domenica 6 agosto 2017

come un fulmine a ciel sereno: l'addio di CAPITAN PETRELLI

Come un fulmine a ciel sereno la notizia di ieri rimbalzata in tarda serata in coda all'amichevole di Crema. E' stato come svegliarsi dal peggiore degli incubi. In tanti increduli e "persi"

Andrea Petrelli non vestirà più la maglia del Fiorenzuola. Dopo cinque campionati da protagonista, l'ultimo con la fascia di capitano al braccio, Pech interrompe per motivi professionali la sua parentesi in Rossonero. Una parentesi piena di gloria e attestati di merito che entra da oggi nei ricordi più belli del calcio di casa nostra. Arrivato nell'estate del 2011 dal Fidenza, il terzino di Salsomaggiore si é calato subito nella parte diventando colonna insostituibile con l'amico fraterno Dennis Piva e altri prima del Fiorenzuola di Mantelli e poi in quello di Salmi e Ciceri. 
Un calciatore cool ma allo stesso tempo vecchia maniera, presente alla domenica sul pullman con la squadra anche con la squalifica da scontare. Ti veniva addosso come un treno. Ti saltava quando voleva. L'ultimo a lasciare il campo ogni domenica.
Corsa, cuore, tecnica, coraggio, impegno, forza, Andrea Petrelli è stato questo e di più per il Fiorenzuola del presidente Pinalli. Uno, se non il migliore fra gli esterni bassi degli ultimi vent'anni di storia Rossonera. PECH poteva dare ancora tanto all'Uesse. Lascia un vuoto incolmabile. 
Una cosa rincuore, come con Piva, Petrelli lascia Fiorenzuola non per indossare una casacca rivale ma per necessità.
Uno dei calciatori più rappresentativi del Fiorenzuola di tutti i tempi lascia. 
Ci mancherà la sua tenacia, la sua grinta. Ci mancheranno i muscoli contratti, la smorfia segnata sulle labbra pronunciate che era come un grido di battaglia. CI MANCHERAI PECH

Pech ce l'hai combinata proprio grossa.. e ora come facciamo??

Parlaci per l'ultima volta del tuo FIORE, cosa ha rappresentato per te Fiorenzuola?

L’esperienza di Fiorenzuola è stata per me una seconda carriera. Dopo dieci anni nel Fidenza è stato rimettersi in gioco su tutto. Vestire la maglia del Fiorenzuola è stato un avvicinarsi a quel calcio professionistico che non ho potuto vivere in carriera e che ho sempre sognato. Ho trovato un ambiente che da un lato mi ha fatto sentire un professionista dall’altro di essere come a casa e fare parte di una seconda famiglia. Ho trovato tantissime persone che mi hanno dato tanto e a cui sarò sempre legato. La gente che ti ferma per strada per sapere vita, morte e miracoli di quello che fai e fa la squadra è bellissimo. Grazie a Fiorenzuola mi sono sentito un professionista.



Quali sono i ricordi più belli vissuti con il Fiorenzuola che ti porterai appresso?

La vittoria del campionato di Eccellenza ipotecata un mese prima con il successo nello scontro diretto contro il Lentigione al Comunale dove abbiamo dimostrato la superiorità netta sugli avversari. La vittoria di prestigio di Rimini in serie D nel campionato seguente, contro una autentica corazzata. Un emozione bellissima uscire fra gli applausi di tutto il pubblico in quello stadio. Anche il campionato di serie D di quell’anno è stato per me ricco di momenti belli e soddisfazioni. 

Anedotti e "stranezze" che non scorderai mai..
Fiorenzuola e i suoi "personaggi" e poi quando abbiamo nascosto la macchina del magazziniere Bongio. O quella volta che nel pre-partita con la Virtus Castelfranco si presentò il conduttore televisivo Cristiano Militello alla Locanda San Fiorenzo dove stavamo pranzando con la squadra, lo stesso giorno del mio rientro dopo l'infortunio e giorno del mio compleanno; sembrava fatto apposta.



I momenti più difficili?

L’annata 2015-16 in cui eravamo partiti con grandi aspettative, poi è culminata con l’amara retrocessione, e anche la divisione di un gruppo che aveva fatto tanto bene negli anni passati. Un gruppo composto da grandi amici e compagni di squadra. L’anno dopo siamo ripartiti con tanto entusiasmo, abbiamo trovato lungo il cammino alti e bassi e diverse difficoltà che abbiamo saputo superare centrando una meritata salvezza.



Mantelli, Salmi e Ciceri i timonieri nella tua esperienza in Valdarda, parlaci di ciascuno di loro?

Mantelli: un grande lavoratore che pretende tanto dal campo e sa dare molti stimoli. Salmi l’ho vissuto come un allenatore-padre che guarda anche l’aspetto umano oltre che al calcio. Con lui abbiamo fatto un grande calcio che ci ha fatto divertire. Ciceri, un mix fra i due con l’entusiasmo che aveva in campo da calciatore e un grande trascinatore dalla panchina. Quello che trasmetteva era adrenalina allo stato puro.



Tutti pensano di conoscerlo, ma in pochi sanno com'è in realtà con squadra e staff. Parlaci del presidente Pinalli?

Nel presidente Pinalli ho trovato una grandissima persona, che sa quello che vuole. Un presidente comprensivo che mette prima la persone davanti al calciatore. Spero che il Fiorenzuola possa dargli le siddisfazioni e i successi che merita. Lui e i fratelli Baldrighi sono persone incredibili.



L'ultimo messaggio del Capitano…

In questi cinque anni ho vissuto un ambiente splendido a Fiorenzuola che non potrò mai dimenticare. Una società fatta di persone vere che non smetterò mai di ringraziare. Purtroppo non posso più continuare questa avventura per una scelta professionale, ma io sarò sempre primo tifoso del Fiorenzuola, e mi spiace perché secondo me ci sono le basi quest’anno per fare un ottima stagione. Faccio un in bocca al lupo grande a tutti. Ringrazio le persone che ci sono sempre venute a vedere anche in qualsiasi modo siano state da stimolo sia da positivo eche negativo perché anche le critiche vanno  prese come qualcosa di costruttivo.