Se rammentassimo che la foto qui sopra è stata scattata a Fiorenzuola d'Arda in pochi ci crederebbero.
Sembra una domenica assolata in un campo del Sud.
Era l'Aprile 1994, i due aste dei quartieri con la scritta MI SUM AD FIURINSOLA. Poi, ad inizio ripresa tante aste a sorreggere torce infilate dentro la recinzione e fatte girare a più non posso. Una fumara che non vi dico ad avvolgere il settore gremito. Un autorete del giovane rossonero William Viali a regalare immensa gioia all'undici dell'attuale tecnico della Lazio: Edoardo "Edy" Reja e ai tifosi rossoblu, compaesani di Lucio Dalla presenti in tantissimi. Loro che, appena arrivati davanti ai cancelli, osservando la vecchia tribuna sospiravano: "ma dove cazzo siamo finiti?!?". Sembrava di essere al Sud! BENVENUTI AL SUD!!! :)
BENVENUTI AL SUD un film di Luca Miniero
Benvenuti al Sud è un film del 2010 diretto da Luca Miniero, remake del film francese del 2008 Giù al Nord.
La versione italiana ripercorre in larga parte la stessa trama e riproduce molti dei dialoghi dell'originale francese, specialmente per quanto riguarda la prima parte del film, prima cioè dell'arrivo nella destinazione forzata. Nella seconda parte, invece, molte situazioni sono state aggiunte, modificate o cambiate per renderle più aderenti agli stereotipi italiani: ad esempio, in entrambi i film il protagonista non desidera che la propria moglie si trasferisca presso la sua nuova sede di lavoro e, per dissuadere la donna, gli amici inscenano una rappresentazione esagerata delle abitudini locali secondo i più biechi pregiudizi; mentre nella versione originale francese la moglie del protagonista che visita il Nord è coinvolta in una serie di eccessi alcolici secondo lo stile di vita della popolazione locale da lei ritenuta "selvaggia", nel film italiano la donna, convinta che la criminalità regni sovrana nel Sud d'Italia, si ritrova circondata da una scorta armata, composta dai colleghi del marito che inscenano false sparatorie.
Alberto è un mite responsabile delle poste della bassa Brianza a un passo dal tanto sospirato trasferimento nel centro di Milano. Quando gli comunicano che la promessa rilocazione gli è stata revocata per dare precedenza a un collega disabile, Alberto, per non deludere le speranze della moglie e del figlio, decide di fingersi a sua volta disabile. Durante la visita di controllo, commette però un'imprudenza e, come punizione, gli viene imposto un trasferimento in Campania, in un piccolo paese del Cilento. Per un lombardo abitudinario e pieno di preconcetti sul Sud Italia come lui, la prospettiva di vivere almeno due anni in quei luoghi rappresenta un incubo, cui si prepara con un nuovo guardaroba di vestiti leggeri e giubbotto antiproiettile.
Fra l'esagono francese e lo stivale italiano, la cartina socio-culturale del pregiudizio appare specularmente rovesciata. In Francia la commedia popolare brama il sole del Mediterraneo e le palme della Costa Azzurra, mentre teme il freddo della Manica e i cieli grigi delle regioni del Nord; in Italia il sogno dell'uomo padano vive all'ombra della Madunina di Milano e rivolge tutte le possibili stigmatizzazioni verso il Sud pigro e parassitario. Da Giù al Nord a Benvenuti al Sud, l'attraversamento delle Alpi dell'“opera buffa” di Dany Boon ristabilisce una connessione fra discesa geografica e declino civile mediante lo stesso percorso bonario e leggero di sovvertimento dello stereotipo. Il film si presenta infatti come un vero e proprio remake nel senso americano del termine: una replica puntuale degli snodi narrativi e delle principali gag dell'originale francese, adattata al linguaggio partenopeo e allo scontro con la cultura meneghina. Nella “traduzione” va persa molta della comicità surreale e strampalata della mimica e delle boutade di Dany Boon e Kad Merad, a favore di tempi comici più in linea con l'impostazione cabarettistica di Claudio Bisio e Alessandro Siani.
L'adattamento scritto da Massimo Gaudioso ricalca e parafrasa laddove serve, lisciando e addolcendo l'eccessivo schematismo della sceneggiatura originale soprattutto nei rapporti fra i vari personaggi. Per il resto, lo sceneggiatore di Gomorra si limita a convertire i vari elementi che caratterizzavano il Nord-Pas de Calais nel loro diretto corrispettivo cilentano (i formaggi puzzolenti diventano mozzarelle di bufala, i distillati alcolici e le birre corpose diventano caffè e limoncelli, mentre la tradizione dei carillon delle torri campanarie si converte nella pirotecnica barocca del folklore campano) e ad aggiungere qualche lieve elemento caricaturale sul razzismo leghista o di autoironia in merito allo stesso film di Garrone. Da parte sua, Luca Miniero aggiunge alla messa in scena piuttosto basica di Dany Boon un certo virtuosismo tecnico e uno spettro di colori più ampio e caldo, in linea con le tonalità della costa cilentana.
In definitiva, laddove ognuno - protagonisti, comprimari, caratteristi e autori - gioca il proprio ruolo a dovere e gestisce senza falli né malizia il gioco leggero della commedia, resta un dato non troppo confortante: il fatto che anche le idee, per ridicolizzare affettuosamente il nostro piccolo paese, abbiamo bisogno di importarle dall'estero.
Genere: Commedia
Durata: 102
Anno: 2010
Cast: Claudio Bisio, Angela Finocchiaro, Alessandro Siani, Valentina Lodovini, Nando Paone, Giacomo Rizzo, Teco Celio, Fulvio Falzarano, Nunzia Schiano, Alessandro Vighi
Regia: Luca Miniero
Uscita: 01/10/2010
Produzione: Medusa Film, Cattleya, con il contributo della Regione Campania - Assessorato all'Agricoltura, in collaborazione con la Film Commission Regione Campania ed il Comune di Castellabate
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