Si interrompe immeritatamente la nostra avventura in Coppa Italia. Adesso che stava diventando ancora più bella, prestigiosa e interessante abbiamo dovuto abbandonarla. Evidentemente il Comunale porta fortuna al San Donato Tavarnelle che come l'anno scorso trova soddisfazioni e espugna il nostro rettangolo di gioco. Stavolta i "foderati" della Toscana hanno avuto la meglio grazie a un rigore concesso dal direttore di gara che è sembrato palesemente in forte dubbio.
TANTI DUBBI, TANTE PROTESTE - Corre il minuto 33' della ripresa, il risultato è inchiodato sullo zero a zero e a qualcuno balena già per la testa il rischio di attardarsi ancora di più in caso di responso affidato agli almeno dieci tiri da tirare dal dischetto degli undici metri. A questo punto più che per il prestigioso passaggio del turno, sarebbe stato un buon test di allenamento per noi in quanto ad oggi siamo l'unica squadra in serie D a non averne ancora calciati in gara ufficiale.
Fare tardi non piace a nessuno, la gara giocata nel pomeriggio di mercoledì non ha richiamato ne il pubblico delle grandi occasioni ne osservatori, ne emissari e ispettori. Occasione propizia, presa di balzo dirà qualcuno. Su una palla che danza pochi metri dentro alla nostra area di rigore, forse Luca Benedetti arriva in anticipo sull'avversario che all'istante lancia un grido di dolore tremendo stramazzando a terra davanti al direttore di gara. Mestiere? Scaltrezza? coincidenze? L'arbitro ben appostato punisce i Rossoneri indicando senza esitazione che si può tentare a questo punto di sbloccare lo zero a zero dagli undici metri con tiro facile concesso agli ospiti mai pericolosi dalle parti del nostro numero 1 fino a quel momento. Furibondo lo scarso pubblico presente all'appuntamento ma onorevole (disoccupati, pensionati, operai in uscita di permesso). Dal dischetto si incarica Cela. Il centrocampista albanese classe 1996 tira a sinistra, D'Apolito vola a destra. Panchina e squadra ospite che festeggiano noi che dobbiamo tentare di raddrizzare il risultato in pochi minuti dal termine. Che ingiustizia.
Che ingiustizia perché la prestazione da parte dei Rossoneri c'è stata. Nonostante lo stravolgimento degli uomini per far rifiatare qualcuno e per mettere minuti nelle gambe ad altri abbiamo fatto la partita e non meritavamo la sconfitta nei novanta minuti di gioco effettivi.
IL FIORE DI COPPA - Con Nicola Mazzotti a riposo le chiavi del centrocampo sono state affidate a Riccardo Collodel e la fascia da capitano è passata sul braccio del nostro fiorenzuolano Paolo Contini. Vagge per una domenica vive da spettatore la gara con Matteo D'Apolito che si è fatto trovare pronto e sicuro fra i pali. Molto bene anche Matteo Bruzzone ultimo arrivato in casa Rossonero, all'esordio in Rossonero dal primo minuto. L'impegno di Coppa ha dato modo all'italo-croato di iniziare a prendere sintonia e confidenza con i compagni della difesa. Bene Leonardo Sarzi a centrocampo quando non è lezioso. In attacco, debutto da titolare per il bomber della Juniores Giulio Ferretti, classe 2000 arrivato in estate dalla fucina di talenti dell'Enotria. Con Davide Bosio a riposo, i compagni che si alternano in attacco sono: Dario Bollini, Cremonesi e Bramante e si sono battuti tanto trovando però in pochi frangenti lo specchio della porta. Nulla è valso l'ingresso in campo di Emanuele Marra poco servito dai compagni e di Francesco Bigotto, uomini di esperienza a soli 22 anni di questo Fiorenzuola. Sui piedi di quest'ultimo (dell'attaccante meneghino) è capitata l'occasione del match-point quasi allo scadere ma sulla conclusione angolata ma poco potente ci ha messo la pezza il bravo portiere toscano in volo plastico.
I toscani hanno concretizzato l'unica occasione concessa dalla terna arbitrale e si sono difesi con i denti, tutto sommato con ordine e determinazione sino al termine. Agli ottavi di finale, fra le squadre più organizzate di categoria vanno dunque loro. Affronteranno Ostia.
Delle 13 gare in cartellone disputate nel pomeriggio solo a Gela si è dovuto ricorrere ai calci di rigore. Quattro i successi esterni. L'Imolese ha rifilato tre reti al Belluno in trasferta. Il Rimini che ha esonerato lunedì mister Muccioli è stato eliminato nelle Marche ad opera del Matelica di Daniele Messina.
TANTI DUBBI, TANTE PROTESTE - Corre il minuto 33' della ripresa, il risultato è inchiodato sullo zero a zero e a qualcuno balena già per la testa il rischio di attardarsi ancora di più in caso di responso affidato agli almeno dieci tiri da tirare dal dischetto degli undici metri. A questo punto più che per il prestigioso passaggio del turno, sarebbe stato un buon test di allenamento per noi in quanto ad oggi siamo l'unica squadra in serie D a non averne ancora calciati in gara ufficiale.
Fare tardi non piace a nessuno, la gara giocata nel pomeriggio di mercoledì non ha richiamato ne il pubblico delle grandi occasioni ne osservatori, ne emissari e ispettori. Occasione propizia, presa di balzo dirà qualcuno. Su una palla che danza pochi metri dentro alla nostra area di rigore, forse Luca Benedetti arriva in anticipo sull'avversario che all'istante lancia un grido di dolore tremendo stramazzando a terra davanti al direttore di gara. Mestiere? Scaltrezza? coincidenze? L'arbitro ben appostato punisce i Rossoneri indicando senza esitazione che si può tentare a questo punto di sbloccare lo zero a zero dagli undici metri con tiro facile concesso agli ospiti mai pericolosi dalle parti del nostro numero 1 fino a quel momento. Furibondo lo scarso pubblico presente all'appuntamento ma onorevole (disoccupati, pensionati, operai in uscita di permesso). Dal dischetto si incarica Cela. Il centrocampista albanese classe 1996 tira a sinistra, D'Apolito vola a destra. Panchina e squadra ospite che festeggiano noi che dobbiamo tentare di raddrizzare il risultato in pochi minuti dal termine. Che ingiustizia.
Che ingiustizia perché la prestazione da parte dei Rossoneri c'è stata. Nonostante lo stravolgimento degli uomini per far rifiatare qualcuno e per mettere minuti nelle gambe ad altri abbiamo fatto la partita e non meritavamo la sconfitta nei novanta minuti di gioco effettivi.
IL FIORE DI COPPA - Con Nicola Mazzotti a riposo le chiavi del centrocampo sono state affidate a Riccardo Collodel e la fascia da capitano è passata sul braccio del nostro fiorenzuolano Paolo Contini. Vagge per una domenica vive da spettatore la gara con Matteo D'Apolito che si è fatto trovare pronto e sicuro fra i pali. Molto bene anche Matteo Bruzzone ultimo arrivato in casa Rossonero, all'esordio in Rossonero dal primo minuto. L'impegno di Coppa ha dato modo all'italo-croato di iniziare a prendere sintonia e confidenza con i compagni della difesa. Bene Leonardo Sarzi a centrocampo quando non è lezioso. In attacco, debutto da titolare per il bomber della Juniores Giulio Ferretti, classe 2000 arrivato in estate dalla fucina di talenti dell'Enotria. Con Davide Bosio a riposo, i compagni che si alternano in attacco sono: Dario Bollini, Cremonesi e Bramante e si sono battuti tanto trovando però in pochi frangenti lo specchio della porta. Nulla è valso l'ingresso in campo di Emanuele Marra poco servito dai compagni e di Francesco Bigotto, uomini di esperienza a soli 22 anni di questo Fiorenzuola. Sui piedi di quest'ultimo (dell'attaccante meneghino) è capitata l'occasione del match-point quasi allo scadere ma sulla conclusione angolata ma poco potente ci ha messo la pezza il bravo portiere toscano in volo plastico.
I toscani hanno concretizzato l'unica occasione concessa dalla terna arbitrale e si sono difesi con i denti, tutto sommato con ordine e determinazione sino al termine. Agli ottavi di finale, fra le squadre più organizzate di categoria vanno dunque loro. Affronteranno Ostia.
Delle 13 gare in cartellone disputate nel pomeriggio solo a Gela si è dovuto ricorrere ai calci di rigore. Quattro i successi esterni. L'Imolese ha rifilato tre reti al Belluno in trasferta. Il Rimini che ha esonerato lunedì mister Muccioli è stato eliminato nelle Marche ad opera del Matelica di Daniele Messina.
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