FRANCESCO BIGOTTO è tornato (foto CAVALLI Liberta.it) |
MAI SCONTATO - Si sapeva: Fiorenzuola-Fanfulla non è una partita
come le altre. Per chi bazzica da sempre alla domenica allo stadio
Comunale la cosa era scontata. Per chi si è avvicinato da poco
sull’onda dei risultati e del bel gioco delle creature di Simone Di
Battista si aspettava forse un altro tipo di atteggiamento e di gara
uscito nella ripresa da parte dell’undici del presidente Pinalli.
Ma la classifica del Guerriero è bugiarda. L’organico in pratica è
quello dello scorso anno arrivato davanti a noi, dietro solo a
sqadroni quali: Pergolettese, Modena e Reggiana. E poi per questo
Fanfulla, le sfide contro il Fiorenzuola sono delle finale; e allora
ecco tanto pepè e peperoncino sparsi sulla pietanza del match: dalla
presenza dell’ex Andrea Ciceri, uno che sente molto le sfide contro
il suo Fiorenzuola, alla vicinanza di Lodi e il ricordo di quelle
sfide anni ottanta in Interregionale combattute e avvincenti. E
finalmente è presente la cornice di pubblico che il Fiorenzuola di
Tabbiani, antagonista del super Mantova, merita.
SCARAMANTICI SI - Si
gioca di domenica 27 come un anno fa anche se era gennaio. Buon
auspicio per noi secondo i più fervidi scaramantici anche se gli
avversari per controbattere non sono stati a guardare. Hanno lasciato
a casa la storica casacca a strisce verticali bianco-nere sposando
quella giallo-rossa. Dei colori della città. Quella indossata nella
vittoria sui rossoneri di Brando dello scorso anno alla Dossenina,
salvati da quel palo che aveva negato la gioia del gol (e del
meritato pareggio) al nostro Andrea Corbari. Ho ancora il suono del
pallone che sbatte sul palo nell’orecchio. Ma per i più perfidi
dei fiorenzuolani attempati e non, la questione della scelta del
giallo-rosso ha un altro scopo. Il direttore di gara designato viene
da Roma 1. Chiedete a Luigino nel parcheggio dello stadio come
funziona. Ai tempi nostri, quelli di Facebook, basta al giovedì sera
digitare in rete il nome del direttore di gara designato e vieni a
sapere: vita, morte, miracoli e soprattutto passioni della giacchetta
nera da condizionare. Ma non vogliamo pensare alla furbata, e anche
se alla fine Brognoli ha pianto a lungo con il direttore di gara (ma
per cosa?) qui i cartellini gialli sono finiti tutti d’innanzi alle
casacche neroscudate, e di calcioni ne sono volati come di spinte e
simulazioni collezionati da “i giallo-rossi per una domenica”. Ma
va bene così, alla fine il risultato è davvero giusto. Ed è stata
una partita estremamente bella, soprattutto nel secondo tempo.
GLI ILLUSTRI EX
ROSSONERI - Luca Tabbiani e il vice Vincenzo Cammaroto optano per non
spostare di una virgola lo schieramento iniziale che ha fatto sempre
bene, con in bella mostra i sei under. Guerriero è squadra anzianotta ma con il classe 2002 Touré si bilancia un po' il gap
dell’età. Fa impressione mettere a confronto le due linee di
centrocampo. Ciceri decide di giocarsi la partita lì in mezzo. Il
giovane Andrea Bertelli che un po' tutti i tifosi rossoneri di lunga
data speravano di vedere in campo non è presente nei titolari.
Preferito all’esperienza del pitbull Laribi e ai gol e alla tenacia
tattica di Brognoli. Chissà se Danilo Bertelli era lo stesso
presente in tribuna come l’anno scorso contro il Voghera. Qui, in
questo stadio di palloni dentro alla porta ne aveva spediti veramente
tanti. Più di un Andrea Bertelli a questo Fanfulla forse manca un
attaccante alla Danilo Bertelli da Casalmorano. E chissà se in
tribuna c’era Dario Acquali dirigente bianconero, uno che la fascia con l’ombra del
Comunale l’ha fatta per alcuni anni a Fiorenzuola. Chissà che
giudizio ha dato a questo Marco Tognoni, arrivato da lontano, una
vera new entry per chi viene dalla Lombardia. Chissà? Tognoni è
tutt’altra razza di ala. Più potente e istintiva. Acquali era un
numero 7 che danzava, un po' come ha fatto vedere questo giovane
Radaelli, quello con la maglia numero 11, con i capelli lunghi.
Davvero bravo. Sventolano alte le rispettiva bandiere dall’una e
dall’altra parte della gradinata. Tifo costante per un gara che
profuma di storia. La partenza è degli avversari che come annunciato
iniziano aggressivi e determinati. Battaiola è super quando va a
mettere in angolo una legnataccia dell'ex Inter Brando Radaelli, classe 2000. In risposta, Michele
Amore ben appostato prova a metterla dentro ma il direttore di gara
aveva poi rettificato l’azione da gol per presunto fuorigioco. La
palla buona poi capitata a Piraccini in area piccola. Una palla
clamoroso ma l’attaccante di Stresa non è in giornata e il
Guerriero si salva. Il portiere Cizza sembra insicuro sui rinvii e
quando riceve palla; Arrondini gli è sempre addosso, ma il giovane
attaccante di Pesaro ha sofferto la marcatura di un volpone come
Pascali che non è più quel ragazzino che il presidente
dell’Alessandria, il piacentino Antonio Boiardi della Logos Tv voleva come primo acquisto per il suo
nuovo Fiorenzuola del dopo Villa. Pascali giocava da centrocampista
nel Sant’Angelo. Ne sono passati di anni. Poi non so quell’azione
capolavoro finalizzata da Guglieri con quel tocco morbido a
depositare la palla del vantaggio nel sacco dalla gradinata sembrava
regolare. Si va negli spogliatoi sul risultato ad occhiali.
ALTRA PARTITA - Ad
inizio ripresa per la prima volta Tabbiani mette mano pesante ai
ritocchi. Piraccini era uscito toccandosi l’inguine (speriamo nulla
di grave), entra Bigotto. Mentre in difesa il giallo comminato
all’uruguaiano Fabricio Olivera non convince il mister genoano che
sceglie per il cambio con conseguente debutto per il 2001 camerunense
Ulrich Moukan proveniente dall’Atalanta. Con il suo ingresso c’è
un centrocampista di troppo e un vuoto sulla corsia bassa di destra
da colmare. Il sacrificato è Zaccarriello, quello con più minuti di
tutti addosso. E a fare il terzino c’è Stefan Bajic (da quella
parte non passerà più nessuno). E il Fiorenzuola dopo aver scampato
lo svantaggio sull’azione da gol di Sylla prova a sfondare, e al
secondo tentativo la palla va dentro. Il treno che porta durante la
settimana Francesco Bigotto agli allenamenti a Fiorenzuola fa sempre
sosta prima a Lodi per poi passare davanti al Comunale prima di
arrivare in stazione da noi. Chissà quante volte dal finestrino ha
osservato immerso nei suoi pensieri il cartello “Lodi”. Quanti
sacrifici che ha fatto per la grande passione che ha dentro. “Lodi
..stazione di Lodi”. Sempre ripartire come il treno, ogni giorno
dopo essere stato costretto a fermarsi nel momento migliore. E la
palla servita da Tognoni e colpita da Francesco è entrata in porta
con una facilità quasi disarmante a compendio dell’intelligenza
calcistica di questo ragazzo di Milano. Palloni facili, come quelli
finiti nel sacco nelle annate migliori, quando tutto gira per il
verso giusto. E alla fine vinci, arrivando davanti a tutto e a tutti.
Ma questa domenica i conti alla fine si dovranno fare con la squadra
allenata da Ciceri. Uno che non molla mai. Uno che ci crede sempre
fino all’ultimo come era successo da noi quando era prima
centrocampista di lotta e tecnica e poi allenatore esordiente quando
portò in salvo al termine della stagione 2016-17 una squadra
etichettata da tutti “di giocatori di Eccellenza”.
BOTTA E RISPOSTA -
Il fortino rossonero, quello invalicabile, meno battuto del girone abbassa il
muro solo sette minuti dopo quando un altro neo-entrato, Scaramuzza,
uno che segna poco, la spinge dentro dopo un azione in area
concitata. Laribi o Brognoli sradicano dalle mani la palla finita
dentro a Guerrini spintonato, questo ci fa capire cosa ci attenderà.
Si riparte da capo, ed è bello così. Il secondo tempo più bello
che uno che paga il biglietto può pretendere. Azioni da gol a
grappoli, capovolgimenti di fronte immediati, palloni che escono di
un niente facendo alzare lo sguardo al cielo con le mani morse dalla bocca. Tutti vogliono vincere.
Ulrich Moukan a danzato pure lui fra difesa e attacco, iniettando un
ondata di novità e freschezza che ha spiazzato i vecchi bianconeri,
compreso il subentrato Rossi, altro marpione di centrocampo. Capitan Ettore Guglieri
non ha dato respiro a Brognoli finito a fare la punta. Il Fanfulla
forse pecca troppo quando cerca sempre il numero 7. Cade nella
banalità efficace che forse piace tanto ai dirigenti lombardi.
Sergio Guerrini che è lodigiano come Emilio Tonoli ha giocato con il
pallone incollato al piedi per tutta la gara. Spiritato. Lui il suo
personale derby lo ha vinto. L’anno scorso con addosso la maglia
del Pavia andò sempre male. Corsa, duelli, imprecazioni ma fine il
risultato rimarrà in parità. Anche il Mantova ha pareggiato, a
Crema. Siamo ancora addosso con il fiato sul collo ai virgiliani. E’
a Fiorenzuola non si può certo dire di esserci annoiati. E’ stata
una bella domenica di calcio di provincia e di sport, quello che
piace a noi.
Alla prossima Fanfulla.
FIORENZUOLA-FANFULLA 1-1Alla prossima Fanfulla.
FIORENZUOLA (4-3-3): Battaiola; Olivera (1’ st Moukam), Bruzzone, Cavalli, Guglieri; Amore (40’ st Tunesi), Zaccariello (1’ st Bajic), Guerrini; Tognoni, Arrondini (30’ st Boilini), Piraccini (1’ st Bigotto). A disp. Bertolazzi, Carrara, Colantonio, Hathaway. All. Tabbiani
FANFULLA (4-3-3): Cizza; Baggi, Toure (13’ st De Stefano), Pascali, Aprile; Brognoli, Laribi, Palmieri (23’ st Rossi); Sylla (13’ st Negri), Catta (13’ st Scaramuzza), Radaelli (45’ st Gennari). A disp. Minerva, Fabiani, Arodi, Gibillini. All. Ciceri
Marcatori: 8’ st Bigotto, 17’ Scaramuzza
Arbitro: Ubaldi (Roma1)
Assistenti: Colavito-Masciale (Molfetta-Bari)
Note: angoli 2-6; ammoniti Olivera, Cavalli, Guerrini, Radaelli; recupero 2’+4’; spettatori 700
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