lunedì 31 dicembre 2018

Le immagini e i momenti più belli dell'anno 2018

Gennaio 2018 si parte subito forte dopo la sosta natalizia. Il Fiorenzuola campione d'Inverno ospita l'inseguitrice Rimini. Davanti a duemila spettatori il Fiore si arrende nei minuti finali al termine di una gara combattuta ed equilibrata.

il Fiorenzuola rivelazione del campionato non è più una sorpresa per le avversarie nel girone di ritorno. In casa contro la Sangiovannese mister Alessio Dionisi con le classiche bermuda corte e i volontari spalano la neve dal campo per permettere di giocare. Bomber Davide Bosio e Dario Bollini firmano le reti del successo.
il chiude una stagione eccezionale al 4° posto. In serie C sale la capolista Rimini, seconda classificata l'Imolese. L'avversario da affrontare nei play-off è il Forlì lontano dal Comunale. In Romagna il Fiorenzuola non stecca ma la gara bloccata sul pareggio ad occhiali permette ai rivali di staccare il pass per le finale.

Alessio Dionisi dice addio e il Fiorenzuola sceglie il piemontese Lucio Brando come nuovo allenatore. Brando che è un esordiente in categoria promette subito: "tanto lavoro sul campo e calcio propositivo"

Prima di campionato stagione 2018-19. il Fiorenzuola giovane e rinnovato supera il Ciliverghe per due reti a zero. Nell'immagine il caloroso abbraccio fra il Team Manager Luca Baldrighi e il giovane Lorenzo Rivi autore del secondo gol.

Mora e Bigotto stendono il quotato Crema alla terza di campionato e il Fiorenzuola è capolista a sorpresa con nove punti assieme alla grande favorita del girone il Modena di Apolloni.

Arriva la Reggiana e allo stadio Comunale tornano gli antichi fasti. Il Fiorenzuola mette sotto i granata senza però trovare la via del gol.

La data di sabato 10 Novembre 2018 entra nella storia. Il Fiorenzuola di Lucio Brando espugna contro ogni pronostico lo stadio Braglia di Modena e lo fa rifilando quattro reti ai canarini. La squadra dei presidenti Pinalli, Pighi e Baldrighi esce fra gli applausi dei settemila spettatori presenti.

La lunga attesa è terminata. L'attaccante Simone Saporetti porta in vantaggio il Fiorenzuola nel turno infrasettimanale contro il Sasso Marconi interrompendo un digiuno che durava più di un anno. Saporetti realizzerà 5 reti al termine del girone di andata.

Lucio Brando è in gradinata causa squalifica e contro la Pergolettese lo sostituisce in panchina Simone Di Battista. Fra piemontesi evidentemente ci si intende bene.


il regalo di Santa Lucia più bello. E' mercoledì 12 dicembre e il Fiorenzuola è sotto per una rete a zero a Carpaneto a tre minuti dal termine. Guglieri dalla sinistra alza la testa e calcia da posizione angolatissima pesca il jolly infilando la palla del pareggio nel sette della porta della Vigor.

il Fiore batte l'Oltrepovoghera nell'ultimo impegno casalingo dell'anno 2018. La gioia e la soddisfazione di mister Lucio Brando al termine della gara.
Nell'immagine sotto, di chiusura, il classico aperitivo di fine anno da Amedeo al Caffè del Taetro.

si chiude un anno 2018 ricco di successi e soddisfazioni

sabato 29 dicembre 2018

quando la città si fermava

quando alle 14,30 scattava l'ora x. Quasi un coprifuoco per la città…

Un intero paese si fermava. Sensazioni riprovate di recente grazie a un Fiorenzuola tornato competitivo in una serie D che assomiglia tanto alla defunta C2.

Le partite contro Rimini (immagine sotto) e Reggiana resteranno indimenticabili.. sarà così anche a marzo contro il Modena? Intanto il 27 gennaio arriva al Comunale il Fanfulla di Ciceri e poi il 2 febbraio andiamo al Mapei Stadium. Il 24 febbraio siamo a Pavia.

Ci attende dunque un inizio di 2019 davvero interessante


giovedì 27 dicembre 2018

i numeri del FIORENZUOLA di Brando al giro di boa

Proviamo ad analizzare i numeri di questa prima parte di campionato del Fiorenzuola di Lucio Brando.

Marcatori. Non siamo poi messi così male come pensavamo. I numeri sono quelli presi fino alla penultima giornata, con il nostro attacco che è fra i primi cinque più prolifici del girone. 
Colpisce in rendimento sottoporta dell'esterno offensivo Emanuele Anastasia: 5 reti in soli 7 gettoni di presenza.
Presenze.  Bigotto e Varoli sono i fedelissimi, confermati in estate dal Ds Simone Di Battista. Marra, quante opportunità. Bene Andrea Corbari che era quello che ci si aspettava giocasse di meno. Se non fosse stato per l'infortunio di Carpaneto forse sarebbe in testa alla graduatoria dei gettoni di presenza. Paolo Matera dell'anno 2000 è stato l'under più utilizzato. 


lunedì 24 dicembre 2018

Buon Natale e Buone Feste a tutti

Non ci saranno più i bar pieni come una volta giù in paese nel giorno della Vigilia. Non ci saranno le zampogne, il profumo intenso delle bucce di mandarino e le corse frenetiche ai regali nelle nostre botteghe. Non ci saranno riffe, tombole, bestie e mercanti in fiera come quelli di una volta.
Passano gli anni con le linee wifi domestiche di oggi intasate. Viviamo così tanto tempo rinchiusi al caldo delle nostre quattro stanze che appena mettiamo fuori il naso ci ammaliamo.
Non ci saranno tante cose belle di una volta, ma la gente giusta quella c'è e a gennaio si riprende a seguire il FIORE. Ho visto da fuori le luci e il vetro appannato del gazebo. Mi sono emozionato...

Brindiamo al FIORENZUOLA, e ai nostri colori ROSSONERI
AUGURI di BUON NATALE e BUONE FESTE a tutti i lettori



giovedì 20 dicembre 2018

intervista a DANILO BERTELLI

Nonni e papà allo stadio e in città amano ancora oggi raccontare le gesta sue e dell'Us Fiorenzuola di quel tempo che stava costruendo qualcosa di veramente grande. 
ESISTONO ANCORA LE BANDIERE? IN UN INTERVISTA FIUME LA STORIA DI UN BOMBER CHE HA LEGATO PER ANNI IL SUO NOME A QUELLO DELLA NOSTRA GRANDE PASSIONE: L'US FIORENZUOLA 1922
Per festeggiare i dieci anni del BLOG non potevamo avere regalo più grande…

Bertelli e il Fiorenzuola. Non basterebbe una intera enciclopedia per raccontare la storia di Danilo in maglia Rossonera. Hai voglia di raccontarci i tuoi ricordi più belli e alcuni degli aneddoti più divertenti e curiosi?
Con molto piacere. Porto ancora il ricordo di quegli anni e del Fiorenzuola nel mio cuore. E poi adoravo il bargnolino delle vostre parti. Di aneddoti ne ho davvero tanti. Potrei dire di averne almeno uno significativo per stagione. E di stagioni ne ho fatte dieci da voi.

Partiamo da dove tutto ebbe inizio: la chiamata del presidente del Fiorenzuola alla fine degli anni 70'. Come maturò il tuo passaggio in Rossonero.
Ora posso rivelarlo: io a Fiorenzuola non volevo venire. Ricordo che venne il presidente Gabriele Tosi in persona a prelevarmi. Avevo segnato una ventina di reti quell’anno in Promozione nel girone del Fiorenzuola, nelle file della Leoncelli di Vescovato mentre stavo svolgendo il militare. Quando iniziai il servizio di leva ero stato chiamato a Caserta in fanteria. Il presidente della Leoncelli mi chiamava perché alla domenica mi voleva in campo a tutti i costi, pagandomi il biglietto dell’aereo che costava sessantasei mila lire. Quando poi fui avvicinato a Verona, non ci furono più problemi, mi presentavo alla domenica senza allenamenti nelle gambe per dare una mano ai compagni in termini di gol. L’allenatore era Giacomo Mari, ex mediano della Juventus ai tempi di Piccinini e Parola (quello della rovesciata simbolo delle figurine Panini). Retrocedemmo nonostante la mia ventina di gol. Il Fiorenzuola arrivò se non sbaglio quart’ultimo. Non ero convinto di accettare la proposta del Fiorenzuola, poi Mari mi voleva piazzare all’Avellino in serie B che mi avrebbe girato in prestito per un anno in serie D al Pordenone. C’era stato anche un interessamento della Soresinese, vicino a casa. Quell’anno aveva vinto tutto: Coppa Italia e campionato, ma alla fine preferirono rinunciare a me perché avevano già l’intoccabile Nicolini in attacco. Alla fine mi convinsi a sposare la chiamata del Fiorenzuola spinto anche dai consigli di Amici e Bresciani che già giocavano in Valdarda ed erano miei inseparabili compagni di avventura nei tornei estivi.

Se la Mondadori ti chiedesse di scrivere la tua biografia come definiresti il Bertelli calciatore? Sarebbe in grado di fare gol anche nel calcio di oggi?
Ero molto opportunista, vedevo la porta alla Pippo Inzaghi per rendervi l'idea. In un tempo se toccavo tre palloni il più delle volte il primo era gol, il secondo finiva sul palo, il terzo veniva respinto con una gran parata del portiere avversario. Seppur alto di statura, non ero forte nel gioco aereo. Il mio piede era il sinistro. Ho iniziato a tirare di destro su insistenza di mister Guerrino Rossi che per punzecchiarmi diceva: “Bertelli usa solo il destro quando lo appoggia per salire sul pullman”. Ricordo che a Caorso realizzai due gol di destro e andai subito da Guerrino Rossi a farmi sentire. Penso che nel calcio di oggi avrei fatto ugualmente tanti gol, forse di più perché ai miei tempi non era vita facile per i centravanti. Gli avversari mettevano il marcatore a uomo sull’attaccante della squadra che aveva segnato di più. Erano autentici mastini che mi seguivano anche quando andavo verso la panchina per prendere la borraccia per bere. Ricordo quella volta in trasferta a Sassuolo, loro erano professionisti io feci un tunnel al mio diretto marcatore. Qualche istante più tardi il difensore mi diede una botta paurosa al limite dell’area. Ero a terra e lui sopra a intimarmi: “e non permetterti mai più di rifare una cosa simile”. Poi ricordo dell’amico-rivale Renato Villa, difensore brevilineo del Pontevico e dell’Orceana, poi chiamato a giocare in serie B nel Bologna. Non si riusciva proprio ad andargli via.

Vivevi a Casalmorano e ci si allenava alla sera. Ai tempi di oggi si studia e al pomeriggio ci si allena. Tanto per far capire che sacrifici si facevano allora, raccontaci la tua giornata a quei tempi.
Dovevo percorrere sessanta chilometri per raggiungere la vostra città, pioggia o bel tempo, nebbia o non nebbia. Raggiunta Cremona però avevo la fortuna di trovarmi sempre con qualcuno con cui andare assieme. Il primo anno eravamo in sette o otto ragazzi cremonesi. Gli allenamenti erano divisi in tre sedute settimanali con inizio alle sette o alle otto di sera. Ho avuto allenatori che facevano come Rossi sedute da un ora intensa, altri che arrivavano a due e in quel caso si faceva veramente tardi. In quegli anni lavoravo in famiglia assieme a mio padre che vendeva acqua e vini. Fino a che non comprammo un carrello elevatore era fatica ma con la passione che avevo dentro si riusciva a conciliare tutto: lavoro duro e calcio.

Infortuni. Capitolo nero nella storia di ogni calciatore…
Il primo anno a Fiorenzuola era andato molto bene. Avevo solo 21 anni e avevo messo a segno un corposo bottino di gol, tanto che il Piacenza del presidente Loschi che militava in serie C aveva messo gli occhi su di me. Decido di restare al Fiorenzuola ma arriva il primo dei due infortuni più seri che ho avuto in carriera: saltano legamenti e crociati del ginocchio. Volevo appendere le scarpe al chiodo perché allora ci si curava male. Il presidente Villa mi convinse a non smettere chiamandomi per telefono a casa. Mi portò prima a Pavia da Boni, ma lo specialista era sempre in Svizzera e i tempi si stavano allungando. Allora decise di portarmi a Novi Ligure dove operava Chiappuzzo. Il medico della Sampdoria mi rassicurò esclamando che aveva già operato cinquanta casi come il mio e che se volevo l’indomani stesso mi avrebbe messo sotto i ferri. Ingenuamente accettai anche se dopo riflettendo i cinquanta casi risolti e sventagliati dal medico ligure non erano poi così tanti nelle casistiche così complicate di un ginocchio. L’operazione del 15 luglio andò bene ma il bello doveva ancora venire. Un mese filato di gesso e riabilitazione a Salsomaggiore da Pincolini che non era ancora famoso per riprendere la condizione. Non fu facile ma con tanta forza di volontà e voglia di giocare al calcio riuscii a rimettermi in sesto.

Se non ricordo male segnasti 4 reti in una sola partita al Darfo Boario. Ricordi altre domeniche di grazia? Quali sono stati i gol più belli e importanti?

Si, nel campionato di Promozione 1981-82: Darfo-Fiorenzuola 0-4. Ricordo bene quella partita. A un certo punto il loro centravanti (forse Facchinetti?) era talmente tanto contrariato da rimproverare i suoi compagni della difesa per avermi lasciato fare 4 gol. Fra le mie marcature più importati  non posso non citare la doppietta timbrata nel big-match contro il Magenta, campionato di Promozione 1982-83. Il fondo del Comunale era innevato. Loro che erano primi in classifica insistevano per fare rinviare la gara. Noi appena dietro volevamo giocare a tutti i costi. I volontari con il magazziniere Narcisi in testa spalarono il campo per noi, disegnando le linee in rosso. Il gol del vantaggio lo realizzai io. Il raddoppio fu firmato da Petrolini. Il terzo gol è da raccontare: calcio d’angolo con la palla respinta dalla difesa che capita sui piedi di Ghiozzi (al secolo Gene Gnocchi). Gene mi servì un assist sul filo del fuorigioco. Tutta la difesa avversaria rimase ferma, io andai dritto in porta. Saltato il portiere, arrivo nei pressi della linea, mi fermo, stoppo il pallone su di essa girandomi verso la tribuna del Comunale che era strapiena e inizio a esultare come un matto con Corrado Porcari sbalordito che era corre verso di me per sbattere la palla dentro. La spingo dentro portando la squadra sul 3 a 0. Era il gol che metteva in cassaforte il nostro sorpasso alla capolista Magenta. Gli avversari erano su tutte le furie non tanto per il gol ma per il gesto. Non era nel mio carattere prendere in giro l'avversario ma quella volta mi era venuto d’istinto comportarmi in quel modo forse perché era troppo importante quella partita e volevamo dimostrare quanto valevamo. Conservo ancora gelosamente la video cassetta con quel pazzesco gol.

Dopo i primi campionati in Rossonero alla fine degli anni Settanta, in un crescendo di ambizioni si arriva a disputare gli spareggi per il salto in Interregionale annata 1980-81. Cos'era mancato a quel Fiorenzuola allenato da Guerrino Rossi per centrare il traguardo?
Era stato scelto per la guida tecnica Guerrino Rossi che aveva vinto tutto a Sant’Angelo. Il presidente Villa sognava in grande e per farlo prendeva sempre il meglio. A fine campionato arrivammo a disputare gli spareggi.Arrivammo a disputare gli spareggi. Ricordo la sfida contro il Codogno giocata nella cornice dello stadio Zini di Cremona. La gara terminò in pareggio: uno a uno. Alla fine noi ottenemmo tre pareggi e per assurdo quelli del comitato lombardo ripescarono la prima e l’ultima. La Vergiatese se non sbaglio, arrivata dietro di noi, per meriti sportivi, escludendo per assurdo noi arrivati secondi ma emiliani. Il desiderio del Fiorenzuola e della famiglia Villa in quegli anni era di vincere e arrivare a giocare nelle categorie superiori professionistiche. Negli anni precedenti alla stagione 1982-83 non riuscimmo a centrare la promozione forse perché in estate si erano fatti troppi cambiamenti alla squadra.
In quell'anno andaste forte anche in Coppa Italia, tanto che a un certo punto vi imbarcarono su un treno, destinazione Pianura, sobborgo dell’hinterland della capitale del Sud, Napoli...
Ricordo bene quell’esperienza che fu piacevole e positiva. Partiamo di martedì dalla stazione di Piacenza a mezzanotte per affrontare un viaggio che era a dir poco interminabile. Si va subito nei vagoni letto per mettersi comodi e per poi ritrovarsi a parlare. Io ero in cabina assieme a Eugenio Ghiozzi ed Erminio Ferrari. Non vi dico l’espressione di compagni e passeggeri del convoglio alla vista del “Ferro” con addosso una camicia da notte veramente improponibile. Il Fiorenzuola che mieteva successi era anche questo: un gruppo molto unito e affiatato anche fuori dal campo. La partita in trasferta contro il Pianura fu tragica fin dall’inizio. Ci avevano accompagnati a cambiarci in uno stanzino quattro per tre con la porta con chiusura a catena che aveva sopra un’apertura forse lasciata di proposito perché da li piovesse dentro di tutto. Nella gara di andata terminata uno a uno io avevo segnato il gol del vantaggio tanto che a fine partita mi avevano intimato di stare a casa il giorno della sfida decisiva di ritorno. Il terreno di gioco in terra battuta era infossato. Avevano messo dei petardi lungo tutta la fascia, con quelli più forti vicino alla nostra panchina. Le condizioni ambientali e il lungo viaggio non ci aiutarono: perdemmo 4 a 0 ma comunque è rimasto un bellissimo ricordo di quell’esperienza di Coppa Italia. Arrivare a lottare per entrare nelle ultime otto squadre della competizione. Vivemmo un’esperienza unica visitando altre zone d’Italia, mangiando una pizza a Napoli prima dell’ultimo tratto di viaggio che ci avrebbe portato a Pianura.

Erminio Ferrari, Degani, Fayer e Inverni assieme a te. I componenti cremonesi della squadra allenata da Mauro Masi che trionfò quell'anno. Quale era il segreto di quel gruppo di giocatori?
Eravamo un gruppo molto unito e affiatato. Poi sicuramente l’allenatore Mauro Masi è stato importantissimo perchè anche se veniva da una categoria inferiore portò in squadra elementi che conosceva del calibro di Ghiozzi e Petrolini. Oltretutto aveva già ottenuto altre promozioni in Interregionale. Era un esperto della categoria ed era un grande oratore, bravo a trasmettere alla squadra i suoi principi.
Primo posto, vittoria del campionato, capocannoniere del girone e di coppa Italia con circa 30 gol all’attivo. Cosa si prova in annate come quella del 1982-83?
Fu una stagione indimenticabile per me. Fu tutto magico e straordinario fino al primo allenamento post campionato. Dalla cavalcata con il testa a testa con il Magenta, ai festeggiamenti con i tifosi al termine della stagione regolare. Ricordo che pareggiamo a Castelnuovo Scrivia alla penultima, 1 a 1 con un mio gol. La domenica dopo perdiamo con il Corbetta in casa ma tutto è già scritto. Al mercoledì facciamo l’allenamento in preparazione degli spareggi. Mi entra duro un giovane e mi fa tibia e perone. A casa mi dicevano di smettere ma la voglia di giocare era più forte di tutto e l’anno dopo esordisco in serie D nel mese di dicembre in trasferta a Sommacampagna. Per la verità avevo già giocato in Coppa Italia agli inizi di novembre a Ravenna. Il primo anno di serie D del Fiorenzuola fu per me transitorio, di recupero dal grave infortunio.

Il Fiorenzuola raggiunge il suo sogno: la conquista dell’Interregionale e Bertelli è confermato nonostante sia fermo per infortunio. Incontrasti difficoltà a conciliare il lavoro alla passione del calcio?
Fatto il salto in serie D l’impegno era simile perché già in Promozione ci preparavamo e allenavamo da semiprofessionisti con l’intento di vincere il campionato. Il primo ritiro estivo lontano da Fiorenzuola e con sede a Ferriere lo saltai per infortunio. Quelli delle annate successive trascorsi sulle montagne di Parma erano vissuti con tanta dedizione da parte nostra. Qualche dubbio sulle sorprese e le difficoltà che avremmo incontrato nella nuova serie sorgevano poi puntualmente nelle amichevoli estive. Contro il Piacenza di Titta Rota per esempio, che stava un gradino più su di noi in serie C2 non avevamo visto palla, guardando negli occhi mister Masi con un po' di velata frustrazione. Anche nell’amichevole organizzata con il Parma di Arrigo Sacchi, vediamo che il loro allenatore decide di non sedere in panchina ma di andare in tribuna, con in campi i terzini Mussi e Bianchi (futuri milanisti) che andavano già a mille. Dopo il decimo anno a Fiorenzuola, il quarto anno di Interregionale con il lodigiano Jacopetti come allenatore ho avuto problemi alla schiena a causa del mio lavoro e con gli allenamenti che erano cambiati. Avevamo anche la seduta pomeridiana del giovedì. I tempi erano cambiati e decisi di smettere, lasciando Fiorenzuola. Avevo 31 anni. A Soresina non volevo giocare. Mi convinsero e disputai due campionati segnando ciascuno diciotto gol, allenandomi solo una volta alla settimana.
 
Campionato Interregionale: Fiorenzuola-Sant'Angelo 5-3. Ancora molti fiorenzuolani amano parlare di quell’incredibile impresa. Che ricordi hai di quella domenica di autunno?

Partita davvero indimenticabile. Noi giocavamo ma a fare gol erano gli avversari in contropiede. Siamo sotto per tre reti a zero e credo che il nostro gol dell’1 a 3 a un minuto dal termine del primo tempo ci ha dato il là per compiere quella memorabile rimonta. In campo nonostante i gol presi avevamo così voglia di riscattarci che addirittura Ferrari che era centrocampista metodista davanti alla difesa andò sul fondo della fascia destra per crossare quando oramai il primo tempo era agli sgoccioli. Io che di testa non segnavo mai mi tuffai spedendo la palla alle spalle del portiere barasino. Nell’intervallo, negli spogliatoi abbiamo fatto quadrato e ci siamo guardarti tutti negli occhi dicendo: adesso entriamo e li mettiamo sotto e così è stato ribaltato il risultato e compiendo quell’impresa che ancora noi e tanta gente ricorda.

E dello sfortunato big-match sette giorni dopo di Orzinuovi contro l'Orceana cosa ricordi? In quell'anno credevate al salto in serie C?
L’Orceana era una signora squadra allenata da Pasquini che conoscevo bene. Nelle file bresciane spiccavano l’amico Renato Villa che stava facendo la differenza. Un terzino che andava pure a fare gol.  Poi c’era l’attaccante cremasco Claudio Vaccario che aveva giocato nella Reggiana e che poi mi sono ritrovato più tardi con il suo banco in piazza poco distante dal mio. Per chi non lo sa Vaccario è commerciante come me. Il resto della loro squadra giocava un calcio molto aggressivo e da loro non era facile perché il campo era di dimensioni molto ridotte. Perdemmo uno a zero. Quella sconfitta ce la legammo al dito. Soprattutto Talignani. Ricordo che al ritorno, la menava a tutti già quindici, venti giorni prima: “Stavolta a Villa gli faccio vedere io”. E durante la gara dopo venti minuti Villa chiede di essere sostituito per infortunio forse per evitare una figuraccia. Talignani era scatenato. Realizzò le due reti della gara. Eravamo all’inizio, non pensavamo al salto in serie C2 anche se andavamo forte. Forse eravamo immaturi ma stavamo costruendo quello che poi sarebbe arrivato agli inizi degli anni novanta con la storica promozione in serie C.

In quegli anni di Interregionale il Fiorenzuola affrontava fra le tante il Chievo e il Sassuolo. Che effetto fa vederle oggi in serie A e serie B ?
Il Chievo a quei tempi giocava sul campo dell’oratorio e c’era Giovanni Sartori come centravanti, oggi fra i più ambiti dirigenti della serie A. Il Sassuolo ai tempi era già di proprietà di Squinzi ed era appena retrocesso dalla C2. Oggi, fa senza dubbio effetto vedere queste due provinciali nostre vecchie conoscenze dell'Interregionale anni ottanta, nei piani alti del calcio nazionale. Posso affermare che se ci sono loro non mi sorprenderei se ci fosse anche il nome del Fiorenzuola.

Ernesto Meraviglia e Eugenio Ghiozzi, i tuoi ex compagni di squadra. Chi era fra i due il più matto?
Il più matto era senza dubbio Gene. In termini di bizzarria anche Ferrari che per me era come un fratello, non era da meno. Così come il portiere Santi che noi chiamavamo “tenaglia” per prenderlo in giro quando a volte gli scappava il pallone. O Andrea Mazza che veniva dalla serie C. Meraviglia era particolare e in campo molto estroso. Avrebbe potuto fare altre categorie. Su Meraviglia ho un aneddoto divertente. C’è stato un periodo dove Gianni (lo chiamavamo tutti così) non mi poteva vedere. Allora io gli dissi: cosa c’è Gianni che sei sempre scontroso con me. Lui mi rispose: non ne posso più di te, vado a casa alla domenica e mia moglie mi chiede cosa abbiamo fatto? Io devo sempre rispondere che abbiamo vinto ma che a fare gol non sono stato io ma sei stato tu, Bertelli. Una, due, tre volte, sempre così. Alla quarta volta, aspetto che la moglie mi chieda chi ha fatto gol. E lei stavolta niente. Meraviglia aveva numeri da altra categoria e soprattutto non si faceva mai male una volta. Forse non riusciva a nessuno di prenderlo e lui andava via a tutti. Per uno come lui, con il suo fisico incerto, una caratteristica davvero importante.

Com’era il rapporto con i sostenitori in quegli anni? Come si viveva il calcio attorno a voi?
Ci erano tutti molti vicini. Ci portavano al bar sulla curva del ponte dopo le partite. Credo si chiamasse Bar Cigala. C’erano allora come oggi i sostenitori fedelissimi (come il nome del club) e i bastian contrari come da tutte le altre parti, ma devo dire che si stava bene da voi, e sono felice nel sapere che diversi tifosi di allora seguono ancora assiduamente il Fiorenzuola. Ricordo che nelle partite contro il Fidenza per farvi un esempio il pubblico era presente in piedi fino attorno a entrambe le curve. I campi più caldi erano Lecco e Sant’Angelo. A Lecco io e Hubert Pircher che eravamo gli attaccanti giocavamo davanti a un muro: la curva occupata dai sostenitori di casa. Tutta la partita con loro a gridare cori offensivi contro Pircher che ricordavano calciatore in serie A nell’Atalanta. Pircher era davvero esasperato. “Rambo” Ravasi a un certo punto sotto il loro settore fa partire una gomitata che provoca la frattura del setto nasale a un loro giocatore. L’arbitro non vide il gesto ma ci bloccarono negli spogliatori a fine gara per un paio di ore perchè i tifosi lecchesi aspettavano l’uscita del nostro pullman che fu scortato dalle forze dell’odine. Perdemmo quattro a zero davanti a oltre tremila persone. Anche a Sant’Angelo Lodigiano non fu facile. I loro sostenitori si ricordavano del nostro 5 a 3 in rimonta dell’andata. Perdemmo la gara di ritorno uno a zero e alla fine andò bene a tutti così. Anche a Chioggia, ospiti della Clodia Sottomarina trovammo un ambiente “caldo”. Altra sfida molto sentita per noi era il derby con la Castellana nei campionati di Promozione. Ricordo un pubblico numeroso e di difensori avversarsi che badavano più a menare che a giocare al pallone. In uno di questi derby rientravo dopo l’infortunio al ginocchio. Trovai il gol in mischia. Un gol liberatorio e indimenticabile.

Hai fatto reparto con Talignani per diversi anni. Com'era la vostra convivenza in area di rigore? 
Mi trovavo bene con lui. Talo aveva un tiro eccezionale. Avrebbe potuto giocare sicuramente in categorie superiori all'Interregionale. Ma forse in quegli anni non aveva ancora la testa per il professionismo. Una domenica, in Veneto, contro la Contarina se non ricordo male, aveva segnato tre gol in una sola partita. Due su punizione e uno da fuori area. Ricordo che lui con insistenza cercava anche la quarta marcatura. Ero stato sostituito e mentre guadagnavo l’uscita ero nei pressi della porta avversaria e vedo il loro portiere in uno stato di agitazione incredibile perché Talignani si stava preparando a calciare l’ennesima punizione. Dalla distanza di 30 metri colpì il palo.

Finiti i campionati si iniziavano i tornei estivi…
Si, erano molto sentiti soprattutto il Libertas di Piacenza e quello di Paderno di Cremona sempre a sette dove la finale richiamava ogni anno circa tremila spettatori. Erano appuntamenti anche per vedere all’opera calciatori, intrattenere trattative di mercato. Si giocava a giugno e a luglio. Ricordo che c’era un imprenditore bresciano che fabbricava calzature estive che un anno voleva vincere a tutti i costi. Tutti gli dicevano che per vincere bisognava prendere Villa dietro e Bertelli davanti a fare gol. Riuscì ad ingaggiarci pagandoci anticipatamente i rimborsi delle cinque partite già agli inizi di maggio. Al torneo di Romano di Lombardia giocai in squadra con calciatori professionisti del calibro di Prandelli, Suardi e Finardi. Loro mi dicevano che dovevo restare io, anche se ero l’unico calciatore dilettante del gruppo, capitano della squadra. L’ultima estate prima che lasciassi Fiorenzuola, ricordo che l’amico Renato Villa mi chiese di andare a giocare con lui all’Orceana in serie C2 che era interessata a me. Avevo già trent’anni e decisi di non accettare. Ricordo che una volta, dopo una partita, portai a cena la fidanzata, diventata poi la mia futura moglie, perchè avevo segnato 9 dei 13 gol realizzati dalla mia squadra. Una sera il portiere Marchesi che difendeva i pali del Crema se la prese con me perché diceva che io segnavo anche quando calciavo male il pallone. Forse non aveva tutti i torti. Io la porta, in un modo o nell’altro la vedevo sempre.

Nei campionati dilettanti di gol ne hai segnati veramente tanti con la maglia numero undici. Hai mai sognato di giocare in serie C? Hai rimpianti?
Assolutamente. Rimpianti non ne ho. Non mi posso lamentare. A quindici anni giocavo ancora all’oratorio del paese e se non fosse stato per il postino di Casalmorano che un giorno mi prese e mi portò allo Juventus Club di Cremona non sarei diventato quello che sono stato. Nella categoria Allievi e nella Juniores della Leoncelli avevo segnato 25 gol per campionato. Ho iniziato da subito a fare tanti gol anche in prima squadra. Ho avuto due infortuni seri ma in qualche modo sono sempre riuscito a ripartire, a rialzarmi, vincendo campionati e classifiche cannonieri. Due “treni” li ho avuti e sono passati. Forse mi è mancato l’input nella testa per diventare un calciatore professionista. Ma lo ripeto, sono felice così per quello che ho ottenuto nel calcio e nella vita.


Sei tornato allo stadio Comunale il 16 dicembre per assistere alla sfida tra Fiorenzuola e l’OltrepoVoghera squadra dove milita tuo nipote. Com’è Andrea Bertelli? E come vedi la serie D di oggi.
Andrea figlio di mio fratello, sembra nato per giocare a calcio. Ci sta mettendo un grande impegno. Dopo l’esperienza al Milan, è passato all’Enotria e poi all’Ausonia prima di approdare in serie D all’OltrepoVoghera. Fisicamente non è un colosso ma sa ricoprire bene tutti i ruoli di centrocampo. Ha delle qualità e sembra avere la forza di volontà e quell’input di cui vi ho parlato e che è mancato a me per diventare calciatore professionista.
Per quanto riguarda l’attuale serie D, non sono molto d’accordo sulla regola dei giovani da schierare. Ho allenato per dieci anni a Soresina e i giovani di 16 anni li ho sempre fatti giocare senza obblighi perché quando un giovane ha qualità e sa giocare a certi livelli esca da sé. A volte mi stupisco su certe situazioni. Vi faccio un esempio: Andrea Corbari oggi protagonista nel Fiorenzuola in serie D. Ha giocato sette anni fra Promozione ed Eccellenza senza che nessuno si sia accorto di lui. A mio avviso nel calcio giovanile di oggi passa molta disinformazione.

Grazie di cuore per tutto Danilo,
dal blog e da Fiorenzuola

mercoledì 19 dicembre 2018

Ultima fatica dell'anno. Proviamo a mettere un piede nei play-off?

Ultima fatica. Ultimo impegno dell'anno in quel di Budrio. Non un campo facile per i nostri ragazzi che ad agosto uscirono sconfitti al secondo turno di Coppa Italia. La vittoria di misura ottenuta domenica scorsa contro l'Oltrepovoghera permette di preparare con serenità questo impegno, forti dei 25 punti racimolati nella prima parte di campionato. Bottino di punti considerevole che potrebbe incrementarsi ulteriormente in caso di vittoria. Battere il Mezzolara vorrebbe dire mettere un piede dentro ai play-off e guardare con maggiore serenità un girone di ritorno che potrebbe riservare come ogni anno sorprese inattese.
FAMIGLIETTI E GLI ALTRI - Nell'ultimo turno di campionato siamo tornati alla vittoria al termine di un match estremamente combattuto, rimasto in bilico fino al novantacinquesimo. La squadra è tornata a lottare e a stringere i denti difendendo un risultato fondamentale del nostro cammino stagionale. Un Fiorenzuola cinico come non mai, capace come a Modena di colpire subito in apertura di ripresa con Emanuele Anastasia servito in area di rigore dal giovanissimo Famiglietti. Nel racconto del lunedì avevamo scritto di Bouhali autore dell'assist vincente in realtà l'ispiratore è stato Mirko, giovane classe 2000 inserito dal primo minuto da mister Lucio Brando. E proprio Famiglietti assieme agli altri under: uno degli ultimi arrivati Zaccariello, Colantonio, Varoli, Rivi e Matera sono stati fondamentali nel dare il loro preziosissimo apporto alla causa. 
GALLI E QUEI GIOVANI TERRIBILI DELLA SERIE D - Nella parte finale del match ha fatto  l'esordio in maglia rossonera Gianfranco Galli ultimo colpo di mercato Rossonero. Attaccante, ex capitano della formazione Primavera del Crotone con esperienze in serie D nell'Isola Capo Rizzuto e nel Savona. Galli è nato nell'anno 1997 come Duca esterno offensivo scelto dal Modena per rinforzare la squadra per lo sprint della seconda parte di campionato verso il ritorno in serie D.Strappato  al Pavia, il giovane Duca si è messo in evidenza nel girone d'andata facendoci dannare nella gara del Comunale contro i biancoazzurri a testimonianza di come l'età può non fare la differenza. Altri esempi: il nostro Simone Saporetti (1998) già autore di 5 reti in pochi gettone di presenza, idem Cominetti per fare la rima, incontrato contro l'Oltrepovoghera. Bene anche il nostro Lorenzo Rivi dell'anno 1999. E proprio il prossimo avversario, il Mezzolara è una delle squadre più giovani di questo girone che non sta affatto sfigurando. 
I NUMERI DEL MEZZOLARA - 20 i punti conquistati fino ad ora dalla squadra allenata dal brasiliano Romulo Togni. 4 vittorie, 8 pareggi e 4 sconfitte (una in meno di noi). 18 gol fatti, 20 gol subiti. Il miglior realizzatore è il greco classe 1993 Aleksander Grazhdani, ma attenzione in attacco alla vivacità del 99 Federico Sala già in gol contro di noi in coppa. I blues sono in serie positiva da 4 turni e non hanno mai perso in casa. Fra le mura dello "Zucchini" non è riuscita a passare nemmeno in Modena.
I precedenti a Budrio negli ultimi anni sono altalenanti. L'anno scorso avanti due a zero con uno scatenato Marra e bomber Bosio ci siamo fatti riprendere e quasi sorpassare dai bolognesi. L'anno prima con Ciceri allenatore avevamo ottenuto una vittoria rigenerante con una nevicata di gol (a segno: Arati, Pessagno, Storchi e Napoli). Con il Mezzolara, in trasferta sempre a dicembre negli ultimi anni. Nel campionato di serie D 2010-11 ultima del girone di andata, William Viali allenatore e il campo imbiancato dalla neve uscimmo sconfitti per due reti a zero.
ULTIMO OSTACOLO PRIMA DELLE VACANZE - La vittoria contro l'Oltrepovoghera ci voleva proprio per il morale e la classifica. Siamo stati più fortunati rispetto ad altre partite dove la sorte ci aveva girato le spalle: il palo di Corbari a Lodi e il legno colpito da Saporetti allo scadere contro il Pavia per citare alcuni episodi. Il calcio ti toglie e ti da e alla fine i conti sui meriti quadrano quasi sempre.
Seriamo che l'appuntamento natalizio della cena dell'Uesse da Giovanni di Cortina non abbia deconcentrato nostri. Le vacanze sono vicini ma possiamo dimostrare a tutti il valore che realmente possediamo. Sabato ci attende una gara sporca, ma sarebbe veramente bello chiudere con un risultato positivo. Il Mezzolara tenterà di raggiungere una posizione di classifica più tranquilla davanti a famigliari, dirigenti e sostenitori. La trasferta è ricca di insidie ma abbia i mezzi per riscattare la sconfitta di agosto. Vincere per chiudere alla grande.. FORZA US FIORENZUOLA!

MIRKO FAMIGLIETTI autore dell'assit vincente per il compagno ANASTASIA (foto LIBERTA.IT)


il CONCERTO di NATALE

CONCERTO di NATALE 2018
dopo la partita, alle ore 21 di Sabato 22 dicembre nella nostra chiesa maggiore di San Fiorenzo

lunedì 17 dicembre 2018

FIORENZUOLA-OltrepoVoghera 1-0 Emanuele Anastasia

EMANUELE ANASTASIA ha appena messo nel sacco il gol-vittoria (foto LIBERTA.IT)
La partita dei saluti di fine anno per chi non potrà esserci sabato prossimo a Budrio è stata estremamente produttiva e fortunata. Meno bella e spettacolare di altre ma quello che contava più di tutto era portare a casa la vittoria e la nostra squadra allenata da mister Lucio Brando ci è riuscita. Arriviamo all’ultimo impegno casalingo dell’anno con il buon pareggio ottenuto in rimonta a Carpaneto. Ettore Guglieri ci ha fatto una bella Santa Lucia per noi che amiamo tanto le nostre tradizioni. Quando ho visto il numero dieci avversario a momenti mi veniva un colpo. Ci siamo detti: “ci hanno venduto anche il Guglie?” Che somiglianza questo Gianluca Greco al nostro capitano. Invece Guglieri è là come sempre già appostato sulla corsia di sinistra, sotto la tribuna coperta, con le maniche fatte su fin quasi alla spalla sfidando il gelo pungente di questo dicembre entrato nel vivo. Chissà se mercoledì scorso avessimo avuto in campo Anastasia come sarebbe andato il derby. L’attaccante esterno di Pontecuorone è stato recuperato in extremis dal mister di Biella che lo sfoggia con la maglia numero 11. Guglieri basso, Anastasia alto, che corsia mancina da palati fini possediamo quest’anno. Una notizia bella (il rientro di Anastasia) porta con se sempre una brutta. 
CORBARI OUT - Notizia dell’ultima ora è l’infortunio di Andrea Corbari l’acquisto meno reclamizzato, il più sconosciuto che si è rivelato il vero colpo di mercato dell’anno 2018. Il ragazzone di Cremona nell’esultanza di Carpaneto è stato travolto dai compagni e ha riportato un qualcosa alla spalla. Ne avrà per un mese. Con lo stop di Corbari e la partenza di Alvitrez il centrocampo passa sempre più nelle mani del nuovo arrivato: il giovanissimo Antonio Zaccariello. Rispetto agli ultimi impegni il tour-over di fine anno di Brando ci fa riscoprire il 2000 brianzolo Mirko Famiglietti nelle vesti di terzino destro e i centimetri di Colantonio inseriti a centrocampo. L’ultimo arrivato, l’attaccante calabrese ventiduenne Gianfranco Galli siede in panchina assieme a Simone Di Battista che lo ha portato da noi in Valdarda. Il diesse di Trivero deve averci preso gusto a stare in campo abbandonando la sua posizione isolata in tribuna "Eugenio Villa".  E’ la domenica dove i fari sono tutti puntati sul big-match del Braglia: Modena-Pergolettese. 
è peggio di iron man,DAVIDE LIBERTAZZI
E' TUTTA UN'ALTRA COSA - Al Comunale invece la gara è per pochi intimi, quelli di sempre comunque vada. E giocare con un po' di tifo e colore è tutta un’altra cosa. Fa un freddo barbino dalle nostre parti ma non possiamo lamentaci perché la neve è iniziata a scendere copiosa a partire dalla notte di domenica preservando la disputa del match valevole per la sedicesima giornata. Stavolta non c’è fra il pubblico mister Alessio Dionisi ma c’è Emanuele Marra con la valigia in pano per l’ultimo saluto ai compagni, e c’è soprattutto Danilo Bertelli storica bandiera e bomber del Fiorenzuola anni 80’. Bertelli segue da due anni le sorti dell’OltrepoVoghera dove gioca il talentuoso nipote Andrea, oltre che seguire il Codogno dove milita il figlio Matteo. Chissà che effetto gli avrà fatto la vista dalla tribuna del campo che calcava da ragazzo con la maglia numero 11, sfondando le porte ogni maledetta domenica. Al tempo c’era più gente ad assistere le partire. Altri tempi e altro calcio. Oggi l’avversario del Fiore è l’OtrepoVoghera figlia di una fusione e c’è solo una cosa che conta: vincere. Ci sarà più dell’Oltrepo o più del Voghera nell’indole di questa sconosciuta società? Le casacche sono Rossonere come quelle della Vogherese. Manca però la stampa gigante della lettera “G” dei supermercati Gulliver al centro della divisa. Lo devo ammettere, non provo simpatie per società come queste, nate da fusioni. Avrei preferito vedere affrontare il Voghera che milita nel campionato di Promozione, perché più accostabile alla storica Vogherese che fu, mah ahimé, c’è la squadra del presidente Pietro Del Pozzo in serie D con quasi presenze nulle al seguito. Si sapeva, ma abbiamo avuto la conferma nella solita analisi della distinta nel parcheggio dello stadio. Quasi un rituale. Questo OltrepoVoghera è squadra giovanissima. 
SFIDA FRA 11 - Non affrontiamo una squadra rossonera dai tempi appunto del Voghera e del Pro Piacenza. Che scoppole l’ultima volta contro un avversario costellato di validi giocatori fra cui alcuni argentini, l’attaccante Martin Colombo su tutti. La sfida che ci vede contrapposti ai pavesi è per pochi intimi e la partenza dei nostri non è delle migliori. Più OltrepoVoghera che con la velocità e il fraseggio in verticale cerca la via del gol. C’è questo Cominetti con la maglia numero 11 che per aspetto e movenze sembra uno di quei bomber navigati che prima o poi danno un dispiacere ai sostenitori avversari. Fino a che Anastasia è rimasto in campo è stato un bel duello fra i rispettivi numeri 11. Cominetti è dell’anno 1998, l’hanno ripreso da poco dalla Caronnese per risolvere il problema del gol, perché aveva fatto veramente bene lo scorso anno. Il gol non lo prendiamo e dopo mezz’ora riusciamo a farci vivi dalle parti del portiere-capitano Cizza che non è un gigante in statura ma prima riesce a compiere un miracolo su gran giocata di Anastasia poi salva tutto un po’ fortunosamente sulla conclusione ravvicinata di Bouhali. Il risultato non cambia. Ci si va a scaldare un po’ sul risultato di zero a zero. 
BELLI CINICI - Se riuscissimo a vincere arrivando a 25 punti in classifica sarebbe l’ideale, in previsione di un girone di ritorno all’arma bianca per molte squadre. Questo deve essere balenanto ai nostri nella testa per tutta la settimana. E l’atteggiamento dei ragazzi di Brando al rientro in campo è nettamente diverso. In un paio di minuti il Fiorenzuola costruisce e materializza l’unica vera occasione creata nella ripresa. Il gol è di Emanuele Anastasia su assist di Aimen Bouhali. Un gran gol sempre dalla parte di quello realizzato contro il Pergo e contro il Sasso Marconi. L’attaccante pavese conosciutissimo dalle parti degli avversari colpisce implacabilmente trovando lo spiraglio giusto sul primo palo. 
STAVOLTA PALO AMICO - La squadra del tecnico alessandrino Mauro Guaraldo non ci sta e si riversa in attacco. Si soffre. L’apice è raggiunto a un quarto d’ora dal termine quando su tiro da calcio d’angolo lo stopper albanese Samina svetta di testa sfruttando tutti i suoi centimetri. Libertazzi è battuto ma l’incrocio dei pali c’è e salva il Fiorenzuola. Scampato il pericolo i ragazzi di Brando riescono a fiaccare un po’ la pressione della giovanissima squadra ospite. Fiorenzuola è in contro tendenza rispetto agli altri campi: i raccattapalle ci sono e fanno il loro dovere fino alla fine. Educare allo sport e al rispetto è soprattutto questo. Nel frattempo di sono accesi gli altri riflettori, il direttore di gara ha deciso così e sono entrati Rivi e Galli. Potremmo fare male in contropiede e chiudere definitivamente la gara ma i nostri avanti non sono in partita. Dopo cinque minuti di recupero il direttore di gare dice che può bastare e per il Fiorenzuola sono tre punti importantissimi messi sotto l’albero di Natale.  

La squadra festeggia ANASTASIA (foto LIBERTA.IT)

FIORENZUOLA-OLTREPOVOGHERA 1-0
FIORENZUOLA: 1 Libertazzi; 2 Famiglietti (30’ st 17 Matera), 3 Guglieri, 4 Zaccariello (35’ st 13 Davigli), 5 Bruzzone, 6 Varoli), 7 Colantonio (42’ st 14 Bedino), 8 Bohuali, 9 Bigotto, 10 Saporetti (26’ st 19 Galli), 11 Anastasia (20’ st 18 Rivi).
A disposizione: 12 D’Apolito, 15 Contini, 16 Cosi, 20 Citterio. Allenatore: Lucio Brando.
OLTREPOVOGHERA: 1 Cizza; 2 Soresina (38’ st 14 Lupo), 3 Colombini, 4 Samina, 5 Allodi, 6 Monopoli (43’ st 20 D’Amuri), 7 Colonna, 8 Maione (10’ st 18 Domenichetti), 9 Casiraghi, 10 Greco (10’ st 17 Galtarossa), 11 Cominetti.
A disposizione: 12 Sadiku, 13 Bassi, 15 Lerta, 16 Coppola, 19 Bondi. Allenatore: Mauro Guaraldo.
Marcatori: 1’ st Anastasia (F)
Arbitro: Alessio Schiavon di Treviso. Assistenti: Nemanja Panic di Trieste e Stefano Valeri di Magnago.
Note: calci d’angolo 5-5, giornata molto fredda e nuvolosa, terreno in cattive condizioni, spettatori 300 circa. Ausilio delle luci artificiali nella ripresa. Ammoniti: Guglieri, Zaccariello, Bruzzone, Monopoli, Allodi, Galli, Matera.
Mister  LUCIO BRANDO e il saluto a un piccolo raccattapalle (foto LIBERTA.IT)


Le parole di mister BRANDO nel post partita:

venerdì 14 dicembre 2018

146 sparizioni, operazione "nostalgia"

146 sparizioni eccellenti negli ultimi 15 anni non è poca roba. 
Di questa lunga scia di decessi fanno parte due ex avversarie riemerse dalla memoria in vista della sfida di domenica allo stadio Comunale.
L'OLTREPO la squadra di calcio di Stradella con la tipica casacca bianco-verde. Avversario del Fiorenzuola nel campionato di serie C2 1992-93. Alcuni nomi eclatanti ma a fine carriera come Gabriele Bongiorni, Maurizio Lucchetti e Ambrogio Pelagalli nelle vesti di allenatore. 
Ultima apparizione in serie C della compagine pavese dove spesso e volentieri la Castellana andava a pescare.
Ex Rossoneri che hanno militato nell'Oltrepò: ANDREA BALESTRA, MASSIMO CIOTOLA, STEFANO VECCHI, ROBERTO ALBERICI, DEDE VALLA, WALTER VERCESI, GIANPAOLO CHIERICO.

La VOGHERESE stessi colori sociali, nostra rivale di alta classifica del campionato di Interregionale 1989-90. Dopo l'era Achilli annate difficili. Nell'immagine sopra l'ultima Vogherese affrontata dal Fiorenzuola negli anni della serie C (in coppa Italia). L'allenatore che iniziò la stagione era il cremonese Marco Torresani mister della nostra storica promozione in serie C2.
Ci siamo ritrovati agli inizio del 2000 in serie D. Era il Voghera (non più Vogherese) con la G enorme al centro della maglia (supermercati Gulliver) con un giovane e imprendibile Ettore Guglieri sulla corsia mancina e bomber Matteo Rastelli in attacco. Ancora oggi se entri in un bar della città della bassa Lombarda e nomini l'attaccante magiostrino ti pagano il caffè.
Ex dell'Us Fiorenzuola che hanno militato a Voghera: ETTORE GUGLIERI, ALESSIO DIONISI, DNICOLA MAZZOTTI, DIEGO DALDOSSO, DANIELE FORTI, PAOLO TABLONI, LUCA FUSI, CLAUDIO GUARNA, ANTONIO VOLPI, GRAZIANO LOZIO, GIOVANNI RAVARA, ALESSANDRO ROSSI, ROBERTO COSTA, GIANFRANCO PERONI, EDOARDO PERANI, DINO GIANNASCOLI, RICCARDO BRACALONI, ARNALDO FRANZINI, LUCA SOZZI, DAVIDE VALLA, PIERPAOLO CURTI, ANDREA D'ALESSANDRO, MATTEO RASTELLI, WALTER MASSIONE, DEVIS MANGIA, MARCO TORRESANI, GIANPAOLO CHIERICO, TIZIANO ASCAGNI, TIBERIO LODA, FABIO QUERIN, WALTER VERCESI.

giovedì 13 dicembre 2018

Un gol bello da matti

GUGLIERI CI HA FATTO LA SANTA LUCIA - Non vogliamo pensare a che umore avremmo avuto oggi in caso di sconfitta contro il Carpaneto. Sotto per una rete a zero, lo sconforto è durato sette minuti fino al gran gol di Ettore Guglieri che ha azzerato il vantaggio vigorino. "Per me è stato il gol della vita" ha commentato il capitano nelle interviste del dopo-derby. Se il gol di apertura del playmaker Dario Mastrototaro è stato sublime, anche quello del mancino di Farini non è stato da meno. Un gol che in parecchi non dimenticheranno, messo a segno in un freddo pomeriggio sotto Natale, nell'antivigilia di Santa Lucia. Uno di quei gol che lasciano a bocca aperta i bambini e le giovani leve del settore giovanile. E non solo. Un gol che ha permesso ai Rossoneri di negare una gran gioia agli avversari forse più meritevoli per le occasioni create, e di interrompere la serie di sconfitte consecutive. Un pareggio ottenuto in estremis da bicchiere mezzo pieno contro una delle squadre più forti e organizzate del girone.
SERVE UN SUCCESSO - Domenica arriva al Comunale l'OltrepoVoghera per l'ultimo impegno casalingo dell'anno prima della chiusura di Budrio e delle feste di Natale e Capodanno. La compagine pavese naviga nella parte bassa della classifica con 14 punti (11 dei quali conquistati in casa). Da due turni la guida tecnica è stata affidata a Mauro Guaraldo che ha preso il posto dell'esonerato Fulvio Fiorin. Il tecnico di Spinetta Marengo è stato richiamato dai vogheresi stradellini dopo aver centrato la salvezza ai play-out contro il Varese lo scorso anno. La società che dispone di un organico molto giovane è di recente costituzione: anno 2013. Dovrebbe rappresentare i territori di Stradella e di Voghera anche se come tutte le fusioni e i nuovi sodalizi sembra non aver riscosso molto successo di interesse e partecipazione. Sembra che in caso di salvezza c'è in cantiere di tornare all'antico con il passaggio del testimone al ricostruito Voghera che milita attualmente nel campionato di Promozione. 
Con il pareggio ottenuto a Carpaneto, il Fiorenzuola di Lucio Brando ha mossa la classifica e proverà contro i pavesi a incrementare i punti in classifica chiudendo bene davanti al proprio pubblico l'anno solare 2018.
LA SOFFIATA: BERTO AL COMUNALE - La notizia circola da un mese. Danilo Bertelli bomber e eterna bandiera del Fiorenzuola del decennio che va dall'estate del 1977 al 1987 sarà presente in tribuna al seguito del nipote, Andrea, centrocampista classe 2000 che veste per il secondo anno consecutivo la maglia Rossonera dell'OltreVoghe. Andrea Bertelli reduce da un infortunio non è il solo ragazzo di ottime prospettive in forza al gruppo di mister Guaraldo. Per esempio c'è l'esterno sinistro Mattia Cornaggia dell'anno 2000 di Lodi, ex giovanili del Milan che sta facendo molto bene. Il trequartista scuola Juve Galtarossa classe 1999. Il mediano Mattia Monopoli (1998). In attacco c'è il figlio d'arte Andrea Casiraghi classe 1997 autore di 3 reti fino ad ora e Martino Cominetti (2 gol) centravanti dell'anno 1998 rientrato nella finestra del mercato invernale dopo la breve parentesi alla Caronnese. Entrambi hanno il piede caldo essendo andati in gol nell'ultimo impegno casalingo terminato 2 a 2 contro il Crema (è successo tutto nel secondo tempo). Avanti di due gol i ragazzi del presidente Del Pozzo si sono visti fischiare contro un rigore che ha negato la gioia della seconda vittoria di fila allo stadio Parisi di Voghera. L'elemento più esperto è il gigante difensivo Klodian Saminia classe 1989, origini albanesi. Sarebbe stato bello rivedere Marco Paolo Nava, ma il forte difensore milanese sembra aver rescisso il contratto che lo legava al club di Voghera. Meglio per noi forse, sarebbe stato un cliente molto scomodo.
Contro l'OltrepoVoghera serve una grande prova di maturità e carattere per chiudere in bellezza l'anno 2018. 
TUTTI LA SCIARPA AL COLLO ..FORZA US FIORENZUOLA !



il capitano non segnava da quel 8 gennaio del 2017, FIORENZUOLA-Poggibonsi: