domenica 15 agosto 2010

MOVIMENTO CASUAL e ULTRAS

Il movimento Casual nasce in Inghilterra alla fine degli anni '70 ad opera dei tifosi (hooligans) del Liverpool.
Questo fenomeno giovanile sorge privo di connotazioni politiche, tendenze musicali e legami con le culture giovanili già diffuse. Nasce e si diffonde negli ambienti del tifo organizzato e delle curve britanniche.
Il Casualismo è fin dagli inizi una cultura basata sull'estetica. Piccoli gruppi di giovani si aggirano nei pressi degli stadi contraddistinti da un abbigliamento che non richiama culture giovanili o gruppi politici. Un abbigliamento senza distintivi, senza materiale della squadra o del gruppo di appartenenza, dunque un abbigliamento e uno stile che potremmo definire casuale (Casual). Grazie a ciò riescono a sviare i controlli delle forze dell'ordine raggiungendo il loro obbiettivo: il contatto fisico con i tifosi rivali (Firms, Crews, Mob, Lads, Hools).
Dagli anni '80 in poi i Casuals iniziano il culto delle marche di abbigliamento e il fenomeno sbarca prima in Scozia (i primi furono i fans dell'Aberdeen) e poi nel resto dell'Europa. I primi Casual vestono abiti griffati: Lacoste, Burberry, Levi's, Lois, Slazenger; articoli delle marche italiane: Fila, Sergio Tacchini, Ellesse, Benetton, Diadora, Kappa, Puma.
In seguito: giubbotti Stone Island e Barbour, polo e cappellini: Ralph Lauren, Fred Perry, Hugo Boss, Henry Lloyd; maglioni: CP Company e poi: Paul Smith, Prada, Ben Sherman, Armani, Aquascutum, Umbro, Paul & Shark, Hackett, Only White Shoes, Mc Kenzie, North Face, Fjallraven, Bench.

...NEL DETTAGLIO
Il movimento casual prende piede in Inghilterra a partire dalla fine degli anni ’70. Fino a quel momento le gradinate erano "dominate" da schiere di giovani skinheads, che si portavano dietro una pessima fama dovuta soprattutto alle continue aggressioni verso gli immigrati pakistani; ed il look tutt’altro che sobrio di questi ragazzi faceva si che venissero presi particolarmente di mira dalla polizia (in alcuni stadi si arrivò addirittura a sequestrare i lacci degli anfibi). Lo stile casual partì per la prima volta dai ragazzi del Liverpool, che in quegli anni erano soliti girare per l’Europa a scrocco ed imboscarsi senza pagare il biglietto in tutti gli stadi in cui giocavano i Reds: ecco che abbandonarono il look aggressivo degli skins o dei boot boys per farsi crescere i capelli e cominciare ad indossare capi firmati come le tute Fila, Ellesse o Sergio Tacchini; polo Lacoste o Ralph Lauren, maglioncini a rombi Pringle e scarpe Adidas (nei primi anni andavano molto forte le "Gazzelle", poi esplosero le "Stan Smith"). Oltre al look da skinheads, venne completamente eliminato qualsiasi riferimento alla squadra del cuore (sciarpe, cappellini, spillette, ecc). Lo scopo era attirare il meno possibile le attenzioni degli Old Bill e riuscire così a muoversi con una certa agilità e senza dare nell’occhio. Il look scintillante dei ragazzi di Liverpool (quasi subito ripreso anche dai concittadini dell’Everton) lasciò di stucco l’intero paese, ed a distanza di pochissimo tempo venne addottato anche dalle "Mob" londinesi (Chelsea e West Ham in primis, mentre faticò un po’ ad attecchire a Millwall e Totthenam) e da tutto il resto del paese (negli anni ’80 una delle Firms più famose fu la 6.57 Crew del Portsmouth, non certo un club di primo piano o appartenente ad una grande città!). All’inizio degli anni ’80 sciami di ragazzi sfrontati ed eleganti giravano su e giù per il paese, evitando i treni "special football" e muovendosi con normali treni intercity o con la metropolitana (soprattutto per chi andava in trasferta a Londra). Molte "Firms" cominciarono a cambiare nome proprio in base alle marche utilizzate per vestirsi (ad esempio, "Pringle Boys" Chelsea) ed il look divenne un elemento importante delle gradinate, quasi come l’attitudine allo scontro: una "firm" poteva essere formata interamente da picchiatori, ma se questi non avevano il look giusto ed al passo con i tempi venivano comunemente considerati merda! I vecchi hooligans, rimasti fedeli al vecchio look fatto di magliette da rugby con i colori sociali e corpi pieni di tatuaggi, ridevano dello stile casuals, ma (come scritto anche da Cass Pennant nel suo libro "Congratulazioni….!" In cui narra le gesta dell’ICF del West Ham) diventavano improvvisamente rispettosi quando notavano con quale velocità i casuals in Lacoste e maglioncino a rombi estraessero la lama ed affettassero. La polizia ci capì sempre meno, ed i controlli negli stadi si fecero sempre più asfissianti; questo richiese ai ragazzi un nuovo salto di qualità organizzativo: l’abitudine di prendere le gradinate dei tifosi avversari mischiandosi a loro per poi colpirli e cacciarli dal territorio ("Take the end", abitudine molto diffusa negli anni ’70) sparì e le azioni si spostarono all’esterno degli stadi. Gli assalti ai pub delle firms rivali divennero un’abitudine non solo al sabato pomeriggio ma pure durante la settimana. Le firms più toste ed agguerrite abbandonarono pure le gradinate, trasferendosi nei posti a sedere e mescolandosi in trasferta nelle tribune in mezzo ai tifosi di casa. Di fatto, i casuals erano semplicemente incontrollabili ed imprendibili! Le cose cominciarono a cambiare con la tragedia dell’Heysel prima e di Hillsborough (1989) poi: il governo decise che era ora di dare un taglio agli hooligans, e la polizia britannica iniziò una serie di operazioni sotto copertura per individuare ed arrestare i capi delle firms più in vista: nel 1986 l’operazione "Own Goal" portò all’arresto di Steve Hickmott "Hickey" e di altri sette membri dei "Chelsea Headhunters"; due anni più tardi la polizia con un’operazione congiunta in tutto il paese mise letteralmente in ginocchio il movimento hooligans, arrestando membri di spicco di Londra, Manchester, Birmingham, Liverpool, Leeds. Quasi tutte le operazioni sotto copertura finirono poi col saltare, visto che metà delle prove e degli indizi raccolti non corrispondevano a realtà, ma tutto ciò fece comunque capire a molti che il divertimento era finito. L’avvento della scena Rave e di droghe sintetiche come l’extasy fecero il resto, con molti ragazzi che si spostarono nel magico mondo dei rave-party o che addirittura misero in piedi un nuovo business sia come organizzatori che come buttafuori. Negli anni ’90 poi il calcio britannico si rifece il look con l’introduzione di posti a sedere in tutti gli stadi e l’aumento dei prezzi dei biglietti che di fatto tagliò fuori la working-class e trasformò il calcio britannico in un divertimento per tifosotti idioti con in mano il programma, i pop corn ed addosso la maglietta replica della squadra. Ormai sembrava tutto finito, ma non è così: i nuovi casuals non fanno altro che adattarsi al nuovo calcio, e se negli anni ’80 avevano dalla loro la massa, negli anni ’90 il testimone passa ad una minoranza abituata a muoversi in gruppetti, decisamente più organizzati e pericolosi. Cambia il look e nelle firms cominciano a farsi largo capi d’abbigliamento come Burberry, Aquascutum, Paul & Shark, CP Company ma soprattutto Stone Island, che diventa di fatto la nuova divisa ufficiale delle gradinate. I controlli di polizia portano alla necessità di avere un tipo di violenza più rapido ed efficace possibili, e si assiste così ad una paurosa diffusione delle armi da taglio e di bombolette di gas CS. I tifosi che negli anni ’80 prendevano il treno di linea evitando lo "special football" cambiano nuovamente abitudini raggiungendo la città di destinazione ognuno per conto proprio, dandosi li appuntamento per poi marciare verso lo stadio tutti insieme. E quando l’Inghilterra crede di aver chiuso definitivamente i conti con l’hooliganismo, ecco che questo esplode nuovamente nel periodo 1997-98 quando i tifosi al seguito della Nazionale si rendono protagonisti prima a Roma poi a Marsiglia in occasione dei mondiali. Una nuova inchiesta porterà un giornalista della BBC ad infiltrarsi per qualche mese fra i Chelsea Headhunters, facendo arrestare i due capi della banda, Andy Frain e Jason Marriner; e portando di fatto alla ribalta un mondo hooligans che ha saputo rifarsi il look e ricostruirsi una credibilità mica da ridere. Capi come i famosi cappellini Burberry ed Aquascutum diventano un culto fra tutte le "bande" giovanili del paese (come ad esempio i Chavs) ed alcuni locali arrivano addirittura a proibire l’ingresso a clienti vestiti con delle ben precise marche d’abbigliamento. Ed ecco che si cambia di nuovo: nel nuovo millennio i casuals vestono Armani, Von Dutch, Prada Sport, riscoprono Lacoste e Sergio Tacchini… e lo stile casual si diffonde in tutta Europa, compresi quei paesi (vedi l’Italia) che per tradizione hanno un altro modo di tifare. Passano gli anni, ma i ragazzi rimangono imprendibili!


MOB, FIRMS e LADS: Le tifoserie hooligan in Inghilterra vengono indicate genericamente con il nome di "Mob" "Firm" o "Crew". Il termine "Mob" indica una tifoseria nel suo insieme (ad esempio "La Mob del Millwall"), mentre con Firm o Crew si indica un gruppo più ristretto di persone in genere provenienti dallo stesso quartiere (ad esempio "La Crew di Battersea" o "la Inter City Firm del West Ham). Col termine "Lad" invece sono indicati i singoli ultras ("Un lad cel Manchester City che conosco…."). I normali tifosi vengono chiamati "Scarvers", ovvero "sciarpisti", il corrispondente dei nostri "Sbandieratori". In Inghilterra infatti, contrariamente a qua, gli hooligans non indossano capi d’abbigliamento della squadra che sono lasciati ai tifosi normali. Ultimamente in questo senso si sono fatte delle eccezioni come ad esempio in occasione dei mondiali in Germania quando molti Lads hanno passato i controlli vestendosi col più classico look da Scarvers: maglia e pantaloncini dell’Inghilterra, viso dipinto!

ANARCHY IN THE PREMIER LEAGUE: Negli anni ’70 ed ’80 le Firms inglesi più rispettate erano senza ombra di dubbio gli Headhunters del Chelsea, l’Intercity Firm del West Ham (unanimemente considerati I numeri 1 d’Inghilterra) I Teatrement del Millwall, la 6.57 Crew del Portsmouth, i Cool Cats del Manchester City, la Mob dell’Everton, la Leeds Service Crew e gli Zulu Warriors del Birmingham. I tifosi del Liverpool non erano considerati bravi a scontrarsi come lo erano a rubare. I nomi delle firms derivavano spesso e volentieri dall’abitudine di prendere sempre lo stesso treno per spostarsi (vedi ad esempio "Intercity Firm" o la 6.57 Crew che prendeva il nome dall’orario in cui erano soliti prendere il treno!). Al contrario di quanto accade in Italia, la stragrande maggioranza delle Firms non ha l’abitudine di rappresentare il proprio nome su striscioni, e le pezze che spesso si vedono attaccate in occasioni di partite della Nazionale inglese rappresentano più facilmente gruppi di semplici tifosi. In seguito alle operazioni di polizia ed all’avvento della scena rave, mutò anche il panorama delle tifoserie, ed emersero nuovi gruppi prima sconosciuti come la Baby Squad del Leicester, la BBC Crew dello Sheffield United o la Villa Youth Firm dell’Aston Villa. Negli anni ’90 i Chelsea Headhunters erano di fatto considerati la Firm numero 1 di tutto il paese assieme ai Bushwackers del Millwall (i ragazzi più giovani che avevano preso il posto dei Teatrement).