Ci siamo incontrati in un caffè del centro per uno scambio di riflessioni sulla stagione calcistica appena conclusa. Ad accompagnarlo come annunciato, il dottore, nonché medico sociale e amico Bruno Sartori, che lui stesso definisce con un pizzico di ironia “il mio procuratore”.
Rebecchi e la Tailo Group Srl, azienda leader nel settore del beverage. Con impianti automatizzati per l’imbottigliamento installati in tutto il mondo. Il marchio campeggia in bella mostra allo stadio Comunale, nel sito ufficiale del club di via Campo Sportivo 1 e sulle maglie della formazione juniores nazionali. Paolo Rebecchi si racconta ai lettori del blog.
Paolo, oltre all’impegno economico profuso lei è spesso presente agli allenamenti della prima squadra e alla domenica non si fa mai mancare una partita dei rossoneri. Che significato ha per lei fare parte oggi dell’Us Fiorenzuola?
E’ un grande onore. Oltretutto sono circondato da tante persone brave e competenti. E vi dirò di più: mi capita di frequente di discutere e confrontarmi con dirigenti di società limitrofe e visto da fuori il Fiorenzuola è una delle società più stimate e ammirate, non solo per il suo glorioso passato ma anche per l’immagine e la struttura che ha attualmente. Ma la cosa più bella è che ho trovato in questa “famiglia allargata” un gruppo di amici con cui ritrovarmi anche fuori dall’ambito calcistico . Tutto è nato cinque anni fa in un Fiorenzuola-Fidenza di serie D dove ho incontrato di nuovo Pinalli e da lì è partito tutto.
Ci spieghi meglio…
Erano trent’anni se non di più che non mettevo piede a Fiorenzuola se non saltuariamente; confinato per motivi di lavoro a Fidenza, dove vivo con mia moglie Anna , che ringrazio per l’infinita pazienza e ho la mia attività. Luigi Pinalli è stato (e lo è tutt’ora) un grande amico, con un legame che affonda le radici nell’adolescenza , quando eravamo compagni di squadra nella Virtus (la squadra giovanile degli anni settanta della canonica di Fiorenzuola n.d.r.). In quel momento venivo da alcuni anni di sponsorizzazione al Fidenza Calcio. Dopo l’incontro in quel derby al Comunale ci siamo rivisti al Bar Commercio e successivamente a cena , e il presidente ci ha messo due secondi per convincermi ad entrare in società. In questi quattro anni abbiamo consolidato un’amicizia ibernata per trent’anni. E ci tengo a rivelare a tutti una cosa: da giovane non mi andava molto a genio il Fiorenzuola…
(foto di squadra anni settanta con Rebecchi in piedi a destra)
E per quale motivo?Per i miei trascorsi da calciatore. Sono stato avversario del Fiorenzuola per ben tre campionati quando la Promozione era forse qualcosa di più dell’attuale Eccellenza. Vestivo la maglia della Vigor Carpaneto e i derby di allora erano molto sentiti. In quel Fiorenzuola c’era Giovannino Gavazzi ( come allenatore ) che aveva militato nella Reggiana e nel Catania in serie A, il portiere Frugoni ex Pontolliese , cognato di quel Brocchieri del Carpaneto ricercatissimo nei tornei estivi (soprattutto quelli di Castell’Arquato e Vigolo). Conoscevo bene anche Tanzi, difensore centrale bandiera del Fidenza, perché era borghigiano e io a Fidenza avevo iniziato a bazzicare già ai tempi della scuola all’Istituto Tecnico Industriale. Poi c’era bomber Bertelli che era davvero di un’altra categoria. Ricordo in particolare con tanta emozione un derby giocato a Carpaneto. Il Fiorenzuola era davanti a noi in classifica. Eravamo sotto di un gol a pochi minuti dalla fine. Negli ultimi minuti segnai la rete del pareggio e quella del sorpasso, e non potete immaginarvi la gioia immensa provata in quegli istanti con gli sguardi rabbuiati di diversi tifosi fiorenzuolani che stavano già pregustando la vittoria dopo averci provocato per tutta la gara. Nel finale ci furono discussioni e scambi di vedute animate e qualcuno di loro non se la passò affatto bene, prima che le cose tornassero alla calma.
Com’era il Rebecchi calciatore? Attualmente c’è un calciatore dell’Uesse che si sente di paragonare a lei?
Il calcio di oggi e i suoi interpreti sono cambiati notevolmente. Non è semplice trovare paragoni. Sono nato centravanti, e con il tempo sono passato a fare la mezz’ala, di quelle che fanno gol, tanto rare oggi giorno. Vedevo la porta e calciavo dal limite tanto da mettere assieme una decina di gol a campionato. A pensarci bene e con le dovute proporzioni credo di rivedermi a tratti in Francesco Bigotto, anche se lui è molto più bravo di me. Io rispetto a Francesco ero meno prezioso per i compagni ma vedevo di più la porta, finalizzando per la squadra.
(una formazione della Virtus. Rebecchi è il secondo in piedi a partire da sinistra. Il secondo in piedi a destra è Luigi Pinalli)
Proviamo a fare un confronto fra il calcio dilettanti degli anni settanta e ottanta e il nostro. Siamo molto distanti per quanto riguarda l’aspetto del gioco e dell’organizzazione a livello societario?La differenza più rilevante è nell’aspetto organizzativo. Noi ex calciatori degli anni settanta eravamo meno “coccolati” dalle società. Per fare alcuni esempi: non avevamo il supporto di un preparatore atletico, tutto era incentrato nella figura dell’allenatore. Ci allenavamo due, massimo tre volte alla settimana, rigorosamente alla sera dopo il lavoro (e io facevo il fabbro). Il materiale tecnico era una chimera, e la poca roba ce la portavamo a casa per far lavare. La società possedeva solo tre palloni: quello “della festa” per la partita della domenica, e due di allenamento. I terreni di gioco certamente non erano paragonabili a quelli di oggi. Sotto l’aspetto tecnico: il gioco era meno veloce, ed era molto più duro. Non era vita facile con i difensori. Entravano senza fare tanti complimenti sulle caviglie di noi attaccanti. Categoria sicuramente meno tutelata rispetto ad oggi. La regola sull’obbligo dei giovani da schierare non esisteva. Perciò un ragazzo alle prime armi come me riusciva a ritagliarsi un posto da titolare solo se lo meritava.
(un'altra formazione della Virtus del presidente Allegri. Rebecchi è il terzo in piedi a partire da destra)
Riavvolgiamo il nastro sui suoi trascorsi calcisticiAvevo disputato due partite negli Allievi dell’Us Fiorenzuola. Non avevo ancora 14 anni e non potevo essere tesserato. Però il Fiorenzuola evidentemente era nel mio destino. Essendo di Chiaravalle conoscevo un paio di ragazzi della città sull’Arda: Ughetto Malchiodi e Daniele Morsia. I due mi convinsero ad andare a giocare nella Virtus. Oltre a loro furono determinanti gli ammiccamenti dell’allenatore Giorgio Montescani che veniva sempre in trattoria a Chiaravalle. Iniziò così la mia avventura nella Virtus Fiorenzuola. Si giocava “sull’uno” (lo stadio Comunale) che non era come lo vediamo oggi alla domenica. C’era un po’ di erba ad inizio stagione a settembre, e poi basta. Nella formazione dei boys federali spiccava Mauro Rosi. Un bravo centravanti che però era spesso infortunato. Allora mi vennero a pescare dagli Allievi e mi ritrovai a 14 anni a dovermi fare valere (e fare gol) in mezzo a ragazzi più grandi di me di due anni. In squadra c’era anche un certo Luigi Pinalli nelle vesti di portiere, già allora “abbastanza focoso” per la verità, nonostante fosse confinato tra i pali. Con la maglia a strisce giallo-verdi ho vinto il campionato provinciale Allievi 1971-72 assieme a Fanni e ai due fratelli Morsia per citare alcuni miei compagni. Quando la società ha chiuso i battenti ci hanno venduto in blocco (8 giocatori) al Cadeo in Seconda Categoria. Non avevo ancora la patente e per recarmi agli allenamenti Pinalli mi passava a prendere a Chiaravalle alla sera con la sua Fiat 500. Come sono cambiati i tempi. Con il Cadeo siamo arrivati secondi, e ho segnato 28 gol a soli 17 anni, tanto che il Carpaneto aveva messo gli occhi su di me; e l’anno dopo mi ritrovai in Val Chero a giocare nel campionato di Prima Categoria con l’ex Fiorenzuola Mario Gabbiani allenatore. La Prima di allora era ben diversa da oggi. Abbracciava addirittura quattro provincie: la nostra, quella di Lodi, Pavia e Cremona. Abbiamo vinto il campionato e in Promozione ho trovato per due anni avversario il Fiorenzuola (1977-78 e 1978-79). In quel periodo come detto non amavo il sodalizio Rossonero e guarda te adesso ne faccio parte e ne sono allo stesso tempo tifosissimo.
Sono stato avversario anche nell’anno al Pro Piacenza (1979-80) ancora con Gabbiani allenatore poi sostituito dall’ex Piacenza Beppe Corbellini. Dal Pro sono poi passato al Salso sempre in Promozione con alla guida Mauro Masi.
(ancora maglie a strisce in lanetta, in una formazione con Rebecchi calciatore)
Che pasta di allenatore era Masi?Era preparato e avanti con i tempi, un lusso per la categoria. In quegli anni il Salso stazionava sempre nella zona compresa fra la metà e la bassa classifica. Ricordo che Masi fu chiamato dal club salsese per disputare un campionato da colonna di sinistra. E infatti arrivammo terzi, e in seguito Masi passò al Fiorenzuola del presidente Eugenio Villa vincendo il campionato e approdando in Interregionale. I miei anni migliori sono però stati senza ombra di dubbio quelli di Carpaneto, con la vittoria del campionato di Prima Categoria e le due stagioni in Promozione Lombarda. La Promozione era un campionato non facile. Nel girone erano presenti società come la Vogherese e il Codogno, l’anno prima il Pavia. Alcune trasferte che ti portavano a giocare fino nelle zone di Malpensa. Alcune squadre erano davvero ben attrezzate annoverando calciatori che avevano calcato i campi della serie A come l’ex viola Ugo Ferrante nel Robbio e Gavazzi nel Fiorenzuola. Purtroppo con la morte precoce di mio padre dovetti dire presto addio al calcio giocato. Avevo solo 26 anni. Vorrei prima di concludere rammentare un altro aneddoto legato ad una occasione mancata della mia vita. Negli anni della Virtus disputammo un torneo della selezione giovanile provinciale. Si giocava tutto in un’intera giornata a Pavia. Io, Fanni e Sorrenti eravamo nella squadra allenata da Gianni Rubini diventato poi dirigente affermato del Piacenza calcio negli anni della serie A. Vincemmo tutte tre le gare con i miei gol. Il Piacenza al termine del torneo prese tutta la squadra eccetto me perché Giorgio Montescani considerava migliore il settore giovanile della Cremonese e voleva piazzarmi al di là del Po. Al primo provino ci presentammo in ottanta, al secondo eravamo in ventisei. Li passai entrambi. Nella settimana prima della selezione definitiva partecipai a una partita fra amici a Fiorenzuola. Mi ruppi il malleolo facendo svanire la possibilità di essere ingaggiato dalla Cremonese. Scherzi della vita segnati dall’incoscienza e dalla sfortuna, ma senza alcun rimpianto.
Tornando ai giorni nostri, è soddisfatto del campionato del Fiorenzuola di quest’anno? Chi l’ha impressionata di più?
Abbiamo fatto a mio avviso un grande campionato ricordando che siamo stati derubati clamorosamente al termine della semifinale play-off di Modena. Siamo orgogliosi per quanto è stato fatto. Con l’eredità lasciata da Dionisi non era facile ripetersi. Devo fare un plauso sincero a tutti i ragazzi, allo staff tecnico e alla società che in toto ha dato piena fiducia al ds Simone Di Battista. Per lui vedo un futuro importante. Per quanto concerne i ragazzi, è impossibile stilare una classifica di merito ma se devo fare alcuni nomi vorrei citare l’ala Emanuele Anastasia per il livello tecnico e la personalità e poi Mattia Tunesi arrivato a stagione in corso che mi ha impressionato molto per le capacità tecniche e per la testa. Questo ragazzo può fare molta strada.
La Società merita rispetto e considerazione visti gli sforzi che fa per la città, dunque, vi aspettiamo sempre più numerosi.
(Paolo Rebecchi assieme all'amico Bruno Sartori)
TAILO GROUP Srl sponsor US FIORENZUOLA CALCIO
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