di lunga data speravano di vedere in campo non è presente nei titolari. Preferito all’esperienza del pitbull Laribi e ai gol e alla tenacia tattica di Brognoli. Chissà se Danilo Bertelli era lo stesso presente in tribuna come l’anno scorso contro il Voghera. Qui, in questo stadio di palloni dentro alla porta ne aveva spediti veramente tanti. Più di un Andrea Bertelli a questo Fanfulla forse manca un attaccante alla Danilo Bertelli da Casalmorano. E chissà se in tribuna c’era Dario Acquali dirigente bianconero, uno che la fascia con l’ombra del Comunale l’ha fatta per alcuni anni a Fiorenzuola. Chissà che giudizio ha dato a questo Marco Tognoni, arrivato da lontano, una vera new entry per chi viene dalla Lombardia. Chissà? Tognoni è tutt’altra razza di ala. Più potente e istintiva. Acquali era un numero 7 che danzava, un po' come ha fatto vedere questo giovane Radaelli, quello con la maglia numero 11, con i capelli lunghi. Davvero bravo. Sventolano alte le rispettiva bandiere dall’una e dall’altra parte della gradinata. Tifo costante per un gara che profuma di storia. La partenza è degli avversari che come annunciato iniziano aggressivi e determinati. Battaiola è super quando va a mettere in angolo una legnataccia dell'ex Inter Brando Radaelli, classe 2000. In risposta, Michele Amore ben appostato prova a metterla dentro ma il direttore di gara aveva poi rettificato l’azione da gol per presunto fuorigioco. La palla buona poi capitata a Piraccini in area piccola. Una palla clamoroso ma l’attaccante di Stresa non è in giornata e il Guerriero si salva. Il portiere Cizza sembra insicuro sui rinvii e quando riceve palla; Arrondini gli è sempre addosso, ma il giovane attaccante di Pesaro ha sofferto la marcatura di un volpone come Pascali che non è più quel ragazzino che il presidente dell’Alessandria, il piacentino Antonio Boiardi della Logos Tv voleva come primo acquisto per il suo nuovo Fiorenzuola del dopo Villa. Pascali giocava da centrocampista nel Sant’Angelo. Ne sono passati di anni. Poi non so quell’azione capolavoro finalizzata da Guglieri con quel tocco morbido a depositare la palla del vantaggio nel sacco dalla gradinata sembrava regolare. Si va negli spogliatoi sul risultato ad occhiali.
ALTRA PARTITA - Ad inizio ripresa per la prima volta Tabbiani mette mano pesante ai ritocchi. Piraccini era uscito toccandosi l’inguine (speriamo nulla di grave), entra Bigotto. Mentre in difesa il giallo comminato all’uruguaiano Fabricio Olivera non convince il mister genoano che sceglie per il cambio con conseguente debutto per il 2001 camerunense Ulrich Moukan proveniente dall’Atalanta. Con il suo ingresso c’è un centrocampista di troppo e un vuoto sulla corsia bassa di destra da colmare. Il sacrificato è Zaccarriello, quello con più minuti di tutti addosso. E a fare il terzino c’è Stefan Bajic (da quella parte non passerà più nessuno). E il Fiorenzuola dopo aver scampato lo svantaggio sull’azione da gol di Sylla prova a sfondare, e al secondo tentativo la palla va dentro. Il treno che porta durante la settimana Francesco Bigotto agli allenamenti a Fiorenzuola fa sempre sosta prima a Lodi per poi passare davanti al Comunale prima di arrivare in stazione da noi. Chissà quante volte dal finestrino ha osservato immerso nei suoi pensieri il cartello “Lodi”. Quanti sacrifici che ha fatto per la grande passione che ha dentro. “Lodi ..stazione di Lodi”. Sempre ripartire come il treno, ogni giorno dopo essere stato costretto a fermarsi nel momento migliore. E la palla servita da Tognoni e colpita da Francesco è entrata in porta con una facilità quasi disarmante a compendio dell’intelligenza calcistica di questo ragazzo di Milano. Palloni facili, come quelli finiti nel sacco nelle annate migliori, quando tutto gira per il verso giusto. E alla fine vinci, arrivando davanti a tutto e a tutti. Ma questa domenica i conti alla fine si dovranno fare con la squadra allenata da Ciceri. Uno che non molla mai. Uno che ci crede sempre fino all’ultimo come era successo da noi quando era prima centrocampista di lotta e tecnica e poi allenatore esordiente quando portò in salvo al termine della stagione 2016-17 una squadra etichettata da tutti “di giocatori di Eccellenza”.
BOTTA E RISPOSTA - Il fortino rossonero, quello invalicabile, meno battuto del girone abbassa il muro solo sette minuti dopo quando un altro neo-entrato, Scaramuzza, uno che segna poco, la spinge dentro dopo un azione in area concitata. Laribi o Brognoli sradicano dalle mani la palla finita dentro a Guerrini spintonato, questo ci fa capire cosa ci attenderà. Si riparte da capo, ed è bello così. Il secondo tempo più bello che uno che paga il biglietto può pretendere. Azioni da gol a grappoli, capovolgimenti di fronte immediati, palloni che escono di un niente facendo alzare lo sguardo al cielo con le mani morse dalla bocca. Tutti vogliono vincere. Ulrich Moukan a danzato pure lui fra difesa e attacco, iniettando un ondata di novità e freschezza che ha spiazzato i vecchi bianconeri, compreso il subentrato Rossi, altro marpione di centrocampo. Capitan Ettore Guglieri non ha dato respiro a Brognoli finito a fare la punta. Il Fanfulla forse pecca troppo quando cerca sempre il numero 7. Cade nella banalità efficace che forse piace tanto ai dirigenti lombardi. Sergio Guerrini che è lodigiano come Emilio Tonoli ha giocato con il pallone incollato al piedi per tutta la gara. Spiritato. Lui il suo personale derby lo ha vinto. L’anno scorso con addosso la maglia del Pavia andò sempre male. Corsa, duelli, imprecazioni ma fine il risultato rimarrà in parità. Anche il Mantova ha pareggiato, a Crema. Siamo ancora addosso con il fiato sul collo ai virgiliani. E’ a Fiorenzuola non si può certo dire di esserci annoiati. E’ stata una bella domenica di calcio di provincia e di sport, quello che piace a noi. 
Alla prossima Fanfulla. 

FIORENZUOLA-FANFULLA 1-1
FIORENZUOLA (4-3-3): Battaiola; Olivera (1’ st Moukam), Bruzzone, Cavalli, Guglieri; Amore (40’ st Tunesi), Zaccariello (1’ st Bajic), Guerrini; Tognoni, Arrondini (30’ st Boilini), Piraccini (1’ st Bigotto). A disp. Bertolazzi, Carrara, Colantonio, Hathaway. All. Tabbiani
FANFULLA (4-3-3): Cizza; Baggi, Toure (13’ st De Stefano), Pascali, Aprile; Brognoli, Laribi, Palmieri (23’ st Rossi); Sylla (13’ st Negri), Catta (13’ st Scaramuzza), Radaelli (45’ st Gennari). A disp. Minerva, Fabiani, Arodi, Gibillini. All. Ciceri
Marcatori: 8’ st Bigotto, 17’ Scaramuzza
Arbitro: Ubaldi (Roma1)
Assistenti: Colavito-Masciale (Molfetta-Bari)
Note: angoli 2-6; ammoniti Olivera, Cavalli, Guerrini, Radaelli; recupero 2’+4’; spettatori 700



 

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