Nella foto dell'archivio Corrardi c'è la vecchia casacca in maglina tutta rossa con i calzoncini neri. Gli allenamenti lontano da Fiorenzuola perchè eravamo carenti di impianti, nella nebbiosa Castelvetro, al confine con Cremona. Poi la seduta di rifinitura prima della domenica in un piccolo fazzoletto di terra ricavato fra le piante che circondano il vecchio stadio Comunale. La sede era in un locale di una vecchia palazzina in centro. Era il Fiorenzuola allenato dal cremonese ex serie A (Lazio, Cremonese, Samp, Bologna) Bruno Franzini che poteva disporre di Vittorio Cironi al secolo il bomber di Cortemaggiore, del portiere Struzzi da Villanova, degli "stranieri" provenienti dal di là del Po dalla vicina provincia di Cremona: Guarneri, la forte punta Giancarlo Bresciani, il grande Erminio Ferri, poi Puerari e il terzino Manganati, bomber Danilo Bertelli. Poi i piacentini: Salvatore Fermi e Amici, i talentuosi Papa e Capozza. Tanzi bandiera della Fortitudo Fidenza. Mister Franzini poi verrà esonerato, sostituito prima da Piero Garbi e poi da Giuseppe Bernini. Come massaggiatore la figura storica di Marchesi, il segnalinee e magazziniere era Narcisi; Rugalli come preparatore dei portieri, Contini come dirigente. La vittoria del torneo "Enea Craviari" si legge ?? il torneo Enea Craviari ? Campionato di Promozione Lombarda 1976-77 girone C, assieme al Pavia dei futuri rossoneri Chierico e Mascheroni e la Vogherese, il Crema 1908 (che sta risorgendo), il Casteggio 1898, la Soresinese, il Mortara, la Rivoltana, il Codogno, la Portalberese (casacca nero-verde), la Castelleonese, la Melegnanese, la Leoncelli di Vescovato, i granata del Robbio, le sorelle piacentine Pontolliese e Castellana. la classifica finale: Pavia 43, Soresinese 42, Casteggio 40, Vogherese 34, Pontolliese e Robbio 33, Rivoltana 31, Codogno 30, Portalberese 29, Castelleonese, Crema, Mortara 28, Fiorenzuola 25, Castellana 21, Melegnanese 20, Leoncelli 15 0-0 contro il Pavia capolista sia in Lombardia allo stadio Fortunati, che in riva all'Arda. Grandi! Il peggior attacco del girone. 13° posto in classifica, appena salvi a fine campionato.Tutto e subito nel calcio non si può...
I GOL PIU' BELLI DELL'ANNO 2015: sul gradino più alto del podio il gol-vittoria di Matteo Girometta ad Alzano Lombardo contro la Virtus Bergamo, poi a seguire: quello di Francesco Volpe all'Inveruno e la rete di Luca Franchi nel derby contro il Piacenza al Comunale, girone di ritorno campionato di serie D 2014-15.
Sul podio, al 1° POSTO la prodezza diGIRO :
AL 3° POSTO: il gol di Luca Franchi contro il Piacenza di Luciano De Paola (campionato 2014-15) :
Le IMMAGINI più belle dell'anno 2015
la festa in campo a fine derby: FIORENZUOLA-PIACENZA per le 101 di LUCA FRANCHI con la maglia dell'US FIORENZUOLA 1922
Mister ALBERTO MANTELLI premiato per la sua centesima panchina in Rossonero dal Presidente LUIGI PINALLI
GIANCARLO ANTONIONI in visita a Fiorenzuola accompagnato dal Neo-presidente ROBERTO PIGHI
FIORENZUOLA-GRUMELLESE 2-1 prima di campionato, la corsa di Girometta e l'abbraccio con mister Mantelli
Presentazione di inizio stagione della cantera Rossonera, l'ACADEMY 1922 US FIORENZUOLA CALCIO al cinema Capitol di Largo Gabrielli
FIORENZUOLA-INVERUNO, il presidente FRANCESCO PIGHI dona all'A.P.L. l'incasso della gara
PARMA-FIORENZUOLA campionato Juniores, i ragazzi di Uldarico Tretter affrontano i gialloblu di mister Barone.
La festa nello spogliatoio Rossonero per il ritorno alla vittoria nella trasferta di Bergamo
Giovani talenti crescono in Rossonero ...
La grinta di MARCO FOGLIAZZA in SONDRIO-FIORENZUOLA, e i Rossoneri tornano al successo. ALTRE BELLE IMMAGINI che vale la pena ricordare: Mantelli squalificato in gradinata in Fiorenzuola-Bustese assieme ai sostenitori Rossoneri, le capriole di Francesco Morga a Sondrio.
i soldi di sicuro non gli mancano ma se hai la passione dentro... non ce la fai. Non ce la fai. MASSIMO ODDO oggi allena in serie B il Pescara, nobile squadra della sua città, come aveva fatto il padre Francesco negli anni 90' ..e con buoni risultati per ora.
US Fiorenzuola 1922 è stata la prima esperienza calcistica del terzino abruzzese. Arrivato come colpo di mercato dell'estate 1995 dalla Primavera del Milan (i primi calci li ha tirati nella Renato Curi), ricordo ancora il titolone di Gazzetta dello Sport, il giovane Oddo tradì non poco le attese. All'epoca a Fiorenzuola era il Bar Commercio il caffè dei calciatori. Quello in piazza Marsala. Bar Marylin, bar Riva, notti brave in Valdarda che partivano dai locali cittadini si mormorava per il diciannovenne di belle speranze. Verità o palle.. sta di fatto che Massimo la carriera l'ha fatta, eccome.
Dopo l'esperienza al Fiorenzuola prima di D'Astoli e poi di Tomeazzi, il mancino ha girovagato in club di serie C della Lombardia per poi spiccò il volo verso la serie A. Capitano della Lazio, poi Campione del Mondo con la Nazionale di Lippi nel 2006 ("il barbiere di Berlino"), Campione d'Italia con il Milan con una Champions League, una Coppa Intercontinentale e una Supercoppa Uefa sempre in Rossonero, una Coppa Italia con la Lazio.
"E' bellissimo. L'ho visto ad una festa, non ho avuto il coraggio di parlarci, mi tremavano le gambe. E poi lo dicono anche le mie amiche, l'impressione è che sia un toro da monta".
Elena Grimaldi, pornostar
2008
Oddo festeggia con il brasiliano Kaka la Champions League
C'è da dire che in quell'anno non sarebbe stato facile battere la concorrenza di Paolo Foglio.
Per il terzino bergamasco pari età di Massimo Oddo era già il secondoanno a Fiorenzuola e credo che metà del suo cartellino era in mano alla dirigenza di via Campo Sportivo 1.
Mi immagino cosa possono avergli detto a casa i suoi: "Paolino se vuoi fare il calciatore, questa è un occasione da non farsi scappare. Lavora sodo, corri, dai il massimo"
L'annata 1995-96 di Foglio a Fiorenzuola fu strepitosa tanto che a fine stagione rientrò all'Atalanta per giocare in serie A.
Regalare la gioia di un 13al TOTOCALCIO che vale 5 miliardi e 260 milioni di lire (la vincita record di tutti i tempi). il FIORENZUOLA ha fatto anche questo nella sua storia quasi centenaria. Cambiare la vita a tre italiani. Sono cose che ti segnano. Chissà se almeno uno di loro ogni tanto si informa alla domenica su quanto ha fatto il mio FIORENZUOLA che con il suo 2 a Trieste, nel lontano 1993 contribuì a trasformare in ricco sfondato un pensionato o un padre di famiglia.
la prima volta del FIORE in schedina, marzo 1992
Niente dirette TV in quegli anni spensierati, niente scommesse. Tutto ruotava attorno alla radio, a 90° Minuto in televisione e al gioco del Totocalcio e i suoi tredici segni in colonna l'1 - X - 2. E a Fiorenzuola come in tutta Italia si correva al sabato pomeriggio nelle ricevitorie del paese a fare lunghe file al Caffè Tre Mori e dai fratelli Draghi al Bar Joker. Eravamo tutti sistemisti, con le lire in mano, in gruppo o da soli. In quegli anni Fiorenzuola d'Arda era conosciuta a livello nazionale per la squadra di calcio salita alla ribalta e anche per i biglietti vincenti della Lotteria Italia di Capodanno da acquistare al suo Autogrill a ponte "il Pavesi" sull'Autostrada del Sole. Camionisti di passaggio venuti dal Sud a staccare decine e decine di tagliandi in uno dei posti più fortunati d'Italia.
Tornando alla schedina, nel marzo del 1992 la nostra prima partecipazione al concorso: Fiorenzuola-Varese, campionato di serie C2. Segna Stefano Pompini (il bomber di Noceto) a regalare lo storico 1 di schedina ad un Italia ferma immobile davanti agli schermi televisivi con un pezzo di carta in mano.
LA VINCITA RECORD DEL NOVEMBRE 1993, TRIESTINA-FIORENZUOLA 2 FISSO
La domenica italiana è una domenica serena La schedina tra le dita può cambiare la tua vita
Canta così Toto Cutugno nella sigla iniziale di Domenica In del 1987, il programma contenitore di Rai Uno che tra frizzi, lazzi e spot pubblicitari ospita al suo interno 90° Minuto. Le partite della Serie A si giocano tutte insieme e la storica trasmissione condotta da Paolo Valenti è la prima a mostrare i riflessi filmati, ma anche il momento cruciale per controllare la schedina. Si sa che il Totocalcio, o la SISAL come dicono i più retro, offre spesso quote popolari, a volte regala vincite di una buona entità ma una volta ogni uno-due anni c’è il tredici col botto, quello che appunto ti cambia la vita, come dice la canzone e come raccontano alcuni film cult ( "Al Bar dello Bar Sport" con Gerry Calà e Lino Banfi ).
La prima vincita milionaria, la prima a nove cifre e quella miliardaria del 31 dicembre 1977 hanno tanto da raccontare, anche sul piano sociologico visto che la schedina sin da subito è intimamente legata alla crescita generale dei consumi, alle aspettative dei modelli di vita che via via si creano, fino a diventare essa stessa uno degli emblemi del sogno consumista."
" È di nuovo novembre, quello del 1993, e solo sette giorni prima i blucerchiati di Eriksson sono riusciti nell’impresa di sconfiggere il Milan fuori da San Siro dopo più di due anni di imbattibilità esterna: un 3-2 in rimonta che li portati in testa al gruppo. L’emozione, però, fa brutti scherzi e il vantaggio iniziale siglato da Bertarelli fa il resto. Il Cagliari non risente neanche di uno sfortunato primo tempo (palo di Dely Valdes e due belle parate di Pagliuca) e alla distanza tira fuori tutta la sua freschezza atletica e la voglia di correre sotto la pioggia. L’uomo della provvidenza è il neoentrato Massimiliano Allegri, già in gol a Genova contro la Sampdoria nel giorno delle api pochi mesi prima. L’ex pescarese segna l’1-1 sugli sviluppi di un calcio d’angolo e due minuti dopo lancia Oliveira in profondità. Pagliuca aggirato, cross al centro e il tiro di Valdes è parato da Vierchowod: espulsione e rigore segnato da Matteoli. Mancini più tardi spreca dal dischetto l’occasione del pareggio e in alcune parti d’Italia si comincia a gioire. La messe di vittorie esterne in schedina è notevole: in A vincono fuori anche il Genoa a Udine, il Milan nel derby e la Lazio a Napoli, nella parte basseil Fiorenzuolaa Trieste. La sera, nel posticipo (eh sì, siamo già al primo anno di Tele più), il Parma di Zola fa fuori 2-0 la Juventus e a fare festa davvero rimangono in pochi: si contano tre tredici da 5 miliardi e 260 milioni di lire. Un record che non verrà più battuto."
Una vera e propria perla per gli amanti di cinema e calcio quella che vede protagonista Alberto Sordi ne "Il presidente del Borgorosso Football Club", film del 1970.
Ma cosa centrano il Cesena, Manuzzi, il Baracca Lugo ed Helenio Herrera?
La commedia, diretta da Luigi Filippo D’Amico, vuole portare, con simpatia il pallone nel grande schermo con 115 minuti di allegria dal quale traspare l’amore per lo sport nazionale.
Alberto Sordi intepreta Benito Fornaciari (un cognome legato alla musica direi..) che riceve dal papà in eredità la società calcistica del Borgorosso fc.
Fornaciari non ha interesse ne’ per il calcio ne’ per la squadra, ma poi viene trasportato dalla passione diventando oltre che presidente, allenatore e primo tifoso. Già, esonera il coach sudamericano detto lo Stregone e prende le redini della squadra che navigava in acque agitatissime, bassa classifica e contestazioni dei supporters.
Benito fa risalire la classifica ai bianconeri sfiorando il primo posto, ma crolla nella partita decisiva, quella con i rivali di sempre della Sangiovese..oltretutto con goal su rigore provocato dal gioiellino del mercato, la punta Celestino. Il presidente non ci sta ed invade il campo per litigare con l’arbitro, seguito dai tifosi che così compromettono la partita e la stagione ottenendo la squalifica e la penalizzazione.
Una cordata di imprenditori lo convince o costringe a dimettersi, ma Fornaciari durante la conferenza stampa fa un colpo di reni ed invece di lasciare, annuncia di aver acquistato Omar Sivori! Rimane solo alla guida della società, con talmente tanti debiti che gli viene pignorato tutto…anche il pullman della squadra.
Lui, temerario, appassionato,come alcuni presidenti di calcio della realtà di quegli anni, invece di disperare parte con la squadra per la trasferta su un autocarro! Ce ne fossero di presidenti con cuore al giorno d’oggi!
La storia è ovviamente di pura fantasia, ma ha dei legami con la realtà:
l’allenatore sudamericano scelto da Benito Fornaciari è una parodia di Helenio Herrera, sia per la voce, l’accento, la struttura fisica che per le idee tattiche….Poi Helenio era detto il Mago e José Buonservizi il Santone!
Il film è stato girato a Bagnocavallo, ma le scene delle partite sono ambientate allo stadio di Lugo (Ravenna), dove gioca il Baracca Lugo (nei primi anni 90' in serie C).
E’ trapelato negli anni che i bianconeri del Borgorosso si rifacciano al Cesena di Dino Manuzzi, che porta gli stessi colori e che aveva vissuto in quegli anni la favola di Cenerentola passando dalla C, alla B fino alla Serie A.
C’è invece una versione che fa credere che la società di riferimento sia il Baracca Lugo, sempre bianconeri ed impegnati in serie D..in effetti non si capisce dal film quale campionato giochi il Borgorosso.
Omar Sivori, che interpreta se stesso, aveva chiuso la sua stupenda carriera proprio l’anno precedente al film…forse sperava davvero in un ingaggio di qualche squadra minore?
Footballer a 45 giri, non ci crederete, ma il Borgorosso Football Club 1919 è una società di calcio che esite davvero! Fondata a Roma nel compleanno di Alberto Sordi, nell’anno 2006.
Come recita la locandina del film, finiamo dicendo che chi si astiene dalla lotta, è un gran figlio di mignotta!
« Da sei fino a dodici anni ho fatto tanta palestra. I miei genitori volevano che crescessi facendo uno sport che esaltasse la coordinazione. Poi, alla lunga, ha prevalso la mia passione per il calcio e così mi sono buttato sul pallone ». « corpo libero, anelli, volteggio, sbarra, maniglie. Ho fatto tutto e ancora oggi certi esercizi mi riescono ancora bene. Così a ogni gol faccio sfoggio di un'acrobazia. Quest'anno mi vengono meglio, sono più carico » FRANCESCO MORGA
quotidiano IL CENTRO (ottobre 2011)
Con la doppietta di Sondrio il bomber ventinovenne monopolitano ha superato la soglia degli 80 gol in carriera (sono 81 per la precisione).
Alcuni dei più bei gol in carriera di Francesco Morga, attaccante del Fiorenzuola :
ANCHE LA LOKOMOTIV MOSCA VUOLE MORGA 11 marzo 2005 I russi si stanno interessando al centravanti del Tor di Quinto che però sogna l' Inter Il diciannovenne centravanti ha già segnato 11 gol in Eccellenza «Coi russi non ho ancora firmato». Lo cercano anche Samp e Messina C' è chi dice che tra un po' i suoi gol li festeggerà a un passo dal Cremlino e chi, invece, assicura che non si muoverà dall' Italia. Per ora, però, quel che è certo è che Francesco Morga ha messo da parte tutto, pensando solo a entusiasmare l' Inghilterra nelle due amichevoli giocate dall' Italia in terra d' Albione. «È stata un' altra bella avventura, da collezionare nell' album dei ricordi», dice il centravanti pugliese, 19 anni il prossimo 29 marzo e un futuro a metà tra la Lokomotiv Mosca e il sogno dell' Inter. La sua storia nasce a Monopoli, una piccola città di mare a sud-est di Bari. Qui al pallone e al calcio Morga da piccolo preferisce le sbarre e gli anelli. I primi contatti con lo sport sono infatti con la ginnastica artistica, disciplina che pratica fino ai 12 anni. «Era l' altra mia grande passione - dice - e andavo anche molto bene. Poi però il calcio ha prevalso». Così, a 13 anni, Francesco decide di sostituire alle partitelle con gli amici quelle con la maglia dell' Esperia Monopoli. «Ma la ginnastica mi è servita anche per il calcio. Coordinazione e struttura fisica nascono dalle tante ore passate in palestra». All' Esperia arrivano i primi gol e a Francesco pensa il Catanzaro. «In giallorosso ho giocato un anno con gli Allievi nazionali, ma non mi sono trovato bene. Così ho deciso di trasferirmi a Roma, al Tor di Quinto. Ed è stata la mia fortuna, insieme alla mia famiglia». Papà Giuseppe, mamma Madia, un fratello (Stefano) e una sorella (Ilaria). Sono loro che non gli hanno mai fatto mancare l' affetto e Francesco, appena arrivato al Tor di Quinto (che lanciò anche Marco Materazzi), si è affinato, diventando un centravanti alla Casiraghi (anche se lui si rivede più in Filippo Inzaghi). Gli 11 gol segnati quest' anno in Eccellenza (con la squadra ultima) e le belle prestazioni con la maglia dell' Italia Under 18 Dilettanti stanno lì a testimoniarlo. È lui l' uomo su cui la Lokomotiv Mosca ha messo gli occhi. «Ma non ho ancora firmato, ve lo giuro - sottolinea -. Quella russa sarebbe una bella avventura, ma lì fa freddo e io sono nato al mare. Scherzi a parte, voglio aspettare ancora un po' . Magari si concretizza qualcosa in Italia...». Già, perché su di lui si sono già mosse anche Messina e Sampdoria. Voci di corridoio, osservatori, relazioni. «Ma ancora nessuna offerta. Sento dire tante cose, aspettiamo e vediamo». Magari l' Inter, che sembra averlo notato al «Roma Caput Mundi» e che sembrerebbe pronta ad aumentare la sua batteria di attaccanti con questa giovane scommessa. «Sarebbe un sogno - ride Francesco -. Anche se in questo momento mi vergogno un po' a dirlo, sono tifoso interista. Non vinciamo mai, ma la fede non si può proprio cambiare...». Il proprio futuro, però, probabilmente sì. E Morga non aspetta altro. Il tutto, sempre, con la stessa filosofia. «La lealtà. Questo calcio ha bisogno soprattutto di questo. E di grande umiltà». an. pu. LA SCHEDA CRESCIUTO A MONOPOLI Francesco Morga, centravanti, è nato a Monopoli (Ba) il 29/03/1986. GLI INIZI Gioca il suo primo campionato a 13 anni, con l' Esperia Monopoli. Poi un anno a Catanzaro e il trasferimento al Tor di Quinto. AL CENTRO DEL MERCATO Punto fermo della Nazionale, a lui sono interessate Lokomotiv Mosca, Inter, Sampdoria e Messina. Pugliese Andrea Gazzetta dello sport, 11 marzo 2005 fonte: http://archiviostorico.gazzetta.it/2005/marzo/11/Anche_Lokomotiv_Mosca_vuole_Morga_ga_10_0503116413.shtml
Marco Fogliazza in azione alla Castellina di Sondrio
Era la partita da ultima spiaggia per antonomasia quella da giocare alle pendice delle Alpi, contro la nostra compagna di sventure, il Sondrio. Con la panchina di mister Mantelli sempre traballante e un centrocampo tutto da inventare le insidie di Sondrio avrebbero demoralizzato anche il più spericolato degli scommettitori. Puntare su un Sondrio in ripresa nonostante l'ultimo stop di Sesto San Giovanni o su questo Fiorenzuola che non sa più vincere da mesi?
la classifica al giro di boa
Nella sfida della disperazione, il mister di Parma, Alberto Mantelli è chiamato all'ennesima prova d'appello dalla dirigenza. Il tecnico delle 124 panchine record in Rossonero ritrova il capitano di sempre nel bene e nel male, il capitano dei capitani Dennis Piva per la difesa e getta subito nella mischia il neo-acquisto Andrea Molinelli. Il giovane mediano di Borgonovo Valtidone vanta solo due sedute di allenamento in Rossonero e una manciata di presenze nella Pergolettese. Dentro anche Filippo Donati sulla destra dal primo minuto. E' un Fiorenzuola che alle alte altitudini di Sondrio (che non è La Paz) si gioca le ultime speranze di riuscire a centrare la salvezza senza passare per i play-out. Un Fiorenzuola che sa incassare il colpo dell'avversario, sembra quasi averci fatto il callo come un navigato pugile, che a volte goffo riesce comunque a rialzarsi, come chi ne ha viste davvero di brutte e anche di peggio nella vita. Un Fiorenzuola che va un momento all'angolo, si passa la spugna sulle botte gonfie, si sciacqua la bocca dal sangue, si rimette il paradenti e con la fame vera che ha addosso prima assesta il colpo del pari con il toro di Civate e poi completa l'opera con i fendenti letali di Morga. Un successo che è solo un passettino in avanti verso la cima di una montagna forse troppo alta e da scalare ma che vale davvero tanto in questo momento. Rinforzi mai così azzeccati. Il gol di potenza di Davide Castagna, il primo in Rossonero, il settimo personale del nostro Rooney (6 li ha già realizzati nella prima parte a Pro Sesto) ha rotto l'incantesimo. Il toro di Civate abituato alle altitudini voleva troppo questo gol. Poi la doppietta di Francesco Morga hanno esaltato finalmente un attacco ritrovato, che aveva sofferto di troppa anemia fino ad oggi. Un uno-due micidiale di Checco Morga, che quando danza in area, quando prende botte e a suo modo le ridà indietro con classe e eleganza, con la barba e la chioma lunga ha per me sempre più le sembianze del commissario Nico Giraldi. Quello che sa sempre toglierti dai guai in modo spettacolare e avvincente. L'attaccante pugliese ha finalizzato al meglio il penalty del pari procurato dal gemello del gol Castagna, rigore che è anche costato l'inferiorità numerica per i bianco-azzurri, poi, con il secondo gol, il terzo con l'antica divisa del Us Fiorenzuola 1922, ha messo i tre punti sotto l'albero, a compendio della buona prestazione di una squadra intera che ha tanti difetti, che son mesi che prende botte ma che ha il pregio di rialzare sempre la testa senza mai gettarie la spugna. Mentre in Valtellina, nella tana del Sondrio si faceva grande festa, a Piacenza, i biancorossi dei record finivano di fare il paio, senza sconti, alla Virtus Bergamo dell'Armando Madonna. Il Mindo, un simbolo all'ombra del gotico. Un pò come se da noi a Fiorenzuola dovesse ricapitarci davanti Rocco Crippa o Sandro Melotti da avversari. Niente sconti e così Marco Fogliazza e C. scavalcano anche i bianconeri orobici. Chiudiamo il girone nella terz'ultima piazza a 5 punti dalla zona salvezza. Ora la partita è riaperta e lasciare l'ultima posizione in classifica anche se i punti sono davvero pochi ci da coraggio in vista del girone di ritorno. A Sondrio abbiamo fatto le prime prove di play-out, di palpitanti scontri salvezza da finale di campionato. Bisogna essere consapevoli, senza illusioni di cosa ci attende. Partiti con tanti proclami, abbiamo vissuto i mesi forse più tristi e difficili degli ultimi decenni dell'Us Fiorenzuola 1922. Uno spot radiofonico dice: la tua squadra retrocede, ti molla la ragazza... "La tua squadra retrocede" come prima cosa la dice tutta. Vivere: gioie, vittorie, dolori, dispiaceri, sconfitte è il vivere vero e unico di chi ha nel cuore la passione per il giuoco più bello del mondo. Il Calcio.
Regalarsi una gioia. Una vittoria attesa da mesi. feste natalizie con un successo era troppo importante. Per tutti.
i gemelli del gol
Chiudere lo sfortunato 2015 che era già sfortunato di se da gennaio, vedi i pochi punti racimolati nel ritorno dal più quotato Fiorenzuola 2014-15, chiudere l'andata prima delle
Un ritorno alla vittoria che permetterà ai Rossoneri di lavorare con un pò più di serenità nella sosta natalizia per poi ripartire per l'Epifania con l'insidiosa trasferta a casa della Grumellese. Ma intanto, prima di tagliare il panettone ci tocca aggiornare con il pennarello rosso la classifica del Fiore al vecchio bar del Ponte. Finalmente torno a colorare tre quadrati di rosso e posso riporre per un pò. Un bel Natale a tutti. Marry Christmas!
capitan Dennis Piva al rientro a Sondrio (immagini di www.sondriocalcio.com)
SONDRIO–FIORENZUOLA 1–3
SONDRIO (4-2-3-1): Marco Fascendini, Mostacchi, Secchi, Fiorina, Frigerio, Poncetta (21' st Brandi), Ronzoni, Stefano Locatelli, Della Cristina, Crea (26' st Speziali), Speziale (12' st Della Mina). A disp.: De Tommaso, Colombo, Martinelli, Buzzella, Mattia Locatelli, Codega. All.: Alberto Bertolini.
FIORENZUOLA (4-3-1-2): Corradi, Donati, Mameli, Masseroni, Piva, Fogliazza, Guglieri, Molinelli, Castagna (44' st Reggiani), Franchini, Morga (30' st Girometta). A disp.: Comune, Ratti, Pighi, Sereni, Maggi. All.: Alberto Mantelli.
ARBITRO: Perenzoni di Rovereto
MARCATORI: 20' pt Stefano Locatelli, 32' pt Castagna, 4' st Morga su rigore, 20' st Morga.
NOTE: giornata soleggiata. terreno in buon econdizioni.
Alberto Mantelli tecnico del Fiorenzuola. A Grumello sarà la panchina n°125 in Rossonero del coach parmiano.
Classifica Marcatori girone di Andata, Serie D girone B 2015-16 :
al Bar Ponte, sulla vecchia parete rivestita in legno c'è sempre il cartellone tracciato a pennarello con classifica aggiornata e risultati. In rosso i punti e le vittorie della squadra di calcio del paese, in blu i pareggi e in nero le sconfitte. Una classifica che ancora piange per i nostri colori, ma c'è ancora tutto il girone di ritorno da disputate.
Nonostante siamo bombardati, aggiornati in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo grazie a internet, il tradizionale cartellone del Campionato dell'US FIORENZUOLA al vecchio bar del Ponte non manca. Dagli anni 70', quando fu dopo il bar Cigala, sede e punto di ritrovo del Club Fedelissimi, ad oggi.
Ricordo le pareti occupate dalle maglie degli EX che negli anni 90' avevano raggiunto la serie A e la serie B: la maglia dell'Atalanta di Marco Sgrò, la maglia n°1 del Ravenna di Hugo Daniel Rubini, la maglia arancione di Daniel Terrera della Pistoiese. ecc.
Cose d'altri tempi, cose semplice che emozionano ancora.
US FIORENZUOLA 1922 a domicilio della Varesina, campionato di serie D 2015-16 in alto da sinistra: Corradi, Sessi, Girometta, Fogliazza, Piva, Volpe, accasciati: Guglieri, Masseroni, Mameli, Sereni, Petrelli. (a Venegono)
Trasferta in quota. Ultima uscita dell'anno in quel di Sondrio per i Rossoneri di Alberto Mantelli. Rimandato il ritorno al successo fra le mura amiche al prossimo anno, si va in quel di Sondrio per cercare di chiudere al meglio questo il girone di andata.
I precedenti in quota nella storia dell'Us Fiorenzuola non sono incoraggianti. In serie C, contro Aosta sempre perso. Un pò meglio in serie D, contro il Valle d'Aosta nella stagione 2003-04: un calcio di rigore di Sandro Melotti regalò il successo ai Rossoneri allenati da Galli. Anche a Trento, contro il club di casa giallo-blu sempre perso. Della trasferta di Bolzano nell'annata 1988-89 non possiedo il risultato. Invece nell'inverno del 2000-01 in serie C2 l'abbiamo espugnata con una rete dell'ex juventino Luca Dosi contro l'Alto Adige Sud Tirol allenato da Sannino. Nel 2002 pareggiato 0 a 0. Nella gara di esordio del campionato di serie D 2004-05, perso per una rete a zero contro i padroni di casa del Bolzano Bozen con una ciurma di giovanissimi (c'era anche il nostro Dennis Piva). Quel Fiorenzuola mise a segno la miseria di 31 punti, penultimo in classifica a fine anno, con retrocessione diretta. Quell'anno l'ultima della classe era l'Arco affrontato all'ultima di campionato: vittoria di misura con goal di Lele Pizzelli a evitare l'ultima posizione.
La squadra partirà alla volta di Sondrio nella giornata si sabato. Trasferte lunghe, in posti insidiosi. Quanto abbiamo temuto negli anni passati le trasferte in terra Toscana.
Nella Sondrio dell'ex Luca Colombo non fa caldo, anzi fa freddo. Piuttosto freddo. E i metri sopra il livello del mare non sono 3600 ma solo 360. Ci attende di certo una sfida non facile, ma Sondrio non è La Paz. Tornado ai giorni nostri, sul sito della Bustese ho letto il commento del pareggio al Comunale di domenica scorsa: grossa delusione per un pareggio ottenuto in superiorità numerica contro il Fiorenzuola che è risultato davvero "poca cosa". Non mi incazzo, ci si rincontra in aprile e chissà.. Non mi incazzo perchè questo maledetto e sventurato 2015 è oramai concluso. Alcuni segnali positivi si sono rivisti domenica scorsa. Proviamo a ripartire. Ricordo un Fiorenzuola espugnare Imola in un momento veramente difficile lo scorso anno. Chissà che razza di molla era scattata in quella settimana precedente a quella trasferta. La panchina di Alberto Mantelli è ancora a rischio, dopo Sondrio poi ci si dovrà preparare per un girone di ritorno all'arma bianca, sfruttando la sosta natalizia. In settimana, c'è stato l'addio di Francesco Volpe che ha salutato tutti, compagni di squadra e dirigenti. Un addio con stile da parte del laterale partenopeo. Chissà, forse in un Fiorenzuola con un gioco diverso o con una caratura tecnica maggiore Volpe avrebbe fatto vedere quello che tutti noi ci aspettavamo. Chissà. Buona fortuna Fox. Giovedi 17 dicembre, si è chiuso il mercato di riparazione dei dilettanti. E' arrivato uno dei due obiettivi dichiarati dal presidente Pinalli (un difensore e un centrocampista). E' Andrea Molinelli play-maker di centrocampo, classe 1993 originario di Castel San Giovanni, arrivato dalla Pergolettese. Anche senza Volpe, nonostanze le tante assenze, abbiamo giocatori di tecnica e qualità che gli altri non hanno. In alta Lombardia anche se farà freddo forse servirà un Fiorenzuola attento e pò sudamericano, strafottente di quei che lo attanagliano da troppo tempo. Un Fiorenzuola con personalità e grinta da vendere. Sondrio non è La Paz. Forza US FIORENZUOLA 1922 !
il CALCIO in ALTITUDINE
Gli oltre 3600 m s.l.m. di La Paz creano in effetti non poche difficoltà agli avversari, costretti a giocare in condizioni di aria rarefatta, con conseguenze quali affaticamento più rapido e maggior velocità (e spesso imprevedibilità della traiettoria) dei palloni calciati. Condizioni cui invece i boliviani sono perfettamente abituati. Varie nazionali e squadre straniere si sono lamentate di tale situazione, chiedendo un intervento della FIFA. In un primo momento il massimo organo calcistico internazionale ha reso nota, il 27 maggio 2007, la propria decisione di vietare che gare internazionali potessero svolgersi a più di 2500 m s.l.m. Il tutto ha generato inevitabili proteste non solo boliviane, ma pure da parte delle federazioni calcistiche dell'Ecuador (il cui stadio nazionale, l'Olímpico Atahualpa di Quito, sorge a 2850 m s.l.m.) e della Colombia (ove El Campín di Bogotà si trova a 2640 m s.l.m.). La Bolivia ha avviato una campagna di protesta, culminata con una partita giocata, il 2 giugno, dal Presidente della Repubblica Evo Morales e da alcuni membri del governo in un improvvisato campo da calcio sulle Ande a oltre 5000 m s.l.m., a dimostrare che si può giocare a pallone anche a simili altitudini. L'iniziativa dei politici boliviani ha sortito gli esiti sperati. Il 27 giugno, infatti, la FIFA ha infatti modificato la propria decisione, portando a 3000 m s.l.m. il limite massimo cui si può giocare una partita internazionale, ma alla Verde è stata concesso uno speciale permesso per poter giocare all'Hernando Siles. Qualora la FIFA fosse restata sulla propria decisione, la Bolivia avrebbe potuto scegliere come nuova sede nelle proprie gare internazionali l'Estadio Olímpico Patria di Sucre (capitale costituzionale del Paese, posta a 2790 m s.l.m.) oppure l'Estadio Félix Capriles di Cochabamba (posta a 2.548 m s.l.m.).
"La finale di Coppa Libertadores val bene una pillola blu. E’ quanto avrebbe pensato lo staff del San Lorenzo de Almagro, impegnatonella semifinale di ritorno della Champions League sudamericana. Nonostante il rassicurante 5-0 rifilato all’andata al Bolivar, la società ha paura di non farcela. Scendere in campo a La Paz, 3600 metri d’altezza sul livello del mare, non capita tutti i giorni e il fisico potrebbe non reggere. Ecco quindi la soluzione: secondo quanto riportato dal Clarìn, i calciatori assumeranno il Viagra prima di giocare i 90 minuti che dovrebbero consegnare la qualificazione per l’atto finale della Libertadores contro i paraguaiani del Nacional di Asuncion." http://www.ilfattoquotidiano.it/
Vincere in Bolivia non è mai facile per nessuno. Vincere lontano da La Paz, Sucre o Cochabamba, per la Bolivia, è ancor più difficile. La storia calcistica della nazione, che ha nel nome e non solo nella bandiera il riferimento al Libertador Simón Bolívar, si può riassumere così. Se guardiamo, infatti, quanto accaduto nelle prime quaranta edizioni della Copa América, scopriamo che i boliviani sono arrivati solo due volte sul podio, che solo due volte hanno ospitato la competizione e che ovviamente le due circostanze coincidono.
La prima volta, nel 1963, fu addirittura vittoria, ma paradossalmente conta meno. Uruguay e Cile disertano la competizione perché si rifiutano di giocare a La Paz, a 3600 metri sul livello del mare, le altre nazionali protestano e ottengono che si giochi anche a Cochabamba, a “soli” 2230 metri d’altezza. Il Brasile, comunque, convoca gente come Marco Antônio, Flavio Almeida da Fonseca, Claudio Danni e Procopio Cardoso e, se pensiamo che l’anno prima con Vavà, Pelé, Amarildo e Garrincha si era confermata campione del mondo, capiamo quanta importanza dia alla manifestazione. L’Argentina non è da meno e porta una squadra di tanti giovani che poi non saranno famosi. Detto questo, i padroni di casa sono bravi ad approfittare del fattore campo e del fattore altitudine. Un rocambolesco 4-4 in rimonta sull’Ecuador nella partita e poi solo vittorie nel girone all’italiana che vede confrontarsi tra loro le sette partecipanti (anche il Venezuela è, infatti, assente). Il secco 2-0 con cui la Bolivia regola a Cochabamba il Paraguay vale, a conti fatti, la Copa, ma i risultati più prestigiosi sono il 3-2 all’Argentina e il conclusivo 5-4 al Brasile. Quel giorno segna una doppietta Victor Ugarte, centravanti di buona tecnica, spesso indicato come miglior giocatore boliviano di sempre, la cui fama non è, però, mai andata oltre il paese andino, anche per le non fruttuose apparizioni in Argentina col San Lorenzo e in Colombia con l’Once Caldas.
www.calcioromantico.com
LA PAZ - Ancora un punto e la Bolivia è ai Mondiali dopo 43 anni di assenza: ma il travolgente cammino della nazionale sudamericana sta scatenando polemiche e discussioni. Primi fra tutti uruguayani e brasiliani: a La Paz hanno scoperto stupiti come la cenerentola del calcio sudamericano sia cambiata e hanno anche rispolverato la vecchia e discussa questione dell' altitudine. "Giocare a La Paz - ha scritto Fernando Calazans sul quotidiano ' O Globo' dopo il 2-0 sul Brasile - è un' inutile crudeltà alla quale vengono sottoposti i giocatori. La Fifa dovrebbe vietare che si disputino gare ufficiali a 3600 metri di altezza, ancora di meno se si tratta come in questo caso di partite per la Coppa del Mondo". Ma critiche in questo senso si sono alzate un po' ovunque: e molti preferiscono parlare dei 3600 metri d' altitudine dello stadio olimpico Hernando Siles, anziché ammettere che la nazionale boliviana sta giocando davvero un calcio superiore a quello di moltissime altre squadre rinomate del Sudamerica. Ad esempio, molti giornalisti hanno messo particolare enfasi nel raccontare di come i giocatori venezuelani, dopo aver perso per 7-0 a La Paz, abbiano dovuto fare ricorso a sei bombole d' ossigeno per recuperare il fiato. Dimenticato, o forse sottovalutato, il fatto che proprio quegli stessi giocatori boliviani erano riusciti a sconfiggere in casa i venezuelani per 7-1, in una partita svolsati a Puerto Ordaz al livello del mare. Ma davvero l' altitudine è così influente nel rendimento dei giocatori di casa? Secondo il medico sportivo Ruben Dario Oliva, che a La Paz ci è andato in diverse occasioni con la nazionale argentina, il problema dell' altitudine così come viene visto da molti non esiste. Per Oliva è più un fatto psicologico che fisico: "Tutte le volte che siamo andati a giocare a La Paz con la nazionale argentina siamo arrivati soltanto un giorno prima della partita e i giocatori, tranne qualche rarissimo caso di adattamento più lento, non hanno avuto nessun tipo di difficoltà. Tra l' altro abbiamo corso più noi dei boliviani e abbiamo anche vinto".
www.repubblica.it
E' uscito il nuovo libro di Gianfranco Polloni,la strenna delNatale
2015.
Giornalista sportivo di Libertà (e tifoso) legato alle vicissitudini dell'Us Fiorenzuola da prima degli
anni 80 ad oggi, in cantiere un opera prossima all'anno 2022 per celebrare i 100 anni di storia della società di via Campo Sportivo 1, inviato radiocronista negli anni 90' della serie C per
RadioTime, grande appassionato di auto d'epoca, Polloni racconta nel suo nuovo volume trent'anni di
storia della Cicloamatori Fiorenzuola,società ciclistica che non esiste
più, con forti aneddoti e ricordi suoi suoi protagonisti Fiorenzuolani, e alcuni riferimenti all' Us Fiorenzuola Calcio anni 70',
più un paio di interessanti indiretti che riguardano ex calciatori Rossoneri diventati ciclisti.
S.C. Cicloamatori Fiorenzuola 1970-2000. Trent'anni di ciclismo, pesonaggi e società ISBN-13:9788899026158
La preziosa pubblicazione è'disponibile nelle principali edicole cittadine: Edicola Piero Lepori in via San Rocco, Edicola Giuseppe Paraboschi di via San Fiorenzo e Edicola Stefano Bosini in via Liberazione e alla libreria "il
Sentiero". Buona lettura
Devo smettere di ascoltare Vecchioni. Lo rispolvero nei momenti un po' così. Difficili. Prima della delicata sfida contro la matricola Bustese ho provato anche a recarmi al vecchio bar del Ponte come in un pellegrinaggio di speranza a un tempio sacro. A ricercare qualcosa di rossonero che aiuti ad uscire dalla crisi. Il bar, all’interno è rimasto tale quale vent'anni fa, stesse sedie e tavolini, stessa stufa. Stesso bancone. Di cimeli rossoneri ne sono rimasti pochi. Alla parete: il cartellone con la stagione in corso e i Fiorenzuola di Villa, uno datato primi anni 80’, poi quello 1982-83 del salto in Interregionale con il Rompipallone Gene Gnocchi e bomber Bertelli e poi il poster di dieci anni dopo che commemora i protagonisti della storica promozione in serie C1. Che ricordi. Mi bevo il caffè e via. US Fiorenzuola 1922-Bustese Roncalli. Il Fiore vestito di bianco e azzurro (senza inserti rossi e neri) alla ricerca della rottura dell'incantesimo. Scaramanzia, ritorno al passato o omaggio a un marchio che negli ultimi anni ha dato sostegno e grande contribuito dal settore giovanile alla prima squadra della gloriosa società di calcio del paese. Espressione di un territorio, della sua gente, della sua storia. Il Fiorenzuola degli anni 50' ha vestito questi colori: l'azzurro per circa un decennio. Vestivano azzurro: Vaccari, Brodesco, Pizzigoni, Maccagni tutti fiorenzuolani. Vincendo.
In settimana la società per la prima volta aveva alzato la voce, mettendo all’angolo tecnico e giocatori. La Bustese e l’entusiasmo delle neopromosse. Mantelli lo avrà marcato di sicuro in un Trento-Novara, ma i tabellini delle gare di allora non si trovano in internet. In panchina Marco Cavicchia ex attaccante di Novara, Olbia e Pro Sesto ai tempi del Fiorenzuola in serie C. Contro un’avversario tranquillo in classifica, con difesa solida, uomini di esperienza a centrocampo e giovani a correre sulle fascie, il Fiorenzuola scende in campo subito attento e aggressivo. Alla ricerca di quell’inizio di filotto che proprio non vuole arrivare c'è un Fiore desideroso di farsi perdonare la brutta prova offerta a Olginate, di salvare il mister. La panchina del Fiorenzuola è a rischio. Tutto nei soli 90 minuti di un adwmars piguet. Alberto Mantelli è in gradinata con i suoi più fidati uomini che non possono battersi causa squalifica e infortunio: capitan Piva e Petrelli, da sempre i più fedeli e affezionati. Per tutta la gare ed oltre il mister si sbraccierà, griderà, sosterrà i suoi. Speranze, lacrime, passione vera per il calcio. In panchina c'è Maghenzani. E' la prima da capitano di Marco Fogliazza. Non siamo giunti neanche alla mezz'ora: fallo di mani a centrocampo, doppio giallo, troppo troppo severo. Sessi viene espulso (la seconda espulsione diretta di quest’anno per il centrocampista reggiano). Servirebbe un pizzico di serenità, di positività e invece tutto si fa in salita con la tensione sale. Quando sei con l’acqua alla gola gli episodi si ingigantiscono, diventano montagne. In campo e fuori, vibrano come non mai le proteste all'indirizzo del direttore di gara giunto dalla lontana Calabria. Una direzione di gara che lascerà tutti molto perplessi. Con l'uomo in meno, oltre ai problemi risaputi ora si fa veramente dura. Molto dura. Guglieri si sacrifica spostandosi al centro assieme a Mattia Masseroni. Vivacissimo Francesco Morga che da dietro sembra il commissario Nico Girardi in azione, interpretato da Tomas Milian in quei spettacolari poliziotteschi anni 70-80. L’attaccante di Monopoli si sfianca, sbatte contro gli avversari e una panchina. Tutto regolare. Ma come? Raffaele Franchini alla prima nelle vesti di regista nel Fiorenzuola da ordine e personalità finalmente ad un centrocampo che è in difficoltà. Il faentino è mingherlino ma si fa rispettare. Reattivo e con idee chiare. In pratica Peppe Casisa sempre sognato. Sereni, Mameli e Donati (appena tornato dall’esperienza al Parma di Apolloni) si sono dannati sulle corsie esterne. Marco Fogliazza al centro della difesa assieme a Reggiani non sbaglia nulla, e così il nostro n°1 Tommaso Corradi vivrà la sua prima domenica di ferie anticipate.
Positiva anche la prova di Davide Castagna che non ha trovato il primo gol in Rossonero ma si è mosso bene a ritmi elevati, battendosi su ogni pallone. L'attaccante di Lecco sembra quei centravanti tutta corsa e potenza della First Division, la vecchia Premier League inglese (quella delle sintesi e dei gol su Telemontecarlo). Il Toro, il nostro Rooney ha cercato il gol e si è poi dovuto sacrificare per i compagni, per la sua SQUADRA.
Errori dimezzati e nessuna bocciatura stavolta, ma c’è voluto l’appello severo dei dirigenti per ritrovare un Fiorenzuola con l’atteggiamento giusto in campo.
...Sarebbe balzato in campo scavalcando la recinzione, si sarebbe strappato con le mani il giaccone di dosso, avrebbe perso la voce e i capelli, avremmo visto i primi sorrisi in lacrime di gioia. Ma con l’uomo in meno è dura anche se ci fosse in campo Maradona. Accontentarsi ancora una volta di un pari.
Un pareggino per la Santa Lucia fiorenzuolana, infreddolita, con un vecchio fazzoletto in testa. Solo un punticino che lascia ancora amara la bocca e lascia i Rossoneri in fondo alla classifica, ma qualche segnale in più di speranza c'è e la panchina è salva ancora per sette giorni. Domenica si va in altitudine a Sondrio (che non è La Paz) prima della lunga sosta di Natale dove sarà importante ritrovare la carica mentale giusta e recuperare i vari Petrelli, Corso e Comune, gli squalificati e amalgamare nel gruppo chi forse verrà a rinforzare ulteriormente questo l’organico (senza farci illusioni). Domenica prossima ultimo impegno del girone di andata a Sondrio (che non è La Paz), con la pesante assenza di Sessi. Cenerentola contro cenetentola. Il Fiorenzuola è per sempre. Comunque vada.
le luminarie natalizie per le vie del centro storico della nostra bella città, FIORENZUOLA D'ARDA. Se poi si passeggia nel lungo viale Galileo Galilei che collega la zona centrale alla zona nuova, o nel tratto di vecchia Emilia in via Matteotti e nelle zone residenziali sembrano esserci più luci natalizie "pivate" (su terrazze e alberi) rispetto agli anni passati. Nonostante le delusioni sportive, NATALE si avvicina.. BUON CLIMA NATALIZIO a tuttie FORZA FIORE!
Filippo Maria Donatiè tornato a disposizione di mister Alberto Mantelli, dopo la breve esperienza nel Parma 1913 si Apolloni. Terzino destro, classe 1995, figlio d'arte, trenta presenze nella passata stagione con la maglia dell'US Fiorenzuola 1922,con un gol realizzano all'Abano, Donati ha sostenuto ieri la sua prima seduta di allenamento in Rossonero.
Donati si va ad aggiungere alla schiera dei rinforzi del mercato invernale assieme a Morga, Franchini e Davide Castagna.