lunedì 4 gennaio 2021

Neanche con il bargnolino...

Per tutti quelli che come me il gol di Ambrosini sta ancora sullo stomaco. E non c'è verso di mandarlo giù neanche a tre anni di distanza. Neanche con il miglior bargnolino che c'è in circolazione.
Noi avanti in classifica, il Rimini esperto di queste sfide dietro. Neanche a farlo apposta partiamo azzoppati. Manca Mazzotti espulso nella gara di fine anno contro Montevarchi. Il funambolo del girone d'andata. Cesenate nel sangue, ho detto tutto. Mancherà per tre turni. Tranquilli, c'è colui che sta provando a diventare in maglia azzurra il nuovo Udovicich. Collodel è giovane ma è fortissimo, siamo convinti che ce la possiamo fare.
Per prepararla, giù al campo sul due, i rossoneri se l'erano date con l'Agazzanese nell'allenamento poco congiunto del giovedì.
Che entusiasmo e che attesa si respiravano in città. Pulsioni che non provavamo da tempo. 
Le transenne nel parcheggio. La grande mobilitazione. La gradinata così affollata al fischio d'inizio non si vedeva da anni. Il gusto acre dei fumogeni che invadono tutto. Le sciarpe e i drappi di colore rosso-nero. Il bandierone che sventola alto nel settore ospiti. Ha al centro l'effige dell'idolo dei romagnoli: Lello Saltutti in rovesciata. Il calcio è come una religione. 
In campo è una gara a scacchi fra mister Dionisi e Righetti. Sbagli una mossa e sei fregato.
Poche emozioni per la verità, regna l'equilibrio con una pioggerellina fine che non da tregua. Stanchi sul terreno di gioco e sugli spalti, quando sembra essere tutto scritto (risultato di parità), prende il sopravvento il mestiere della squadra più navigata. Basta una frazione di secondo, un lampo per Ambrosini che sbuca in un nugolo di maglie nere e bianche. Gol. Fiorenzuola-Rimini 0-1, 6 gennaio 2018.



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