domenica 28 giugno 2020

Da Fuorigrotta a Fiorenzuola, la storia di MAURIZIO DE FALCO

I primi calci nel Napoli, poi le valigie per raggiungere Fiorenzuola, con un sogno: diventare calciatore professionista come tanti altri giovani selezionati e approdati nel settore giovanili professionistico dell'Unione Sportiva.
Dal rione Fuorigrotta a Fiorenzuola, il racconto-intervista del centrale campano.

Maurizio, sono passati circa vent'anni, che ricordi hai di Fiorenzuola?
Sono stati anni molto belli. Era la mia prima esperienza lontano da casa. Una esperienza bellissima. La mattina andavamo a scuola, nel pomeriggio dopo gli allenamenti facevamo un giro in piazza e la sera tornavamo agli alloggi di Covatorta. Dopo cena in camera si chiacchierava e si giocava alla play. Dopo gli Allievi Nazionali ricordo bene il mio esordio in serie C a 17 anni. Tutti mi volevo bene e stavo bene. Sono rimasto anche dopo la retrocessione nel primo anno di serie D, giocando a centrocampo con i vari Melotti e Ciceri. Stravedevano per me ma io ero ancora immaturo di testa e me ne sono andato da Fiorenzuola. Vi dico la verità, me ne sono pentito tanto. Se si potesse tornare indietro sarei rimasto.

E dopo Fiorenzuola dove sei andato a giocare?
Sono stato quasi un anno nel Crociati Parma ma verso la fine dell’anno me ne sono andato perchè non volevo più stare lontano da casa. Sono dunque tornato in Campania e ho giocato due anni a Valdiano e due anni nel Faiano sempre tra serie D ed Eccellenza. Poi ho trascorso quattro stagioni con la Calpazio dove mi sono trovato molto bene, con un presidente e uno staff tecnico da seria A. Una vera società modello. Dopo questa esperienza bellissima sono andato in Sicilia a Gela ma le cose non sono andate bene. La mia esperienza in bianco-azzurro è durata solo due mesi fino a dicembre, quando è arrivata la chiamata del Crevalcore, di nuovo al Nord. Nella società bolognese ho trascorso un triennio positivo, ma l’esperienza più bella è stata quella da voi a Fiorenzuola. Ero un bambino quando sono arrivato; ricordo l’esordio in serie C e l’anno dopo in D. Era tutto ben organizzato e l'ambiente mi voleva bene. E' stato un peccato andare via. Un errori di gioventù.
Se avessi conosciuto mia moglie molto prima sicuramente la mia carriera da calciatore sarebbe stata diversa. Con lei avrei fatto scelte diverse.


Quando un calciatore può affermare di avere avuto un presidente e uno staff "da serie A" ? 
Si, quando ti trovi davanti degli uomini veri prima di tutto. E in secondo luogo quando la società non ti fa mai mancare niente nelle loro possibilità. Un altro aspetto fondamentale è il rispetto della parola data. 

Ricordi qualche partita in particolare con la maglia del Fiorenzuola (giovanili e prima squadra)?
Sicuramente la vittoria in casa del Milan nell'anno degli Allievi Nazionali con alla guida Stefano Pompini. Eravamo veramente forti e siamo arrivati a disputare le fasi finali mettendo sotto l’Atalanta di Pazzini e Montolivo.
In prima squadra l'esordio assoluto in coppa Italia allo stadio dei Marmi contro la Carrarese agli ordini di mister Fabio Querin. Avevo solo 16 anni. Poi nell'anno della serie D (quello dello spareggio contro la Bergamasca, 2002-03 n.d.r.), non ricordo l'avversario, quel giorno avevo fatto veramente una grossa partita. A fine gare Andrea Ciceri e Sandro Melotti si erano complimentati con me per la prestazione offerta per la squadra.
La cosa più bella era giocare allo stadio Comunale, e vivere lo spogliatoi con i grandi che avevano più esperienza di me.

Sei ancora legato al mondo del calcio?
Si, gioco e alleno in provincia di Bologna. A settembre inizio con la Scuola Calcio a Pieve di Cento. Con la prima squadra devo valutare alcune cose per poi decidere.

Giocare nei dilettanti al Sud e al Nord. C'è molta differenza?
Giocare al Sud è più difficile, c'è più "cazzimma" come la chiamiamo noi. Cattiveria.

Se un giorno veniamo a Napoli con te dove ci porti di bello?
Credetemi, Napoli è tutta bella. E se venite un giorno con me vi porto dove ha giocato il più grande di tutti i tempi: lo stadio San Paolo.

Mi ha fatto molto piacere che vi ricordate ancora di me. Un grosso saluto a tutti.

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