lunedì 4 febbraio 2019

Reggiana-FIORENZUOLA 0-0

88 anni fa l'ultima volta del Fiorenzuola a Reggio Emilia si è letto dal sito ufficiale della Reggio Audace F.c. con i nostri antenati sconfitti per sei reti a uno dai granata.
Ieri, quando abbiamo varcato la porta “E” della tribuna Nord ospiti intonando forte i primi cori, gridavamo con tutto il fiato in corpo per farci sentire di più da tutti, pazzi di gioia e pieni di orgoglio verso nostri ragazzi in campo impegnati nel riscaldamento. Ci siamo scambiati sguardi reciproci di stupore ed emozione che sono in certe situazioni nascono. Ci siamo caricati a vicenda. Qualcuno ha detto che, non in pochi di quelli seduti in tribuna dei nostri si sono emozionati allo stesso modo nell’udirci entrare nel settore vuoto. La curva di casa in quel momento era ancora spoglia. In quel momento si sentivano solo i nostri cori rimbalzare dappertutto grazie all’effetto acustico offerto dalla maestosità dello stadio di Reggio Emilia. Siamo stati per pochi minuti i “padroni” di uno stadio di serie A. Giocare e allo stesso tempo tifare al Mapei Stadium è un privilegio non per tutti. I nostri sono già calciatori “veri” ma vederli sentirsi ancora più importanti, calciatori professionisti è una delle cose più belle che possono esistere. Il giusto premio a questi fantastici ragazzi e per l’impegno profuso fino ad ora sotto la guida di mister Lucio Brando. 
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SCARAMANZIA - Per compiere un’impresa voi cosa fareste? Di tutto. Anche ricorre alla scaramanzia. E così ecco soci e il capitano mascherato Ettore Guglieri fare ingresso in campo con il completo bianco della festa, quello che porta bene, muta scaramantica che avevamo addosso nell’impresa dello stadio “Braglia” di Modena. Là quella volta c’era più gente ma in fatto di organizzazione qui a Reggio è tutta un'altra cosa. Senza i muscoli di Andrea Corbari fermo per squalifica, mister Lucio Brando rimette al suo posto il parmigiano Fabio Varoli al centro della difesa, con Aimen Bouhali che è di Correggio nelle vesti di terzino destro. L’altro reggiano Lorenzo Rivi scalpita a bordo campo con il numero 20. Il resto, è il rodato undici titolare in un gruppo dove veri titolari non ce ne sono. I fari sono tutti puntati su Antonio Zaccariello che qui è di casa. Un ritorno per lui che è stato capitano della Beretti granata anche al torneo di Viareggio, arrivato a debuttare in prima squadra quest’anno prima del passaggio in prestito al Fiorenzuola si legge sul giornalino consegnato agli ingressi. Non piove e non fa freddo ma il clima qui a Reggio Emilia non è affatto buono. C’è una squadra e un allenatore sotto esame. Dopo la deludente prestazione nel big-match di Crema contro la capolista Pegolettese non si può più sbagliare. Ci aspetta dunque una vera e propria battaglia in campo perché come ha detto alla vigilia il nostro ex Alvitrez, la Reggiana non si può nemmeno permettere di pareggiare.
STIMOLI ED EMOZIONI - Alvitrez, Bruzzone, Libertazzi, Zamparo e il diesse Di Battista è un match con sfumature forti alla piemontese. Con cinque protagonisti ai tempi di Borgosesia ritrovarsi da avversari lungo la via Emilia. Il tabellone luminoso ha ora il timer impostato. Tutto è pronto con le squadre che fanno il loro ingresso in campo nella maestosità dell’impianto condiviso con il Sassuolo di patron Squinzi. Giocare qui fa tremare le gambe. Qui ci passano Juventus, Inter e Milan. E’ lo stadio che vedi in tv e che sogni tutta la vita di giocarci dentro. E che terreno di gioco. E’ piovuto che dio la manda per tre giorni e il fondo è perfetto.
GLI ALLIGATORI E SUPER-LIBERTAZZI - In curva, il fossato che ci separa dalla porta difesa dal giovane portiere avversario Rossi è colmo d’acqua. Forse è tutta l’acqua caduta sul terreno, assorbita, drenata e poi portata fuori. Sembra il fossato di un castello dove mancano solo gli alligatori. Tanti addetti-giardinieri fin dall’inizio del match e poi nell’intervallo passeranno come il riso le zone giudicate a rischio per punzecchiarle con aggeggi che sembrano lance. Ma qui su queste lance non c’è ne carne argentina e ne carne brasiliana. Qui non siamo in churrascaria e non vogliamo finirci noi sugli spadoni, cucinati dagli avversari. Qui o si fanno menare le danze o c’è il rischio di farsi cuocere. Passata la grande emozione di inizio gara con un super Libertazzi a salvare parando tutto quello che c'era da parere, il Fiore comincia a ragionare. Mette le sue cose in ordine e inizia a fare girare la palla allentando la pressione granata. La rovesciata di Saporetti sotto il nostro settore l’abbiamo sognata dentro. Per una volta l’attaccante romagnolo ha deciso di cimentarsi nella specialità di Bigotto. La conclusione è uscita di niente. La Regia ha fatto vedere qualcosa di più è vero ma il pareggio all’intervallo ci può stare. Che fatica all’inizio con gli scarpini e la palla che scivola via in moto geometrico quasi perfetto. Forse non ce l’ho aspettavamo neanche noi un campo così bello, noi abituati a gibbosità, fango e rimbalzi irregolari, e inconsciamente lo abbiamo subito. Ma siamo stati bravi a reggere tutto rimanendo concentrati e sul pezzo. E poi contro Mauro Antonioli alla guida tecnica degli avversari siamo sempre stati sfortunati. Come quella volta nel pantano di Ravenna, il giusto rigore del pareggio realizzato dal reggiano Arati annullato dalla rete regalata a Lelj a tempo scaduto.
BRANDO e BALDRIGHI in sala stampa
LA RABONA MANCATA - Nella ripresa partiamo meglio del primo tempo. La Reggiana non è poi tanto diversa da quella dell’andata. C’è un Alvitrez in più che corre il doppio di quando giocava con noi, ma il Fiore ha coraggio e voglia di impresa. Non ci sono alligatori nel fossato ma in campo si, siamo noi in completo bianco che nelle fasi di non possesso non diamo sbocchi ai padroni di casa, pronti poi a dare sfogo ai nostri esterni nelle ripartenze. Alcune discese di Anastasia e Bouhali mettono in seria difficoltà la retroguardia ospite. Le condizioni di campo e gli stimoli sarebbero ideali per una rabona di Anastasia, ma qui non è il tempio del San Paolo e il nostro numero 11 è più concentrato sulla concretezza fino a quando non deve abbandonare il campo per infortunio. Pochi minuti dopo lo segue Bigotto che è costretto a lasciare il velluto di gioco in barella. Il Fiorenzuola ha perso due pedine importanti. Il pubblico di casa inizia a spazientirsi. Messi alle corde i granata provano con forza a sfondare. Il giovane Colantonio si cala subito nella parte andando a fare la diga in mezzo al campo. Che partita quella dell’ex Antonio Zaccariello in mezzo al campo assieme al bravo Tunesi. Chissà cosa avranno pensato di lui in tribuna, amici ed ex tifosi. I minuti scorrono e la Reggiana si riversa all’attacco. Ma con Bruzzone e Varoli è difficile arrivare in area di rigore e quando si riesce a inquadrare la porta, fra i pali c’è un numero 1 come Davide Libertazzi, uno che si esalta in queste partite. Il pericolo Zamparo è la sfuriata iniziale e una girata di testa che esce di pochissimo a fil di palo e quando il Fiorenzuola riparte in velocità mette paura a tutti, ma sono mancati per una domenica incisività vera e i palloni importanti arrivati dal fondo. Nei minuti finale si soffre un po' con la scena occupata dal duello Ponsat-Libertazzi. Magro, capelli lunghi raccolti, movimenti, barba incolta. Il centravanti piemontese con la maglia numero 11 ha le sembianze di Marco Dallagiovanna attaccante rossonero nei primi campionati di Eccellenza. Un palo fortunoso ci salva e sarà l’unica vera occasione mancata dai padroni di casa. Alla fine è grande festa sotto la curva ospiti per un pareggio robusto e di prestigio strappato con i denti contro la nobile decaduta Reggiana in uno stadio da serie A.

BRUZZONE e KACORRI staccano in area reggiana (foto ARTIOLI, Resto del Carlino)

REGGIO AUDACE F.C. – U.S. FIORENZUOLA 0–0
REGGIO AUDACE F.C. (4-4-2): Rossi; Belfasti, Cigagna, Spanò (dal 78’ Ungaro), Masini; Alvitrez (dal 89’ Cozzari), Cavagna, Osuji (dal 52’ Ponsat), Staiti; Dammacco (dal 52’ Pastore), Zamparo. A disposizione: Narduzzo, Casanova, Palmiero, Bardeggia, Cozzolino. Allenatore: Antonioli.
U.S. FIORENZUOLA (4-3-3): Libertazzi; Bruzzone, Bouhali, Guglieri, Varoli; Tunesi (dal 85’ Matera), Zaccariello (dal 97’ Davighi), Saporetti (dal 89’ Contini); Bigotto (dal 72’ Rivi), Kacorri, Anastasia (dal 66’ Colantonio). A disposizione: D’Apolito, Bedino, Famiglietti, Vago. Allenatore: Brando.
Arbitro: Stefano Nicolini sez. di Brescia (Assistenti: Michele Faini e Ludwig Raus entrambi della sez. di Brescia).
Note – Ammoniti: Cavagna, Zaccariello, Bruzzone, Masini, Varoli. Angoli: 10 – 8. Recupero: 2’ pt. – 9’ st. Spettatori: 4060.


Gian Marco Regnani ci racconta ANTONIO ZACCARIELLO (dalla rivista gratuita granata)


in ricordo di Mirko Valli e la scheda su di noi

AIMEN BOUHALI in azione (foto Katia Labate/Elite per Reggionline)



MATTEO BRUZZONE controlla la verve di un rinato Alvitrez (foto di Katia Labate/Elite per Reggionline)




il fiorenzuolano PAOLO CONTINI entrato nella ripresa (foto di Katia Labate/Elite per Reggionline)

Zamparo tenta di tramortirci in area di rigore Rossonera (foto di Katia Labate/Elite per Reggionline)



DI BATTISTA, BALDRIGHI, BRANDO, foto di rito per lo staff Rossonero nella cornice del Mapei Stadium nel pre-partita

 

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