martedì 27 settembre 2016

saltare i fossi per il lungo

L'esperienza di ETTORE GUGLIERI, l'esterno torna a disposizione di Salmi
Con la Toscana ho un rapporto particolare. Calcisticamente parlando ho legato grazie ad un coach sconosciuto che allenava in un paesino chiamato Ponte a Egola e che poi è diventato qualcuno. Lui leggeva e si affascinava all'idea di poter venire a fare una partita a Fiorenzuola. Lo ringrazio ancora oggi per quella bottiglia di vino.
Non ho ricordi calcistici di questa Colligiana, prossima avversaria del Fiorenzuola, ma so che non sarà una passeggiata per noi.
Contro l'Adriese sono arrivati i primi tre punti. Punti davvero importanti. E' arrivato anche il primo squillo firmato dal centrocampista Andrea Barbieri, arrivato questa estate dalla Berretti della Cremonese. Barbieri ha soli diciannove anni anche se a vederlo dalla gradinata ne dimostra molti di più per personalità e tecnica. Mossa azzeccata quella di Francesco Salmi che a sorpresa lo schierato in campo con la maglia numero dieci in una posizione del campo a volte quasi in linea con le due torre gemelle Reggiani-Bagaglini altre dietro il tridente d'attacco.
Barbieri non è il solo giovane ad aver stupito nell'anticipo di sabato sera. Anche l'altro Andrea, che è biondo e fa la punta però, era partito timoroso in Coppa contro il Castelvetro e al debutto al Comunale contro Ravenna. Storchi, contro l'Adriese ha corso forsennatamente per tutti i cento e passa minuti del match, servendo l'assist del gol a Barbieri. Bene anche il tarchiatello Pezzi, attaccante classe 1997 che da solo sa tenere su la squadra. Bene anche gli esterni bassi: il fiorenzuolano Paolo Contini al debutto in Rossonero e il bielorusso Yan Koliatko. Alessandro Vagge che ha salvato il risultato. Sorpresa Botchway poi. Piovani che lo ha allenato alla Berretti della Feralpi Salò lo aveva detto. Jason ha risposto alla grande nel match del debutto, asso nella manica calato da Salmi. Insomma, nonostante qualche mugugno per il poco gioco espresso nel primo tempo comincia a piacermi questo Fiorenzuola giovane e sfigato che nonostante l'accumularsi delle difficoltà non molla, non si abbatte e corre, suda, lotta con ordine su ogni pallone. Grande tenacia ripagata con una vittoria che da morale in un momento non facile. Gioco-forza la voglia di giocare e spaccare il mondo dei nostri giovani. Salmi lo aveva detto: "l'età deve essere la nostra forza". E se alla fine quelli con il fiatone e la lingua fuori erano i trentenni vestiti di granata i nostri al termine del match avrebbero potuto ancora saltare canali e fossi per il lungo. Hanno approfittato del sabato lavorativo per andare a fare serata. Meritata.
Ancora strepitoso fra i pali
Domenica si va a Colle Val d'Elsa, nella insidiosa tana della Colligiana (al quarto anno consecutivo di serie D) e ci aspetterà di sicuro un bell'ambientino. Non ci sono precedenti se non quello della stagione 1996-97 credo, spareggi Nazionali Juniores fra le vincenti dei rispettivi raggruppamenti regionali. Il ragazzi della Juniores del Fiorenzuola di mister Barbieri schiantarono contro quella Colligiana.
Stefano Sodero
Fiorenzuola 1990-91
Ecco se leggo, di Toscana e di mute a strisce bianco-rosse mi salta in mente il CuoioPelli e la Rondinella. Il Cuoiopelli era una società toscana in voga in serie C2 alla fine degli anni 90. Non tutti si ricordano, ma dal Cuoiopelli pescammo il primo acquisto da professionisti nell'estare del 1990, era l'attaccante Marco Ramacciotti. Acquisto che poi non si concretizzò. Formalizzamo invece l'arrivo dal club toscano del talento Stefano Sodero. Un vero flop in Rossonero.
Tornando alla serie D attuale, dopo una partenza falsa i biancorossi allenati dall'ex milanista Stefano Carobbi hanno centrato il primo risultato utile andando a raccogliere un pareggio pesante sul terreno del quotato Delta Rovigo. In vantaggio con il 1998 Katriel Islamaj i toscani hanno subito il ritorno dei padroni di casa per poi trovare il pareggio nel finale con Venuto attaccante classe 1997 (8 reti lo scorso anno).
Squadra giovane questa Colligiana che vuole risalire la china. Siamo giovani anche noi e può essere il valore aggiunto anche se i ritorni di gente di esperienza come Guglieri e Bouhali possono dare una spinta in più nel gioco e nel reparto spedizione di palloni ai nostri attaccanti. Dall'ex capitano del Lecco ci si aspetta una grossa mano. Se torna decisivo sulla mancina come nel primo anno in Rosso-nero può dare un aiuto fondamentale a questo Fiorenzuola. Problemi di assenze si e grossi, ma di formazione crediamo proprio di no. Dopo queste prime battute sembra chiaro l'intento di coach Salmi di far giocare tutti (chi sta meglio, e in funzione delle scelte tattiche) e che il posto fisso è un sogno anni 80/90'. Tenendo tutti sulle corde potremmo disporre nel nostro piccolo di un ventaglio di scelte non indifferente.
Contro la Colligiana giochiamo ancora di sabato. Porterà bene?


Alvini, dagli amatori al professionismo scrivendo la storia del Tuttocuoio
(01.05.2015 di Andrea Chiavacci) 
Prima della gara di andata parlammo dell'interessante storia del calcio a Ponte A Egola. Una realtà che fino a pochi anni fa si barcamenava con orgoglio nei piccoli campi di provincia e negli ultimi anni è arrivata fino al professionismo. Un uomo sicuramente ha contribuito in modo decisivo a scrivere le pagine di questa bella favola di paese: Massimiliano Alvini. Ultima perla questa splendida e comoda salvezza conquistata con due turni d'anticipo.
Alvini nasce a Fucecchio il 20 Aprile del 1970 e oltre che una grande passione per il palio che si disputa nella sua città, si interessa decisamente al calcio. Anche qui è più una passione, appunto, che un lavoro, visto che da calciatore non va oltre la terza categoria. Nel 1995-'96 inizia ad allenare a livello amatoriale con l'A.C. Ferruzza di Fucecchio. Sembra tutto un gioco, ma qualcuno intuisce che Alvini può diventare un allenatore vero. Il Signa gli offre la panchina degli Juniores regionali nel 2001. Un piccolo scorcio di stagione basta per fare un primo piccolo salto di qualità. La società fiorentina è soddisfatta del suo lavoro e lo promuove alla guida della  prima squadra in Promozione. Alvini porta il Signa fino al secondo posto e ottiene il passaggio in Eccellenza tramite i play-off. Alla prima stagione al piano superiore arriva il 14° posto che significa play-out con il Camaiore. Un doppio 1-1 condanna Alvini alla prima, e finora unica, retrocessione in carriera per un peggiore piazzamento nella regular season rispetto ai versiliesi. Resterà in Eccellenza ma spostandosi di pochi chilometri, a Quarrata, dove ottiene un ottimo quinto posto che vale i play-off, poi persi, per la serie D. Torna a Signa in promozione nel 2004 e vi resta per due stagioni dove ottiene un terzo e un sesto posto.
Nell'estate del 2006 fa il percorso inverso e torna  ad allenare il Quarrata Olimpia. La squadra è appena retrocessa dall'Eccellenza ma Alvini costruisce un bel gruppo intorno al centrocampista Marco Carli, 14 reti, e vince il campionato di Promozione staccando di sei punti il Pietrasanta. Le premesse sembrano buone anche per la stagione seguente, però i risultati non arrivano e Alvini si dimette dopo poche giornate e in pratica resta inattivo per una stagione. Nell'estate del 2008 arriva la chiamata da Ponte A Egola. Il Tuttocuoio gioca in Promozione e si appena salvato dal rischio di retrocedere in prima categoria. Una delle prime gare che gioca nel piccolo stadio Leporaia, dal nome del quartiere Pontaegolese, è una gara amichevole con il Pisa di Giampiero Ventura, che si prepara alla seconda stagione di serie B. Nessuno pensava un giorno di sfidare i nerazzurri in una gara vera di un campionato professionistico. Per la cronaca i nerazzurri vinceranno per 3-0.
Il Tuttocuoio solamente una volta nella sua storia aveva conquistato la promozione nel campionato di Eccellenza nella stagione 2001-2002. Il progetto però è ambizioso. Il presidente Dolfi e il D.S. Costa puntano al rilancio della squadra. Arriva gente importante per la categoria come i difensori ex Ponsacco Tolomei e Juri Andreotti. Davanti Masi segna 17 reti e Ria 11. L'avversario più pericoloso è il Sextum Bientina ma i neroverdi la spuntano e stavolta non hanno bisogno degli spareggi per salire in Eccellenza. Alvini ha fatto centro al primo colpo, ed è solo l'inizio.
Il capolavoro del tecnico e della squadra arriva la stagione seguente quando i neroverdi ottengono un piccolo triplete. Vittoria del campionato d'Eccellenza, di Coppa Toscana con tanto di finale in notturna al Melani contro la Pistoiese, e la Coppa Italia dilettanti a Roma vinta per 3-1 nella finale contro la Capriatese.  Le  reti di Urbani, Costantin e D'Ambrosio regalano un successo per la prima volta di portata nazionale a Ponte A Egola. E' il colletivo la forza di Alvini. La squadra stravince il campionato con 59 punti e 4 giornate d'anticipo e manda in gol 13 giocatori diversi, segnando 40 reti e subendone appena 17, tante a giochi fatti. I gioielli sono la punta centrale bobo D'Ambrosio, 9 reti e tante sponde, e il guizzante Costantin. Squadra anche piuttosto disciplinata per l'Eccellenza, appena due espulsi in 30 gare. L'esordio in D è buono e arriva subito una vittoria importante alla prima giornata con l'1-0 a Ponsacco,con la rete del giovane Sani. Nelle prime giornate il Tuttocuoio vince in casa anche il derby con il Pontedera per 2-0 e conquista momentaneamente la vetta.  A fine stagione arriva una salvezza tranquilla con l'undicesimo posto e un leggero calo nel finale di stagione. Alvini gioca un calcio piacevole e  in quel periodo predilige il 3-5-2 ma negli anni si dimostrerà capace di cambiare vari moduli, centrando sempre gli obiettivi e dimostrando di essere anche un grande motivare e dedito al duro lavoro.
Nel 2011-2012 arriva la stagione più difficile e c'è il forte rischio di tornare in Eccellenza. Dal mercato invernale però arriva Corrado Colombo che ha appena rotto con la Pistoiese e segna ben 12 reti che certificano la salvezza. Colombo resta e intorno a lui viene costruita una squadra di buon livello per la stagione 2012-2013. Su tutti il difensore Falivena, il centrocampista Balde e l'attaccante Granito.E' una serie D stellare con Spal, Lucchese, Massese, Pistoiese e Pro Piacenza. Il Tuttocuoio parte per far bene ma passo dopo passo capisce che può fare qualcosa in più. Il Leporaia è un fortino dove i neroverdi costruiscono la promozione. Splendide le vittorie contro Pistoiese e Pro Piacenza. La ciliegina è il 2-0 alla Lucchese che in pratica suggella la vittoria finale tagliando fuori dai giochi i rossoneri. Il gran giorno della promozione arriva il 28 Aprile 2013 con il 3-0 sul campo del Castenaso. Il Tuttocuoio è in Lega Pro. Arriva anche la semifinale scudetto di serie D, con la soddisfazione di vincere in casa della Sambendettese nella fase a gironi.
La gioia per la promozione si scontra con la nuova realtà del professionismo. Il Leporaia non è idoneo e allora la squadra va a giocare al Masini di Santa Croce. Alvini inizia ad avere richieste da società importanti ma alla fine resta con la società che riesce a garantire la nuova categoria anche grazie al supporto del paese.. Inoltre c'è da fare i conti con una seconda divisione che prevede 9 retrocessioni e i play-out fino a metà classifica a causa della riforma dei campionati. Ci vuole un'impresa, ma se questa arriverà sarà Lega Pro unica. Il Tuttocuoio dovrà fare a meno di Colombo per diverso tempo ma alla fine il capitano rientra ed è decisivo nel prendere in mano la squadra portandola agli spareggi. In semifinale una doppietta del fantasista Salzano elimina l'Aversa Normanna e in finale Cherillo segna il gol salvezza nell'1-1 contro l'Arzanese al Masini. Alvini e la squadra ancora una volta ce l'hanno fatta. Il resto è storia recente con questa brillante salvezza in Prima Divisione e il lancio di tanti giovani.
Alvini è un allenatore meticoloso e capace sempre di apprendere sempre qualcosa di nuovo. Non è un caso se nel giro di 13 anni è partito dalla Promozione fino arrivare al professionismo. Un passo alla volta, attraverso anche momenti non facili, ma anche la fortuna di aver trovato una società e una dirigenza che ha sempre creduto in lui attraverso un programma chiaro. Con la sua grinta e i suoi metodi di lavoro piuttosto duri ma efficaci è riuscito a dare risorse a giocatori che forse fino a quel momento credevano poco in se stessi. Probabilmente per Alvini è giunto il momento di rischiare su una panchina di una piazza importante, ma quello che ha fatto a Ponte A Egola resta incorniciato nelle piccole grandi storie che solo il pallone di provincia riesce a regalare.


Alvini: “Tra calcio e suole. Triplete come Mourinho, l’imbarazzo con Ventura e le chiacchierate con Sarri”
Tante soddisfazioni, una in particolare: “L’anno in cui Mourinho fece il triplete con l’Inter. Perché non fu il solo. Anche il mio Tuttocuoio vinse tre titoli: campionato di Eccellenza, Coppa Italia Regionale e Coppa Italia Nazionale. Quando sentii parlare della nostra piccola impresa alla radio, mi emozionai. Io vivo per il calcio, non mi stanco mai di ripeterlo. Questa sera, per dire, vado a vedere Fucecchio-Monsummano, una gara di Coppa Italia della Prima Categoria. Mica esiste solo la Serie A. La prima cosa che ho capito è che c’è qualcosa da imparare da tutti: sia dall'allenatore più bravo del mondo, che da quello che allena gli amatori”. Non le solite frasi fatte, ma una convinzione granitica. Una persona semplice e umile, Massimiliano Alvini. Una di quelle che si emoziona ogni volta che entra in un campo di calcio. Qualunque esso sia. ‘E’ dentro noi un fanciullino’…Da Ventura a Sarri. Un rapporto di amicizia vero, autentico tra due persone che vivono per il pallone: “Con Maurizio siamo amici, ci sentiamo per sms. Beh, ci conosciamo da parecchi anni ormai. Precisamente dal 2000 quando io allenavo il Signa e lui la Sangiovannese in C2. Negli anni passati facevamo sempre un’amichevole Empoli-Tuttocuoio perché diciamo che portava bene ad entrambi. E’ una grande persona, quando stava qui in Toscana, lo andavo a trovare una volta al mese e facevamo delle bellissime chiacchierate: movimenti, schemi, di tutto e di più. Ora quelle chiacchierate un po’ mi mancano, ma sono felice per lui. Sono convinto che con Maurizio il Napoli può vincere il campionato, ha portato organizzazione e umiltà. Quelle qualità che piacciono anche a me. Se la mia squadra non gioca come voglio, sto male”.Sono partito da lontano, dal Signa. Poi i sette anni splendidi al Tuttocuoio. Successi ed emozioni uniche che porterò sempre con me. Ricordo ancora quando andavo a guardare gli allenamenti del Pisa di Giampiero Ventura. Mi mettevo lì, prendevo appunti, osservavo tutto e lui, pensando che fossi una spia, diverse volte aveva interrotto le sedute. Beh, io non gli dicevo nulla perché ero un semplice allenatore di Promozione e mi vergognavo. Successivamente, però, lo venne a sapere e allora fu lui ad invitarmi al campo. E' un grandissimo allenatore".Alvini inizia ad allenare a 25 anni una squadra amatoriale di Fucecchio, la sua città. Poi una vita tra Promozione ed Eccellenza. E nel 2008 la chiamata del Tuttocuoio, con cui ha collezionato ben tre promozioni e sei trofei. Dalla Promozione alla Serie D. In estate arriva sulla panchina della Pistoiese, il sogno di una vita. Ambizioni, racconti e aneddoti. A GianlucaDiMarzio.com Alvini racconta la sua carriera: “Non mi sarei mai aspettato di arrivare qui. Sono davvero contento perché Pistoia è una piazza importante e nel giro di due/tre anni spero di portarla in Serie B. Ho fatto tanti sacrifici e tanta gavetta. Il calcio, fino a poco tempo fa, era solo un passatempo, il mio lavoro era l’agente di commercio.“Quanto mi garba il calcio…”. Accento toscano, tono pacato e tanta passione. Gavetta, sacrifici e poi finalmente la grande occasione, in Lega Pro con la Pistoiese. Una storia bella e appassionante quella di Massimiliano Alvini. Che, fino all'anno scorso, oltre ad allenare faceva anche il rappresentante di suole per calzature nell'azienda di famiglia. Beh, il paragone è automatico: Toscana, calcio e lavoro, semplice no? Maurizio Sarri. Ma andiamoci piano, “Io ancora ho tutto da dimostrare…”.Alvini: “Tra calcio e suole. Triplete come Mourinho, l’imbarazzo con Ventura e le chiacchierate con Sarri”

fonte: http://gianlucadimarzio.com/news-cat/pistoiese-alvini-tra-calcio-e-suole-triplete-come-mourinho-limbarazzo-con-ventura-e-le-chiacchierate-con-sarri/

Io, il Milan e gli scherzi di Ancelotti

sono completamente ROSSONERO dalla nascita, in tutto e per tutto, e me ne vanto.
Nostalgia canaglia di un diavolo che non c'è più...

Con i rossoneri hai vinto tutto, anche due Coppe Intercontinentali?
 "E' stata una bellissima esperienza, anche se lasciare Firenze è stata una sconfitta, andando là ho imparato a vedere come ci si comporta per vincere questo me lo porterò sempre dietro".
Rifaresti la scelta di lasciare Firenze in cui avevi un posto fisso, per andare al Milan dove comunque hai giocato poco?
 "Ho giocato poco perchè mi sono infortunato, non è che la dovevo fare io la scelta, ma della società, mi sono ritrovato al Milan, non dico che mi ci sono trovato male, ci sono stato bene, ma il mio sogno era rimanere a Firenze".
Curiosità della Coppa Intercontinentale.
 "Era un grande gruppo, io mi ricordo che prima di entrare in campo Ancelotti parlava dicendo che quei 90 minuti erano tutto e che dovevamo vincere a tutti i costi e vedevo negli occhi di chi scendeva in campo, un furore agonistico incredibile".
Aneddoto.
 "Un anno venne Berlusconi a Milanello, e mise in lotteria un orologio di grosso valore, si cominciò a fare questa lotteria con i bigliettini con tutti i nomi dei giocatori, l'ultimo vinceva l'orologio. Eravamo rimasti gli ultimi due io e Agostini, e lo prese lui. Però è stata carina la cosa, sapeva come fare a creare entusiasmo anche in queste cose il presidente".
Rapporto con Berlusconi
 "Con lui ci ho parlato sia quando stavo lì che ero infortunato e mi venne a trovare, ma la cosa più bella, dopo che sono tornato a Firenze, perchè gli chiesi di tornare a Firenze, dopo Milan-Fiorentina, mi chiamò a casa, pensavo che fosse uno scherzo, dicendomi che mi aveva apprezzato di più come persona come uomo, e mi ha fatto molto piacere. Questo è da ricondurre quando in Coppa dei Campioni, durante la partita Milan- Bruges, Tassotti fece un fallo da ammonizione, sapendo che lui sarebbe stato squalificato la gara successiva, andai verso l'arbitro per prendermi l'ammonizione, pur sapendo che se non c'era lui io giocavo, ma se avesse giocato lui avevamo più chance di passare il turno, misi davanti la squadra all'aspetto egoistico di poter giocare. Quello lui lo apprezzò e scese negli spogliatoi del fatto che questo era lo spirito giusto per vincere qualcosa".
Galliani
 "Fu lui a Torino che mi chiese cosa volevo fare. Non avevano intenzione di mandarmi via, volevano rinnovarmi il contratto. Io ho 27, gli dissi, mi ritrovo in sala a guardarmi la foto con io capitano della Fiorentina e mi metto a piangere, la vedo dura rimanere qua. Allora mi disse che c'era il Parma e la Samp e io risposi che doveva fare di tutto per rimandarmi a Firenze".
Sacchi
 "Bellissimo rapporto, anche a livello familiare, un grande personaggio e una grande persona".
"Ho ricevuto tanti scherzi nella mia carriera, ma non ne ho fatti tanti. Ancelotti era quello più propenso a fare degli scherzi, poi c'era Galli".

26.12.2012  Chiara Biondini 

fonte: http://www.tuttomercatoweb.com/altre-notizie/esclusiva-tmw-stefano-carobbi-io-il-milan-e-gli-scherzi-di-ancelotti-409680

lunedì 26 settembre 2016

FIORENZUOLA-Adriese 1-0 Andrea Barbieri


Una domenica bella e spensierata. Tutto merito dei ragazzi bravi a centrare sabato sera il secondo successo stagionale (il primo in campionato). Questo Fiore ricostruito non aveva mai giocato di sera, sotto i fari del Comunale. L'ultima volta dei Rossoneri in notturna risaliva alla primavera scorsa, a quel 0 a 3 rifilatoci dal lanciatissimo Piacenza di Franzini. Quel 0 a 3 profumava di retrocessione. Nell'anticipo contro la neopromossa Adriese del paraguaiano Colman (il loro n.6) servivano punti da mettere in casina. E' ancora un Fiorenzuola giovanissimo quello impostato da Francesco Salmi per cercare il riscatto dopo la batosta di Imola. Con ben 4 assenze di grido e un età media bassissima che viaggia sui vent'anni c'erano tanti timori. Al cospetto di un Adriese che a sorpresa lascia in panchina il brasiliano Adriano e che fa delle scorribande degli esterni la sua forza ci presentiamo contratti. Reggiani e Bagaglini in difesa non sembrano in giornata. Al primo vero affondo degli ospiti ci vuole un super Alessandro Vagge per non capitolare. Sventato il pericolo, chetati per un attimo i veneti, ci facciamo vedere in avanti su schema. Barbieri classe 97' schierato dall'inizio pennella basso per il movimento di Alessandro Napoli che anticipa tutti e di tacco la mette dove nessuno arriverebbe. Quanto avremmo voluto il primo gol in Rossonero del piccinasso di Solofra. Invece no. Non so come ha fatto ma l'under Bertasini ce la fatta a togliere dall'angolo basso il gol all'attaccante di origini avellinesi. Beffa nella beffa: Napoli inizia a zoppicare e di lì a poco chiederà il campo. Che sconforto. Non è possibile: quarto attaccante out dopo sole 4 gare di campionato è veramente da guinnes dei primati. Alessandro Napoli, 19 gol lo scorso anno a Castelvetro, 3 in più dell'avversario di turno Marangon è sostituito dal trequartista offensivo Lari. Niente più tridente, in attacco rimangono ora solo il reggiano Andrea Storchi classe 1998 e il Lorenzo Pezzi classe 1997 che pensate, abbiamo rischiato di perdere alla mezz'ora per un colpo ricevuto al volto non sanzionato dal direttore di gara. Intervallo, musiche dei Ricchi e Poveri allietano nell'attesa del ritorno in campo delle due squadre. Quanto sei bello Comunale anche di notte. Secondo tempo con i granata che vogliono la vittoria. Su un calcio di punizione dubbio dal limite facciamo muro in area come nella pallavolo. Calcio di rigore contro. Morale sotto le suole. Ma abbiamo un grande portiere quest'anno che durante la settimana ascolta gli insegnamenti di Emilio Tonoli. Dal dischetto va Roveretto, uno che sembra un ragazzino ma l'anno scorso ne ha fatti 13 di gol in serie D. Vagge si distende, intuisce e salva i compagni. Salva ancora con un intervento prodigioso su conclusione del moldavo Nicolae Matei. Da questo pericolo scampato in avanti Reggiani e Bagaglini saliranno in cattedra non facendo passere più nemmeno l'aria. Cosa non semplice perchè ci metterà del suo anche l'arbitro innervosendo non di poco calciatori e pubblico una partita non cattiva (alla fine saranno 5 le ammonizione e un espulsione). Salmi al 70' ha un intuizione delle sue, getta nella mischia per la prima volta un piccoletto di colore co le gambe grosse. E' Bochway che cambia la manovra Valdardase. Con il completo bianco, e il numero nero tondeggiante sulla schiena, i dribbling ubriacanti e il doppio passo sembra di vedere Aristoteles. Il ragazzo però non è brasiliano ma è ganese, ma fa lo stesso. Si accende una speranza. Il giovane Andrea Storchi fra i migliori, quando corre sembra un cavallo (come Mezgour) per potenza e velocità ruba il centesimo dei palloni soffiati ai lagunari e si invola sulla corsia di destra. Ha dinnanzi una prateria, traversa in mezzo per Andrea Barbieri che con la dinamite di un veterano, di rabbia e precisione insacca. E' la liberazione. Capitan Petrelli che ha fatto il mediano, il terzino e l'attaccante, una prestazione da 8 in pagella sprona con Simone Pessagno i suoi chiamati sul traguardo all'ultima fatica. L'arbitro pretende di mettere ancora di più alla prova questo Fiorenzuola giovane e sfigato. Storchi, Barbieri, e il resto del gruppo trovano infinite energie lanciandosi come fionde su ogni pallone. I sette minuti di recupera concessi da Lodigiani non saranno sufficienti all'Adriese di Cavallari di per riacciuffare i Rossoneri. Le prima gioia del Fiorenzuola di Francesco Salmi a società e sostenitori è da ricordare. Grande Fiore, avanti tutta.

ANDREA BARBIERI arrivato in estate della Beretti della Cremonese, per lui primo gol in serie D
FIORENZUOLA-ADRIESE 1-0
Fiorenzuola: Vagge, Contini, Koliatko, Petrelli, Reggiani, Bagaglini, Storchi, Pessagno, Pezzi (24’ st Botchway), Barbieri, Napoli (46’ pt Lari). All. Salmi
Adriese: Bertasini, Nava, De Gregorio, Meucci, Ballarin, Colman, Rovereto (19’ st Bernardes), Carteri, Matei (25’ Dall’Ara), Marangon, Castellan. All. Cavallari Arbitro: Nicolini di Brescia (Raus-Torri)
Marcatori: 33’ st Barbieri (F)
Espulso il team manager del Fiorenzuola Luca Baldrighi per proteste Ammoniti: Pezzi (F), Meucci (A), Castellan (A), Vagge (F), Pessagno (F).




No pagelle grazie, i SINONIMI E CONTRARI ROSSONERI


VAGGE guardiano di Brescia 

CONTINI una freccia 

(PIZZA)  sicuro

KOLIATKO  ordinato

PETRELLI  inesauribile

REGGIANI  attento 

BAGAGLINI  invalicabile

STORCHI  inarrestabile

PESSAGNO  centrocampista in frac

PEZZI  forte

(BOTCHWAY)  ubriacante

BARBIERI  risolutore

NAPOLI  giocoliere

(LARI)  presto arriverà

SALMI  ingegnoso 



mercoledì 21 settembre 2016

Lino, i pitura fresca e il nostro mal di gol

SIMONE PESSAGNO, unico Rossonero in gol
Contro l'Adriese si gioca alla sera. Ma che squadra è la prossima avversaria del Fiore? Il bello della serie D è anche questo. Oltre a essere l'anticamera del professionismo è tutto un mondo da scoprire. La compagine veneta rientra nella schiera dei club di cui si conosce poco o quasi niente.
Si sa che l'Usd Adriese 1906 è la squadra di Adria, lontano Veneto. Polesine per la precisione.
Si sa che ha un attaccante che ha già realizzato 3 reti, un gol a partita. Il brasiliano Adriano. Che è una neo-promossa e che i punti fino a d'ora messi in cascina sono 3, frutto di un successo e due sconfitte. Debutto amaro con il Castelvetro in casa. Vittoria in Toscana sul difficile campo di San Giovanni all'Arno e poi altro stop casalingo, al "Bettinazzi" contro la neo-promossa toscana Rignanese. I nostri prossimi avversari hanno fatto meglio fuori casa che in casa. L'allenatore è il confermato Loris Cavallari, un passato recente da calciatore di serie C e D, è al secondo anno da allenatore. Dopo la bella cavalcata che ha portato il primato campionato di Eccellenza ora il debutto in serie D per il giovane tecnico di Comacchio Lidi. E' stato confermato anche il pezzo da novanta Giacomo Marangon seconda punta con trascorsi nel Delta Porto Tolle. Lo scorso hanno, in Eccellenza, ha realizzato 16 gol. Non è stato confermato l'ex Piacenza Rey Volpato.
Adria in provincia di Rovigo, conta quasi ventimila abitanti. Agli inizi degli anni 80' abbiamo bazzicato per il Veneto per diversi campionati di Interregionale senza mai incontrare i granata che ai tempi militavano in Promozione. Gli anni d'oro che lasciarono il segno nel paese del Polesine furono quelli dei campionati di serie D negli anni settanta e novanta e quelli della serie C della fine degli anni 70' con gli accesi derbi contro Rovigo e allenatori alle prime armi del calibro di Nevio Scala e Giovanni Galeone proiettati verso una carriera ai piani alti del pallone nazionale.
Se faccio un attimo rewind sugli antichi campionati con Contarina, Pievigina, Nova Gens (pensate Nova Gens.. la squadra di Noventa Vicentina), Schio, Valdagno, Giorgione posso dire con tutta sincerità di essere sempre stato affascinato e incuriosito da queste realtà, forse perché si sapeva poco di loro ed eri costretto a prendere in mano l'Atlante e a cercare con i quadrettoni e lettere stile battaglia navale i posti imparando la geografia. Ero incuriosito anche per l'accento delle sue persone, per i cognomi particolari. Forse i Pitura Fresca e il Lino Toffolo alla tv ci ha messo lo zampino quando ero piccino o forse il gran numero di compaesani con i genitori che si erano trasferiti anche a Fiorenzuola dal Polesine nelle tristi circostanze legate alle piene del fiume Po hanno influito. Io del calcio minore e della squadra del mio paese sono innamorato.
A Imola è andata male. E' andata male per tutti anche per noi sempre avventati nei giudizi. Dopo la prova super e il calcio dinamico di Salmi sciorinato contro la nobile decaduta Ravenna ci si aspettava qualcosa di più dalla trasferta imolese. Per una domenica siamo stati la squadra più giovane di tutta la serie D. Sicuramente avrà avuto i suoi motivi il mister per stravolgere l'assetto del pari contro Ravenna. Partire con 3 ragazzi classe 1998 a domicilio di una delle candidate alla vittoria finale non è il massimo senza nulla togliere al valore dei nostri giovani.
Abbiamo retto per una buona mezz'ora poi si è scatenato su di noi l'uragano Gustavo Ferretti e non ce n'è stata più per nessuno. Il "Rulo" argentino sembrava pagato a gol domenica ed è entrato così nella storia del Fiorenzuola in un modo un po' particolare, grazie al suo poker perché a memoria non ricordo avversari autori di quatriplette. Ora con l'Adriese della famiglia Scantamburlo il compito è di cercare di tornare in carreggiata trovando la via del gol e la prima vittoria di campionato.
Il Gol manca dal primo turno di coppa contro Castelvetro. La vittoria manca in campionato non so da quanti mesi. Andrea Petrelli lo sa.
Sbloccarci sotto porta in qualche modo. Siamo ancora a secco di gol dopo tre turni. Non era mai successo. Come noi il Poggibonsi. Nel lontano 1996-97 (serie C1) dopo due risultati ad occhiali ci eravamo sbloccati alla terza di campionato con un colpo di testa dello stopper milanese Roberto Sala a casa del Prato, lo stadio Lungo Bisenzio.
Non potremo contrare su ben tre titolari: Mezgour, Guglieri e Bouali (squalificati). Gente di esperienza. Forse abbracceremo dall'inizio Fabio Ceccarelli arrivato a rimpolpare l'attacco Rossonero e il fiorenzuolano Paolo Contini. Vedremo le soluzioni e le scelte del caso.
sabato sera ore 20:30, in anticipo, inedito match: FIORENZUOLA-Adriese valevole per la quarta giornata della serie D girone D 2016-17.
Sbloccati FIORE !






i PITURA FRESKA

I Pitura Freska sono stati un gruppo musicale reggae italiano, attivo tra il 1978 e il 2002.
Caratteristica dei Pitura Freska è la composizione di brani di genere reggae e talvolta rock, con testi quasi sempre in veneto e, talvolta, in un italiano con forti inflessioni veneziane; la scelta linguistica si lega all'origine dei musicisti, tutti nativi di Venezia e legati a Marghera.
Il nome del gruppo si deve al vignettista Sandro Maso (detto Ciaci el Kinder), che racconta: «Sarà stato il 1981, c'era la Festa del sole in Campo Santa Margherita a Venezia, organizzata dagli anarchici. Mi ricordo che c'era anche Veronelli, per i vini, figurati. La band non aveva un nome, ma ne serviva uno per salire sul palco. Mi ricordai allora di un film di Stanlio e Ollio che in una scena dovevano arrampicarsi sul muro di un cimitero e salivano lungo un palo in cima al quale c'era un cartello con la scritta: "wet paint", vernice fresca. Mi sembrò una bella metafora della vita che ti sporca i panni prima di scavalcare il fatidico muro del cimitero. Il nome Pitura Freska salta fuori da lì. Dirò di più, il primo concerto in Campo Santa Margherita è stato fatto proprio dai Wet Paint e c'era Skardy di sicuro perché mi ricordo che è caduto suonando dal palco e lo hanno preso e ributtato su al volo. Ciuke non c'era. In seguito, con il nome Wet Paint (che già veniva solitamente tradotto Pitura Freska) suonammo nelle scuole, allo storico centro sociale di Marghera e in qualche club di Mestre. Lo stile, battezzato porno rock, ricordava gli Skiantos e, molto alla lontana, Frank Zappa. C'era già il reggae, ma solo come citazione. Poi c'è stato il concerto di Bob Marley a Milano nel 1980 e da lì Skardy è tornato innamorato del reggae ed io a quel punto ho chiuso l'esperienza con i Pitura Freska. Non mi interessava il reggae»[senza fonte]. Tuttavia Ciaci continuò a firmare le copertine dei dischi, tanto che è sua l'invenzione del leone di San Marley, parodia del leone di San Marco, con lo spinello in bocca[1].
La prima apparizione televisiva degna di nota dei Pitura Freska fu per mezzo dell'emittente locale Televenezia, la quale utilizzò una delle loro prime canzoni, Saria beo, pubblicata nel 1990 in Ossigeno, come sigla per un semiserio TG estivo.
Il loro primo album comprende anche il loro primo grande successo, Pin Floi, scritto nel 1989 e inserito nell'audiocassetta Ossigeno, distribuita ai concerti del gruppo e in qualche negozio del Veneto, prima di realizzare il primo album ufficiale con la Psycho Records distribuito dalla BMG intitolato Na bruta banda (1991), che comprende altri successi come Marghera, Bienal e Suca baruca.
Nell'estate del 1992 viene pubblicato il singolo Murassi, brano già noto ai fans ma ancora inedito su disco. Alle versioni in vinile vengono aggiunte anche quelle su CD singolo. Inoltre nello stesso disco vi è un remix della ormai celebre Pin Floi aggiunto come bonus track.
Nel 1993 esce in tutta Italia Duri i banchi, un album che comprende, tra le altre, alcune delle canzoni più note: Picinin, Ara che ben, La pianta ed altre già note ai fans di lunga data, ma prima d'ora mai pubblicate ufficialmente.
La qualità musicale e testuale dei lavori dei Pitura Freska si evolve con l'album Yeah (1995), contenente il brano Olanda, scritto nel 1994.
Nello stesso anno 1994 la loro versione di C'era un ragazzo che come me (amava Marley e Peter Tosh) viene inclusa in una raccolta di brani italiani storici, cantati però da band emergenti, intitolata Fatti e Rifatti. Questa versione non verrà però inclusa in nessun album del gruppo veneziano. Sorte differente invece per un'altra cover, la battistiana 7 e 40 inclusa nel secondo volume di Innocenti Evasioni, con i successi di Lucio Battisti ricantati anche in questo caso da voci emergenti (nel primo volume invece a cantare i classici di Lucio vi erano cantanti e gruppi già affermati) e inclusa nelle ristampe di Yeah.
La band lagunare trova il maggior riscontro di pubblico, imponendosi sulla scena nazionale, nel biennio 1996-1997, in primis il singolo "Crudele" del 1996 risulta come il tormentone estivo e quando il nuovo album, Gran calma, ottiene un notevole successo discografico, grazie a Ridicoli e soprattutto a Papa nero, presentata al Festival di Sanremo 1997: la canzone, cantata da Skardy e da Marco Furio Forieri, presenta ritmi molto orecchiabili e un testo dal tema piuttosto insolito.
Dopo l'esperienza del festival nazionale i Pitura Freska hanno vissuto fasi di minore ispirazione e, dopo la produzione di album di minor successo come Tutto Olive, Piatti roventi e Golden, tra il 1999 e il 2001, il gruppo si è sciolto definitivamente nel 2002, anche per le esigenze artistiche dei singoli membri, che cominciavano a intraprendere percorsi personali sempre più impegnativi[2] L'ultimo singolo della band è stato un remix di Le sorti de un pianeta in beneficenza per Emergency, uscito nel 2001.
Il 15 gennaio 2008 muore all'età di 57 anni Francesco Casucci (Ciuke), a causa di una malattia che lo affliggeva da tempo: era stato cofondatore dei Pitura Freska e bassista dal 1982 al 1992, nonché grande amico di Skardy.
Il 5 febbraio 2008, martedì grasso, in occasione della chiusura dell'edizione 2008 del Carnevale di Venezia, la band si riunisce nuovamente per un grande concerto esibendosi per più di due ore, proponendo i migliori brani del proprio repertorio, davanti ad una Piazza San Marco gremita. Nel marzo dello stesso anno, si è poi tenuta, presso il locale "Al Vapore", una serata per la commemorazione ufficiale del compagno Ciuke, rinnovatasi il successivo 29 luglio.

lunedì 19 settembre 2016

Imolese-FIORENZUOLA 4-0


Dopo l'ottima prestazione contro Ravenna molti avevano riposto sogni su gloria su Imolese vs Fiorenzuola un classico rivisitato che ci ha sempre portato bene. Dalle loro parti non avevamo mai perso e il ricordo di quella vittoria di misura con gol di Piccolo che in pratica era valsa la salvezza era ancora fresca nella memoria di tanti. Sapevamo delle grandi spese fatte in estate dal presidente Spagnoli e dalla sua poderosa cordata. Sapevamo di Selvatico un professionista del centrocampo che ha portato su pure la Viterbese. Sapevamo anche che venire qui dopo la sonora sconfitta con brutta prestazione di Rovigo degli avversari avrebbe complicato le cose. Ci avevano poi avvisato che questo Gustavo Ferretti era attaccante d'altra categoria ma mai avremmo pensato di incassate una sua personalissima sparatoria così abbondante. All'autodromo di Imola contro una delle possibili candidate al salto nei Pro ci presentiamo in emergenza e con ben tre classe 1998 dal primo minuto. Un bel vantaggio servito all'Imolese.
L'undici quasi perfetto del pareggio contro Ravenna è quasi del tutto scombussolato. Senza gli esperti Guglieri e Mezgour, mister Salmi fa partire dall'inizio ben tre classe 1998: il reggiano Buffagni terzino destro, il bielorusso Koliatko sulla mancina e l'ex bomber della Berretti della Reggiana Andrea Storchi a far coppia con Alessandro Napoli in attacco.
Dal primo minuto anche Lari a cercare di tramutare in oro il lavoro della metà campo in su. Partono dalla panchina l'ultimo arrivato, l'attaccante Ceccarelli e il terzino fiorenzuolano Contini.
Ben buona mezz'ora teniamo testa al quotato avversario anche con l'aiuto dei legni amici. Poi quell'accelerone dei padroni di casa apre le danze. Cross dell'ex Piacenza Testoni per la testa dai pochi riccioli di Ferretti assesta il colpo del vantaggio. Il ghiaccio è rotto e noi accusiamo il colpo. Possano due giri di orologio, Testini ci crede e da la pasta a Koliatko che atterra l'ex Lega Pro. Calcio di rigore che vale il raddoppio firmato da Ferretti. Ripresa, serve non disunirsi e cercare di riordinare le idee. Ma è ancora l'Imolese a costruire e a farsi pericolosa. Il nostro numero 1 Vagge compie un ottimo intervento prima del tris firmato ancora dall'argentino Ferretti che commette però fallo su Pizza non segnalato dal direttore di gara. Nel finale arriva il grave secondo giallo al nostro Bouali, rimaniamo in dieci e non avremo il centrocampista disponibile per la sfida casalinga contro l'Adriese.
Ambrosini, altra bocca di fuoco dei bolognese vuole il gol ma Vagge è superbo nel respingere la sfera. In zona Cesarini il passivo sale addirittura a quattro ancora con lo spietato Ferretti, bomber-capitano e simbolo dei padroni di casa che mette in bacheca una quatripletta con un gol da cineteca.
Tagliatelle e tortellini a go go: la dirigenza dell'Imolese ha avuto così le risposte che chiedeva dopo la brutta prestazione di Rovigo e a farne le spese siamo noi, squadra giovanissima, ricostruita dopo il ripescaggio estivo. Prenderne 4 è avvilente ma va detto che perdere a Imola ci sta. Anche il Fiorenzuola di Veneri promosso in C1 fu capace di prenderne quattro a casa del Giorgione. Il calendario non è stato affatto amico. Bisogna forse mettersi bene nella testa che il campionato del Fiorenzuola sarà di sofferenza dall'inizio alla fine. Batoste come queste possono buttare giù il morale e l'entusiasmo dei giovani e dell'ambiente. Speriamo che questo non accada. In più soliti infortuni e squalifiche non aiutano. Domenica arriva l'Adriese ..forza ragazzi!


IMOLESE-FIORENZUOLA 4-0
Imolese: Stancampiano, Boccardi, Martedì, Moretti, Monacizzo, Scalini, Tattini, Selvatico, Ferretti, Ambrosini, Testoni (25’ st Sanna). All. Baldini
Fiorenzuola: Vagge, Buffagni, Koliatko (25’ st’ Contini), Petrelli, Pizza, Bagaglini, Storchi (1’ st Ceccarelli), Pessagno, Lari (30’ st Botchway), Bouhali, Napoli. All. Salmi
Arbitro: Pirrotta di Barcellona (Pirrotta-Schiavon)
Reti: 37’, 42’ rig. 50’ e 92’ Ferretti (I)
Ammoniti: Martedì (I), Boccardi (I), Scalini (I)
Espulsi: 33’ Bouhali (F)


venerdì 16 settembre 2016

a tutta velocità

ALESSANDRO VAGGE protagonista nella sfida contro il Ravenna
Sfida all'autodromo "Enzo e Dino Ferrari" di Imola. Dentro il circuito dovremmo andare a mille per portare a casa qualcosa di importante. Dalle parti del nostro mister, al "Romeo Galli" un vero gioiello (come il nostro), bisognerà andare a tutta velocità per fare girare la testa ai rosso-blu del presidente Lorenzo Spagnoli.
Dopo Poggibonsi e Ravenna un'altra sfida contro una big. C'è chi si era già messo avanti e chi cattivo aveva pronosticato un Fiore, fiorellino piccino piccino al palo nelle prime tre gare. Fermo a zero punti visti gli impegni di campionato e invece qualcosa di buone si è raccolto.
Peccato per il gol che ancora manca, ma le occasioni propizie per sbloccarci non sono mancate questo va detto.
Non iniziavamo a secco di gol dalla stagione 1996-97 serie C1. Era il Fiorenzuola di Capuzzo che poi diventò di Cavasin. Pareggio ad occhiali sotto il diluvio a Ferrara contro la Spal con il nostro numero 1 Flavio Roma che parò un rigore all'ex Putelli; poi alla seconda giornata pareggio in casa senza reti contro il Saronno.
I precedenti fra Imolese e Fiorenzuola, a Imola sono 4 precedenti: il primo nella poule scudetto del campionato Interregionale 1989-90. Sbanchiamo il campo dei padroni di casa per 4 reti a 2 con i gol del bomber triste Valter Vercesi, del toscano Peselli, del bomber di Noceto Stefano Pompini e dell'esterno mancino Agostino Pecorario. Ci si rivede nel campionato di serie C2 girone B 1999-00, è la domenica dell'Epifania e il Fiorenzuola di Bruno Nobili pareggia con gol di un giovanissimo fiorenzuolano: Daniele Pizzelli. Nella tribolata stagione 2001-02 andiamo a Imola per la gara di esordio. La squadra in pratica è una formazione Beretti agli ordini di Fabio Querin. Usciamo con onore sconfitti di misura. Ci ritroviamo in serie D due anni fa. La gara vale punti importanti per la salvezza. Con gol di Michele Piccolo portiamo a casa l'intera posta in palio. Per la cronaca, Piccolo è attualmente in forza al Nibbiano&Tidone di Massimo Perazzi (in Eccellenza) con cinque centri all'attivo in due gare disputate.
Mister Salmi che è bolognese ha affrontato in carriera i rosso-blu diverse volte. In pratica un derby. L'ultima volta risale al campionato di Eccellenza 2010-11 quando allenava l'ambizioso Castenaso. Era dicembre del 2010 e gli fece vedere i sorci verdi. Ora l'Atletico Castenaso milita in Prima Categoria.
Il mercato dell'Imolese è stato di primo livello. L'allenatore è il toscano Baldini reduce dalla più che positiva esperienza alla Lucchese. Con i soldi che ha chiesto Selvatico ne abbiamo presi due di calciatori che corrono come dei matti. L'ex n°4 della Correggese era il sogno di tanti in Valdarda, ma alla fine il club rosso-blu è riuscito a mettere le mani sul regista superando una nutrita schiera di pretendenti. Davanti a lui un altro elemento di spiccata esperienza come Olivieri. In attacco, c'è l'argentino Gustavo Ferretti in gol su rigore alla prima di campionato contro la Sangiovannese. L'anno scorso ha realizzato la bellezza di 21 centri. Non c'è solo lui, ci saranno altri due "vecchi" del gol da tenere a bada: Sivilla e Ambrosini. In porta c'è il palermitano Stancapiano, classe 1987 un autentica saracinesca si dice. La difesa è retta dall'esperto Bertoli ex Correggese. In settimana è stato ingaggiato dall'Udinese il giovane centrocampista Omar Borgobello classe 1997. Insomma, per farla breve ci toccherà fare i conti con una squadra esperta, con età media elevata costruita per vincere il campionato.
Domenica l'Imolese è caduta a Rovigo (un big-match) incassando tre reti. La nostra sfida ai bolognesi arriva dunque in un momento poco favorevole, perché siamo certi che gli uomini di Baldini ce la metteranno tutta per riscattarsi davanti al pubblico amico.
Noi arriviamo dal bel pareggio con il Ravenna. C'era caldo, ancora più caldo al Comunale perché Vagge assieme all'accoppiata Bagaglini-Reggiani non hanno fatto passare neppure un filo d'aria. Il numero 1 bresciano arrivato in estate dal Feralpi Salò ha mostrato un repertorio di parate da categoria superiore. Alessandro Vagge a sorpresa è risultato monumentale salvando in più occasioni il risultato davanti a vecchi volponi del gol quali Innocenti e Graziani. Non solo parate e difesa arcigna ma anche gioco. Cose semplice ma fatte veramente bene da una squadra giovane e ordinata. Se riusciamo a tenere alti i ritmi come contro Ravenna, giocare la palla in velocità con la squadra corta possiamo veramente rendere difficile il compito dell'Imolese. E chissà..
In settimana è arrivato Ceccarelli a rinfoltire un reparto avanzato con i pezzi contanti. Pezzi comunque importanti quelli rimasti come Lorenzo che nonostante il dato anagrafico dell'età è tarchiato, sa tenere bene la posizione e puntare dritto alla porta. Poi si è visto Lorenzo Lari nella ripresa per poco, ma si è visto eccome. Il centrocampista di Carpi con tre anni di serie D alle spalle può rendere magico il Fiorenzuola dalla cintola in su. In pochi hanno visto il lavoro che ha fatto e le punizioni che sa tirare. La lista degli assenti di Francesco Salmi è aimè ancora lunga: Rizzo, Mezgour, Contini su tutti e in più Guglieri. L'espulsione di domenica si poteva evitare. Sarà un assenza pesante forse per diversi turni e se vogliamo veramente mantenere la categoria allora bisogna darsi una registrata.
.a tutta velocità FIORE !

QUELLA VOLTA CHE...
POKER DEL CASTENASO CONTRO L'IMOLESE
IMOLESE-CASTENASO 0-4
IMOLESE: Sartiani, Lagorio, Gallina, Zaganelli, Tosi, Battistini, Spagnoli (31’st Semeraro), Domini, Belluzzi, Fabbi (14’st Biondini), Salomone. All.: Mastrocinque.
A disp: Zannoni, Mascherini, Semeraro, Tedeschi, Naldi, Mongardi.
CASTENASO: Giovannini, Capasso, De Brasi S. (26’st Cavallo), Pappalardo, Cazzola, Puggioli, Cusato, Cacciari (24’st Campi), Cataldi (31’st Di Candilo), Barnabe, De Brasi D. All.: Salmi.
A disp: Griggio, Bisconti, Muccini, Graziosi.
ARBITRO: Zanolla di Belluno. Assistenti: Paganelli (Rimini) e Tonti (Rimini).
Marcatori: 31’pt Pappalardo, 10’st De Brasi D., 24’st Cataldi, 34’st Campi
Ammoniti: Giovannini, Domini, Cacciari, Cusato, Belluzzi, Spagnoli, Biondini.
Il Castenaso espugna il Romeo Galli con un poker, i ragazzi di Salmi si confermano padroni del campionato, i rosssoblù sono stati bocciati su tutta la linea. Un poker sonante che sa di ridimensionamento in chiave corsa promozione, ora i bolognesi sono a +6 in graduatoria e devono pure recuperare una partita rinviata un paio di settimane fa. Certo il torneo è ancora lungo e le possibilità di recuperare sono tante, ma il pesante ko casalingo ha un sapore amarissimo. Partita che stenta a decollare, la prima azione arriva al 20’, Battistini lancia Belluzzi che tira debolmente fra le braccia di Giovannini. Il risultato si sblocca al 31’, cross di Davide De Brasi, Sartiani sbaglia l’uscita e Pappalardo, lasciato colpevolmente solo, segna l’1-0 ospite. L’Imolese reagisce subito, Salomone per Belluzzi che si fa anticipare da Giovannini in uscita. Nel finale di frazione i padroni di casa ci provano, Giovannini fa buona guardia. Nella ripresa l’Imolese gioca con concentrazione, ma non basta perché alla prima disattenzione Cataldi serve per Davide De Brasi che batte per la seconda con un comodo colpo di piatto Sartiani. Al 15’ una rovesciata di Belluzzi finisce fuori di poco. Il Castenaso fa tris con una punizione di Cataldi che finisce all’incrocio dei pali (24’). I bolognesi chiudono definitivamente i conti al 34’ con un tiro da fuori area di Campi che finisce ancora nel sette. Un poker indigesto per l’Imolese, apparsa si volenterosa, ma che ha concesso troppo agli ospiti, ora la vetta è +6 e il Castenaso può incrementare ancora nel recupero.
8 DICEMBRE 2010
http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/sport/2010/12/09/426595-poker_castenaso_contro_imolese.shtml





« In una notte dell'estate del 1947 questo gruppo di pionieri, camminando in via Romeo Galli, una stradina che congiungeva le Acque Minerali al ponte sul Santerno, disegnò un piccolo circuito: via dei Colli, raccordo dalla Tosa alla Piratella, via Romeo Galli »
(Ricordo di Claudio Costa, figlio di Checco)

L'autodromo Enzo e Dino Ferrari, comunemente noto come autodromo di Imola, è un circuito automobilistico situato nel comune di Imola. L'autodromo è intitolato a Enzo Ferrari, fondatore dell'omonima casa automobilistica, e al figlio Dino. Prima della morte di Enzo Ferrari, avvenuta nel 1988, era chiamato "Autodromo Dino Ferrari". Ha ospitato il Gran Premio d'Italia di Formula 1 nel 1980, tutte le ventisei edizioni del Gran Premio di San Marino di Formula 1 (dal 1981 al 2006), tutte le quattro edizioni del Gran Premio Città di Imola del Motomondiale (dal 1996 al 1999), due edizioni del Gran Premio di San Marino del Motomondiale (nel 1981 e nel 1983) e attualmente ospita il Gran Premio d'Italia di Superbike, oltre a molte altre corse motociclistiche e automobilistiche di caratura mondiale. È uno dei pochi tracciati in cui si corre in senso antiorario. Dal 30 giugno 2013 l'autodromo ospita il Museo "Checco Costa"; nell'esposizione sono raccolti documenti, immagini e mezzi che raccontano la storia dell'autodromo. Nel 1946 fu redatto dal Comune d'Imola un progetto per la costruzione di una strada in destra Santerno di congiunzione dei due ponti esistenti sul fiume. Alfredo Campagnoli, giovane geometra dell'ufficio tecnico comunale, parlò di questo progetto con alcuni amici. Sembrò concretizzarsi l'idea di costruire un circuito sulle pendici di Imola al di là del fiume Santerno, nella zona di monte Castellaccio. Nell'Italia di allora esisteva un solo circuito permanente: quello di Monza. Nelle altre città si organizzavano corse di velocità in circuiti provvisori su strade aperte al traffico. Si ritenne conveniente quindi redigere un progetto per la costruzione di un autodromo permanente. Nel 1947 i promotori (Alfredo Campagnoli, Tonino Noè, Graziano Golinelli, Ugo Montevecchi e Graziano Golinelli) proposero inizialmente un tracciato extra urbano di km 3,800 sul quale organizzare alcune gare all'anno, sia di motocross sia di velocità. Ad essi si aggiunsero Checco Costa, presidente del Moto Club Imolese e Gualtiero Vighi (membro consigliere del Moto Club e valente pilota). In breve tempo fu costituita una società per la realizzazione e gestione del circuito. Il 25 novembre 1947 fu fondato l'«Ente Sport e Turismo Imola» (ESTI). Il 1º febbraio 1948 il ragioniere Tommaso Maffei Alberti ne divenne presidente (rimase in carica ininterrottamente fino al 1973). Nello stesso anno Enzo Ferrari si interessò per la prima volta al circuito romagnolo. Si recò personalmente ad Imola e partecipò, insieme ad altri costruttori, ad un sopralluogo della zona in cui sarebbe stato realizzato il tracciato Nel 1949 la lunghezza totale del tracciato fu portata a 5 km in ottemperanza alle nuove norme internazionali. Il progetto definitivo venne approvato dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) il 27 ottobre dello stesso anno. Per le caratteristiche peculiari del tracciato, nel 1950 il CONI decise di costruire proprio a Imola il primo impianto permanente prototipo per gare motoristiche. Da allora il tracciato fu denominato “Prototipo CONI”. Il 6 marzo 1950 fu dato l'inizio ufficiale ai lavori. Nei documenti dell'epoca il tracciato era chiamato "circuito del Castellaccio". Il percorso, misto-veloce, misurava 5.017 metri da percorrere in senso antiorario. Fu ricavato collegando tra loro strade già esistenti che si snodavano sulle colline prospicienti la città di Imola con tratti di strada nuovi.

giovedì 15 settembre 2016

Ritocchi che ti cambiano la vita

Quando manca qualcosa si ritorna sul mercato. Non è sempre facile intervenire a Settembre.

Dai gemelli ARENA MARCO e CRISTIAN a FABIO CENTOFANTI. Da STEFANO POMPINI arrivato a settembre per spingerci in C2 dopo l'esperienza di Reggiolo al modenese ROBERTO SANTINI. Poi il tornante ligure GIANLUCA NISTRI e il mancino sardo STEFANO MEDDA. LUCA CARNEVALI portiere di Cremona con RODRIGUEZ, VARACALLI e bomber D'ALESSANDRO nel settembre del 2004. MARCELLO LAMBRUGHI un difensore con stoffa davendere.

Gli acquisti settembrini che ti risolvono il problema.
Marco e Cristian Arena arrivati nel settembre del 2010 per dare vigore e reti al Fiorenzuola di mister Viali (subentrato a Gottardo). I due erano alla Nuova Verolese e non percepivano stipendio. Uno attaccante e l'altro fantasista. Marco realizzerà 17 reti in campionato contribuendo non di poco alla salvezza.

Fabio Centofanti pescato nelle Marche dall'allora diesse Riccardo Francani. Realizzò 17 reti nel Fiorenzuola di Galli ricostruito dopo la retrocessione dalla serie C alla D. Firmò a settembre come il grande Sandro Melotti.
Dopo l'esperienza in Rossonero ritorna in C nella Pro Vercelli per poi mettere le radici a Piacenza. Tutti si trovano bene dalle nostre parti, piazze appetibili dove evidentemente pagano. Fatti non solo parole. All'età di 42 anni, Cento gioca ancora, nel Gotico Garibaldina club piacentino di patron Lusignani alla prima esperienza nel campionato di Eccellenza.

Arrivato con la forma del part-time fu rinforzo di lusso nel campionato di Eccellenza 2007-08 vinto dai Rossoneri. Confermato anche l'anno successivo in serie D (stratosferico): Marcello Lambrughi.

martedì 13 settembre 2016

il Piranha di Frascati


E' arrivato sabato in treno alla stazione di Fiorenzuola. Domenica era in tribuna ad assistere alla sfida contro il Ravenna.
Fame, tanta fame, divorare tutti i palloni che gli capitano fra i piedi tramutandoli in gol non le occasioni da rete, si spera. A sentir parlare di piranha viene da pensare questo. E sarà questo il problema dell'anemia da gol del Fiorenzuola di Salmi sarà risolto.
Del giocatore più pagato degli ultimi anni, arrivato (rotto) fra sogni e clamori resterà solo l'immagine del suoi dito medio basculante izzato al cielo dalla panchina verso i sostenitori della Pro Sesto. Cose veramente tristi. Ci siamo scottati con il Fausto Ferrari e con l'Elvis Abbruscato nella passata stagione a testimonianza che a volte i nomi grossi, le schede di carriera piene di cifroni non fanno un bomber. La speranza è quella di aver pescato giusto fra gli svincolati. Un altro giocatore di navigata esperienza, un giramondo del gol che ha vestito 18 maglie e si è fatto una bella idea di com'è l'Italia dal veneto alla punta estrema di Santa Maria Leuca.
Una prima punta da area di rigore, abile nel gioco aereo. I nostri colori sociali: il Rosso e il Nero già indossati a Foggia e ad Arma di Taggia gli donano. Non si può negare. Non ha più i capelli lunghi e l'orecchino. In viso assomiglia vagamente a quel Fabrizio Castellazzi attaccante incompreso del Fiorenzuola di William Viali 2010-11. Si è presentato a Fiorenzuola col fisico asciutto a testimonianza della preparazione estiva svolta nei ranghi della sfortunata A.S. Serpentara, compagine laziale che ha cullato il sogno del ripescaggio in serie D sino all'ultimo e del tesseramento di Ceccarelli. Lo voleva anche il Campobasso ma ha scelto il Nord, lontano da casa, Fiorenzuola.
Ha due bimbi e forse la disciplina e la serietà potrebbero essere di casa visto che anche il padre è stato calciatore. Giancarlo Ceccarelli è partito come Fabio dalla Primavera della Lazio per poi diventare un calciatore affermato di serie B e C nella Sambenedettese, nell'Avellino e nel Giulianova.
Nato a Frascati a due passi dalla capitale, di sponda Lazio il nuovo attaccante del Fiorenzuola si è formato calcisticamente negli aquilotti dove è arrivato quasi ad esordire in prima squadra con la maglia numero 37 e la scritta CECCARELLI dietro la schiena. Era la Lazio di Mancini prossima al crack di patron Cragnotti. Il suo biglietto da visita era il titolo di capocannoniere al torneo di Viareggio. Esordisce con la Lazio dei grandi in amichevole in Spagna contro l'Espanyol.
Decide di saltare la C e iniziare a fare il calciatore in serie D a Monterotondo. Scende addirittura in Eccellenza alla San Polese dove i tabellini parlano di 23 gol in 21 partite. Torna in D al Mentana poi la chiamata del Gela in serie C2 nell'estate del 2006 (play-off). Dopo un anno in Sicilia fa su fagotto e si trasferisce al Nord al Treviso che lo manda a farsi le ossa nel Rovigo sempre in serie C2. Ci resta fino a gennaio per poi ridiscendere al Sud, in Puglia per fare la serie C1 nel Martina Franca. L'anno dopo vive la stagione più prolifica della sua carriera con la maglia del Monopoli in serie C2. 16 centri in 26 gare, vice capocannoniere del girone.  Lo acquista patron Campedelli del Chievo che poi decide di non portarselo in serie A e di passarlo al Foggia. L'anno calcistico è diviso fra le esperienza in due piazze importanti del calcio italiano: Cosenza e Foggia. Nel 2011-12 è al Brindisi sempre in serie C2 per poi tornare vicino a casa nel Lazio ad Aprilia dove mette a segno 14 gol. E' l'ultima stagione nei professionisti del Piranha di Frascati. Andrà sempre in doppia cifra con il Matera di mister Favarin, a Sulmona e a Bisceglie rivoluto da Favarin poi l'exploit di Palestrina dove nel solo girone di ritorno realizza 19 gol. L'anno scorso ha iniziato nell'Argentina Arma (serie D, girone ligure-piemontese) per poi passare al Città di Castello, prima di rescindere il contratto.
Storie di gol, di successi, ma anche di stipendi non pagati a volte, di vittorie e di delusioni, la storia di tanti calciatori italiano che non sono arrivati in serie A ma che comunque si sono tolti grosse soddisfazioni. Dopo il toro di Civate ecco un piranha ..il Piranha di Frascati.
La speranza è che il fisico di Fabio tenga dall'inizio alla fine, e che  possa integrarsi al meglio nel gruppo che sta nascendo. Mettersi al servizio di Salmi e della causa Rossonera con tanta umiltà e professionalità prima di tutto. Per SALVARCI i gol ci servono come il pane ..ma non è tutto.
Un grosso benvenuto a CECCARELLI !


FABIO CECCARELLI
20/04/1983 Frascati (RM)
187x75 Kg attaccante
2002-2003 Lazio Primavera
2003-2004 Monterotondo D 21 8
11/2004 San Polese Ecc 21 23
2005-2006 Spes Mentana D 18 11
2006-2007 Gela C2 23 6
2007-2008 Rovigo C2 16 5
01/2008 Martina Franca C1 8 3
2008-2009 Monopoli C2 26 16
2009-2010 Cosenza C1 7 1
02/2010 Foggia C1 12 2
08/2010 Cosenza C1 1 0
2010-2011 Brindisi C2 14 6
2011-2012 Aprilia C2 26 14
012-2013 Matera D 21 10
2013-2014 Sulmona D 15 10
12/2013 Bisceglie D 13 4
2014-2015 San Cesareo D 9 3
12/2014 Palestrina D 20 19
2015-2016 Argentina Arma D 15 5
12/2015 Citta' di Castello D 8 2
2015-2016 FIORENZUOLA D ? ?


domenica 11 settembre 2016

FIORENZUOLA-Ravenna Fc 0-0

l'immancabile appuntamento riflessivo di fine gara del Fiorenzuola di Salmi a centrocampo
Sono andato al campo e ho visto un grande Fiore. Per poco non è stata la volta buona. Contro una vecchia nemica  dei nostri lontani tempi d'oro, messa fra le favorite dei quartieri alti di questo girone abbiamo sciorinato una prestazione più che postiva. Un Fiorenzuola che nonostante gli infortuni e la ricostruzione si presenta senza timori reverenziali al grande appuntamento. Salmi disegna il suo Fiorenzuola anti-Ravenna confermando capitan Petrelli in mediana e dirottando Reggiani dal primo minuto al centro della difesa assieme al giovane ma esperto Matteo Bagaglini. Da Ravenna stavolta non salgono otto pulman come nel 1992 ma comunque una cinquantina di supporters calorosi e rumorosi nel sostenere la gloriosa squadra della loro città. Fiorenzuola che torna al completo nero degli anni trenta e ai più recenti del ciclo vincente Mantelli-Guarnieri. Zanzare e sole caldo, al Comunale le prime battute sono a sorpresa di chiare tinte Rossonere con Petrelli e C. a imporsi sui romagnoli. Sulla testa di bomber Pessagno piove la sfera del possibile vantaggio ma il lungo centrocampista parmigiano spedisce maledettamente a lato. Altra sfuriata del Fiorenzuola con Napoli proiettato in portato. Contatto o no il numero 11 di Solofra crolla a terra. Dalla tribuna sembra rigore netto ma per il direttore di gara no e ammonisce il ragazzo (già secondo giallo stagionale). A un quarto d'ora dalla fine della prima frazione di gioco cala il ritmo del Fiorenzuola,  Ravenna ne approfitta e ci vuole un super Alessandro Vagge fra i pali per evitare di capitolare. Innocenti capitano e attaccante intramontabile gioca a 42 anni. Contro il nostro Bagaglini non ha visto in pratica mai la porta. Il Piranha di Frascati che ha cambiato 18 squadre in carriera e che era in tribuna ad assistere al match ha sulla carta d'identità l'anno 1983. Graziani che vedremo nella ripresa è un mezzo mostro ed è del 1982. Se tanto mi da tanto. Sono fiducioso di non ritrovarmi un nuovo Abbruscato, o un nuovo Ferrari o un nuovo Morga. Speriamo. Intanto proviamo a vincerla cazzo. Ma sono timoroso. Nell'intervallo penso: se saliamo dal tunnel molli e senza idee lasciando campo a questo Ravenna va a finire male. E invece è ancora il Fiore a dettare i ritmi e a tenere campo. Alessandro Napoli attaccante che spazia lungo tutti i  30 metri della metà campo avversaria assesta il colpo che può mettere al tappeto i giallorossi ma la risposta di Venturi è superlativa. Mossa della volpe Antonioli (mister degli avversari) che mette dentro il temuto Graziani con look da superstite del Cocoricò per tentare di portare a casa l'intera posta. Sfianca re i Rossoneri e colpire. Quando prende palla questo navigato attaccante sono dolori. Bagaglini e Pizza da poco entrati fanno il massimo e a un quarto d'ora dalla fine ci vuole ancora un super Vagge per evitare il gol e la beffa. Respingendo d'istinto una bordata del romagnolo Ivan Graziani. In gradinata si scaldano gli animi. Mentre in campo nei minuti finali non si soffre, si sfiora ancora il gol, si lotta, si gioca a viso aperto, ci si diverte. Peccato per i cartellini 6-0 per noi. Perché arbitro? E per Guglieri. Da un giocatore della sua esperienza (capitano a Lecco, tanti anni di C) ci si aspettava una gestione diversa della reazione al fallo del 98 Larese. Il secondo rosso in tre partite portato a casa dal mancino di Farini costerà caro a società e compagni. Per la cronaca, Stampatori di Macerata ci aveva già arbitrati a Lecco e un rigore ce lo aveva già concesso, convalidando poi un gol irregolare ai blasonati padroni di casa con evidente carica sul nostro ex n°1 Corradi. Non eravamo di certo in debito con la giustizia. Fiorenzuola-Ravenna si incanala sullo 0 a 0. Sugli spalti presenti un pubblico numeroso che si è divertito anche senza gol e tutta la dirigenza Rossonera al completo, compreso Giovanni Pighi e Pietro che ha deciso di dedicare più tempo alle cose importanti della vita. Peccato, perché non era affatto male e rimarranno ottimi ricordi di lui da calciatore nella squadra del paese. La partita è finita e tanti applausi piovono a mister Salmi e ai suoi ragazzi.
FIORENZUOLA-RAVENNA 0-0
Fiorenzuola: Vagge, Scarpato (15’st Buffagni), Guglieri, Petrelli, Reggiani (19’st Pizza), Bagaglini, Fany (30’st Lari), Pessagno, Pezzi, Bouhali, Napoli. All. Salmi
Ravenna: Venturi, Larese, Venturini, Ballardini, Giacomoni, Foschi, Ambrogetti (11'st Graziani), Forte, Innocenti (42’st Zhytarcchuk), Selleri, Luzzi (25’st Boschetti). All. Mauro

Arbitro: Stampatori di Macerata (Alemani-Spena)
Ammoniti: Napoli (F), Pessagno (F), Scarpato (F), Lari (F), Buffagni (F).
Espulsi: Guglieri (F) e Larese (R)
Note: giornata calda, terreno in buone condizioni, spettatori 600 circa con rappresentanza romagnola