Storie di calciatori che vivono per dare sicurezza e solidità alla squadra. Da noi ne sono passati tanti di stopper forti e quest'anno con LUCA BENEDETTI abbiamo trovato finalmente ciò che cercavamo.
Un atleta prima di tutto, bravo non solo a dirigere il reparto difensivo ma abile anche nella fase di impostazione tanto cara a mister Dionisi.
L'attrazione con il tecnico di Piancastagnaio deve essere stata immediata. In carriera Dionisi è stato un ottimo centrale difensivo proprio come Luca e sicuramente l'attenzione e gli insegnamenti del mister stanno permettendo al difensore originario di Correggio di crescere sul piano tecnico di domenica in domenica.
"In allenamento il Mister cura in modo particolare la fase difensiva, ci prepara in modo minuzioso ad affrontare le partite. E poi nei novanta minuti tutti i reparti ci aiutano ed arretrano, chiudendo tutti gli spazi, perfino gli attaccanti. In questo modo, il nostro lavoro viene parecchio agevolato." ha commentato in una recente intervista il numero 5 Rossonero.
Benedetti ha già giocato in serie C giovanissimo nel Santarcangelo e nella Torres Sassari per poi tornare a fare la serie D. Lo avevamo visto da avversario qualche anno fa nel Formigine a marcare Luca Franchi. Il nostro bomber trovò pane per i suoi denti riuscendo solo a graffiare nella gara di andata su calcio di rigore.
Già nell'estate del 2016 il Fiorenzuola cercò di portarlo in Valdarda. Benedetti rimandò di un anno il suo arrivo firmando per il neo-promosso Castelvetro. Agli ordini di mister Serpini, l'ex prodotto delle giovanili del Sassuolo non trova spazio e così passa alla Salus Legnago.
Di Battista si accorge di lui e lo convince a sposare la causa rossonera.
Juventino, nato nell'anno 1992 Benedetti si è anche tolto lo sfizio di segnare due reti. Una, la prima del Fiorenzuola di Dionisi al "Neri" di Rimini davanti a tremila spettatori nella gara di apertura del campionato. Un gol pesantissimo. L'altra in casa contro la scorbutica Trestina.
Il Fiorenzuola dalla difesa d'acciaio di Alberto Cavasin vestiva con lo storico completo nero come il Fiorenzuola di oggi.
LUCA BENEDETTI fisico statuario, piedi buoni, personalità, tecnica e gioco pulito, ci ricorda tanto GIUSEPPE BARONCHELLI difensore ingaggiato nel 1996 per risolse i problemi difensivi del del tecnico trevigiano in serie C1.
Il Brescia cede Baronchelli alla Lucchese dove disputa un buon campionato in serie B. L'anno dopo Corioni lo riscatta con 500.000 lire messe in busta dal Brescia, contro le zero lire del club toscano. Mister Reja voleva il calciatore ma i dissapori del difensore bresciano con la frangia della tifoseria più accesa costringono la società a metterlo fuori rosa. Dopo mesi difficili trova l'accordo con il Presidente Antonio Villa e per Baronchelli il Fiorenzuola è la chance del rilancio.
Prima di Fiorenzuola, gli anni di Brescia con l'esordio in A contro lo juventino Gianluca Vialli: «Pareggiammo 1-1 e le cronache dissero che lo marcai bene. Alla fine mi diede la sua maglietta. C' erano in campo anche Del Piero e Baggio». Poi la brutta storia con l'aggressione e le minacce nei suoi confronti da parte degli ultrà bresciani: «Avevo 23 anni, poca esperienza ed ebbi parecchi problemi. Oggi li avrei affrontati direttamente. Dicevano che da bresciano dovevo impegnarmi più degli altri. Una brutta storia, dovetti andare via». Lucchese in B, Fiorenzuola in C1. «Dopo l' esperienza di Lucca rimasi fermo 5 mesi perché a Brescia non potevo tornare. A Fiorenzuola incontrai Alberto Cavasin, che ritengo il tecnico più importante che ho mai avuto. A fine stagione passai al Lecce in A». Ricorda con piacere l' esperienza in Spagna con l' Albacete: «Maifredi mi chiamò e io accettai subito, ma a gennaio del ' 99 mi telefonò Cavasin che era andato al Cesena e tornai in Italia». Due stagioni di B, poi Catania: «Mi brucia la finale playoff persa a Messina, ora pensiamo solo a rincorrere l' Ascoli».
Aspettando il 7 gennaio...
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