lo svizzero Simone Fumasoli, tre reti in rossonero |
ultrasfiorenzuola@libero.it
IL DOTTOR ŽIVAGO (Doctor Zhivago) è un film del 1965 diretto da David Lean.
Tratto dall'omonimo romanzo di Boris Leonidovic Pasternak, che nel 1958 vinse e respinse il Nobel, fu presentato in concorso al 19º Festival di Cannes e vinse cinque Golden Globe e cinque Oscar, celebre quello per la musica, il "Tema di Lara", che vendette centinaia di migliaia di copie. Lean rimase deluso per non avere ricevuto l'Oscar alla regia, che aveva vinto precedentemente con Il ponte sul fiume Kwai e Lawrence d'Arabia
Un film di David Lean. Con Omar Sharif, Julie Christie, Geraldine Chaplin, Rod Steiger, Alec Guinness. Tom Courtenay, Siobhan McKenna, Ralph Richardson, Rita Tushingham, Jeffrey Rockland, Klaus Kinski, Tarek Sharif, Bernard Kay, Gérard Tichy, Noël Willman
Titolo originale: Doctor Zhivago. GENERE: Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 192 (180) min. - USA, Italia 1965. MYMONETRO Il dottor Zivago valutazione media: 4,12 su 34 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
TRAMA: Durante la prima guerra mondiale Yurij Andrèevic Živago (Sharif), medico e poeta sposato con la cugina Tonja (Chaplin), si innamora al fronte della crocerossina Lara Antipov (Christie). Nel 1917, scoppiata la rivoluzione bolscevica, si rifugia con moglie e figlio in un villaggio degli Urali dove incontra di nuovo Lara e ne diventa l'amante. La guerra civile li separa per due anni. Mentre Tonja con due figli è riparata all'estero, Živago si ricongiunge con Lara, ma le vicende politiche li dividono ancora. Muore a Mosca, povero e solo. Prodotto da Carlo Ponti e dallo stesso regista, girato in Spagna, Finlandia e Canada, è tratto dall'omonimo romanzo che a Boris Leonidovi? Pasternak, scrittore russo di origine ebraica, valse una notorietà internazionale e il Nobel per la letteratura nel 1958. Pubblicato per la 1ª volta in Italia nel 1957 dall'editore Feltrinelli (31 edizioni entro il dicembre 1958), suscitò una dura reazione da parte della critica di regime, fu diffuso clandestinamente nell'URSS, gli costò l'espulsione dall'Unione degli scrittori e la forzata rinuncia al Nobel. Adattato e sfrondato dall'inglese Robert Bolt, il film di D. Lean, grande accademico della regia, è gonfio, inamidato e inerte, con la neve in Panavision al posto della sabbia di Lawrence d'Arabia. Da guardare con ammirazione, specialmente nei campi lunghi e lunghissimi e nelle scene di massa, ma non da ascoltare quando la cinepresa si avvicina ai personaggi. L'avere privilegiato in modo quasi svergognato la dimensione sentimentale, a scapito degli altri aspetti del romanzo, è il suo irrimediabile limite, ma spiega perché ha fatto piangere milioni di spettatori, compresi i soci dell'Academy. Famose e sciroppose le musiche del francese Maurice Jarre (più che un Leitmotiv, il “tema di Lara” è un tormentone), premiate con 1 Oscar insieme con sceneggiatura, fotografia (Frederick A. Young), scenografia e arredamento (Dario Simoni, John Box e Terry Marsh) e costumi (Phyllis Dalton).
fonte: http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=8206
Nessun commento:
Posta un commento