domenica 5 ottobre 2008

SIMBOLI POLITICI GRUPPI ULTRAS di destra

Croci Uncinate allo stadio

LA CROCE CELTICA
Grande impatto visivo. Facile e rapida da rappresentare.
La croce celtica è un antico simbolo celtico. In epoca medioevale è stata utilizzata in ambito cristiano, in particolare dal cristianesimo celtico, mentre, a seguito della seconda guerra mondiale, è stata riutilizzata in ambito politico, essendo diventata un simbolo tipico di alcuni movimenti e partiti, in particolare di quelli di estrema destra. Sin dal XIX secolo, il suo utilizzo è stato gradatamente recuperato in vari ambiti, come quello sportivo, come si evince ad esempio dal simbolo della Gaelic Athletic Association, fondata nel 1884.
La croce celtica deriva dalla sovrapposizione di un cerchio vuoto e di una croce greca o latina, di modo che il centro del cerchio coincida con il punto di intersezione della braccia della croce.
La Croce Celtica adottata dai movimenti di destra per la sua forma essenziale e chiara ed in contrapposizione con la vetusta simbologia fascista e post-fascista
Mentre in Francia l’uso politico di questo simbolo ha una storia precisa e delineata con tanto di accertata attribuzione del primigenio uso in politica, è infatti Jacques Doriot, leader del Parti Populaire française, ad adottarlo - seppur in forma graficamente differente da quella canonica - negli anni ’30 come simbolo del suo raggruppamento, per arrivare all'adozione"ufficiale dall' O.A.S. nel 1961, in Italia la ricostruzione appare assai più complessa. Secondo la accurata ricostruzione di Luciano Lanna e Filippo Rossi[4] fu il movimento europeista transnazionale Jeune Europe (la Giovane Europa), fondato dal belga Jean Thiriart, ad esportare la croce celtica anche in Italia negli anni ’60, grazie ad un intenso scambio culturale con i giovani italiani. Quegli anni sono quelli che vedono l’alleanza stretta dal MSI, il Movimento Sociale Italiano che si caratterizza come partito neofascista, con il raggruppamento dei monarchici non portare alcun risultato elettorale e gli anni del movimentato periodo, successivo al congresso nazionale del MSI di Milano del 24-26 novembre 1956, che porterà alla crisi del 1957, anno noto come l’anno delle diaspore, ed alla nascita di una serie di partiti, partitini, movimenti, organizzazioni, associazioni che non si riconoscono più nel MSI. Il dibattito congressuale del 1956, tutto incentrato sull’"essere fascisti in democrazia", appare datato alle diverse componenti giovanili del partito che già si sentono estranee alla continuità storica con il fascismo nel linguaggio, nella simbologia, nei riferimenti ideologici e culturali.

LA CROCE UNCINATA
La svastica o croce uncinata è una croce equilatera con i bracci piegati ad angoli retti. È stata usata come simbolo, generalmente con significati augurali o di fortuna, da molte culture fin dal neolitico, ed è ancora oggi un simbolo sacro in alcune religioni come l'Induismo, il Buddismo ed il Giainismo. Dopo la Seconda guerra mondiale, a seguito del suo utilizzo nella bandiera della Germania nazista, il suo uso in occidente è oggetto di controversie.

IL FASCIO LITTORIO
Dagli antichi dominatori ROMANI al FASCISMO di Benito Mussolini.
Il più antico fascio littorio fu rinvenuto presso Vetulonia e risale, molto probabilmente, al secolo VIII-VII; si tratta quindi di un ritrovamento di epoca preromana. La sua struttura (scure bipenne inserita tra dodici verghe) e la sua composizione (ferro) rivelano stretti legami esistenti fra le tradizioni nordiche e chi fu l'artefice di tale sacro oggetto. La scure bipenne, in stretta connessione col significato del culto di Janus, dio romano delle origini, è uno dei simboli più antichi della sovranità regale.
La dualità simmetrica dei due tagli rappresenta l'integrazione creatrice delle polarità opposte. Tale incontro avviene in un punto dell'asse che è il centro immobile, il punto di passaggio tra futuro e passato, il terzo volto di Janus, il sacro che genera. I tagli dell'ascia rappresentano esattamente "il simbolismo del fulmine", espresso dalle tradizioni nordiche con le rune e la cui composizione forniva lo schema rappresentativo con cui si indicava il sacro Mjölnir, il martello del dio Thor. La folgore ha significato simbolico doppio: da una parte illumina, squarcia le tenebre, dall'altro distrugge, incendia. Poiché spesso, nell'antichità, l'uso della folgore era prerogativa del dio supremo, questa è considerabile come verità che può essere intuita in forma istantanea solo da chi è capace di resistere alla prova del fuoco incenerendo tutto quello che di sé è mortale, raggiungendo, così, una condizione di supervita. Il tracciato stesso della saetta spiega questo processo: una prima fase rappresenta la discesa del fuoco divino sulla terra, la seconda fase è la trasmutazione che fa dell'uomo che ha saputo intuire l'insegnamento un essere simile ad un dio, la terza fase è ancora una discesa, un ritorno di colui che, libero dai vincoli corporei, torna alla terra per riaprire il ciclo. Secondo alcune tradizioni la destra è l'attributo divino della misericordia, la sinistra è la giustizia. Presso gli arabi tali attributi sono la maestà (volto maschile) e la bellezza (volto femminile). Ma presso gli indù la misericordia è prerogativa dei sacerdoti (Brahamana) che possiedono la chiave dei misteri, mentre la giustizia è un guerriero (Kshatrya) che ha diritto di vita e di morte sui sudditi: diritto che egli esercita per mezzo della verga ( lo scettro del potere). Ecco allora che via contemplativa (sacerdotale) e via attiva (guerriera) si fondono nel centro dal quale traggono la ragione stessa della loro esistenza (l'asse tradizionale, la corona regale segno del potere unico e totale). Le dodici verghe che "incoronano" la scure bipenne sono il ciclo zodiacale con la sua metà ascendente e discendente, aventi origine e fine nei solstizi d'inverno e d'estate, sono rappresentazione dell'universalità totale ed infinita dell'azione radiante della tradizione.
I segni zodiacali sono ad un tempo i gradi della potenza e della conoscenza che va dall'inqualificazione originaria, dalla notte che precede il giorno (solstizio d'inverno, colore nero), attraverso il soffio creatore della luce (equinozio di primavera, colore bianco), fino all'acme espansivo del mezzogiorno in cui la luce tutto pervade.
Il fascismo creò dei punti di contatto tra l'antica Roma e il regime di Mussolini. La potenza, la forza, i trionfi della Roma imperiale vennero interpretati come degni anticipatori della gloria e della potenza fascista, infatti il fascismo si propose come il naturale discendente della Roma antica. Mussolini infatti si faceva chiamare Duce, che nell'antica Roma era il generale, il capo militare valoroso e trionfante in battaglia amato ed apprezzato dai soldati che lo seguivano ubbidienti. Mussolini infatti veniva descritto dalla propaganda con le stesse qualità dei generali romani e quando i fascisti si incontravano si salutavano alzando il braccio destro in alto, nello stesso modo in cui i soldati salutavano i loro capi nell'antica Roma. Il Fascio littorio era il simbolo del fascismo e deriva anch'esso dalla Roma antica ed allora era simbolo di autorità: era infatti il simbolo del potere dei magistrati e fu introdotto dagli etruschi durante la tarda monarchia; in realtà il fascio era un simbolo tradizionale ariano, derivato dal simbolo del martello di Tohr, il dio del tuono nella mitologia nordica e diffusa solo successivamente anche dagli etruschi nella forma in cui lo si conosce.
Il fascio è costituito da un insieme di verghe di olmo o di betulle legate tra di loro con dei nastri rossi, che rappresentava il potere dei consoli(cioè i magistrati più importanti presso l'antica Roma) di punire con le verghe e di esercitare lo "ius necis" cioè il diritto di dare la morte ai rei ;lateralmente o superiormente alle verghe, veniva inserita una scure che in età repubblicana veniva tolta quando si era all'interno della città; il fascio veniva portato durante le feste pubbliche dai littori, degli ufficiali che scortavano le maggiori autorità romane ed è per questo motivo che si chiama littorio, il fascio veniva ornato di alloro in occasione dei trionfi e portato invece rovesciato durante i lutti gravi. Il numero dei fasci littori che precedeva il magistrato ne indicava il grado: più erano numerosi e più alto era il grado del magistrato stesso: i re e i magistrati ne disponevano dodici, da Diocleziano in poi divennero ventiquattro, i Magistrati Equituum e i Magistrati di Rango Pretorio venivano preceduti da sei Fasci Littori, i Questori da cinque e dai 42a.C. in poi, ne vennero dotate anche le Vestali e le vedove imperiali. Il Magistrati inferire inchinava i propri Fasci davanti al superiore(fasces subissi).
Ispirandosi alla tradizione romana, il Fascio simboleggia sia l'unità del popolo, sia l'autorità posseduta dal popolo stesso e in epoca moderna, divenne il simbolo di numerosi movimenti politici. Il fascio fu adottato come emblema politico dei rivoluzionari francesi per simboleggiare il nuovo potere repubblicano: allora la scure fu sostituita da un'alabarda, e il fascio fu sormontato da un berretto frigio. Durante il Risorgimento, molte società segrete, specie d'ispirazione massonica, si ispirarono al fascio littorio che era sempre stato considerato un emblema di unità e libertà. Nella seconda metà dell'ottocento e fino alla prima guerra mondiale, il fascio littorio contin8uò ad essere impiegato dalle forze di sinistra, come i Fasci dei Lavoratori, organizzazioni proletarie di contadini siciliani, Fasci di Azione Rivoluzionaria ecc.
Con la costituzione di un Fascio Parlamentare di Difesa Nazionale, dopo la disfatta di Caporetto, il termine Fascio cominciò ad essere legato alla necessità di un unione nazionale al di sopra degli interessi dei partiti. Come tale, ma accompagnato da rivendicazioni rivoluzionarie, l'emblema romano venne accolto da B. Mussolini, divenendo il simbolo dei Fasci di Combattimento, e in seguito del Partito Nazionale Fascista; infatti Mussolini fondò i Fasci di combattimento e chiamò "il Fascio" il suo giornale; in quell'anno ebbe pochi voti alle elezioni e successivamente il nome da Fascio divenne Fascismo, anche se in principio Mussolini aveva scelto il nome Fascio in ricordo delle sue origini rivoluzionarie, lo utilizzò largamente come simbolo della grandezza romana ed imperiale a tal punto che il Fascio Littorio divenne il simbolo ufficiale del P.N.F. Anche la parola "Littorio" venne molto usata nel periodo fascista, tanto è che il littorio era diventato sinonimo di fascista, ad esempio la gioventù fascista era anche chiamata "la Gioventù del Littorio". Lo stile Littorio fu detto lo stile architettonico fascista; Littoria (oggi Latina) fu chiamata "la città capoluogo", costruita nella zona bonificata delle Paludi Pontine; Littorali erano anche le gare culturali, artistiche e sportive per gli universitari e littori erano i relativi vincitori. Insomma, il Fascio Littorio influenzò per decine di anni la vita degli italiani del XIX secolo attraverso la propaganda di Mussolini.

DRACHENAUGE
Dall'alfabero Runico (*), il DrachenAuge cioè "Occhio del Drago" è un simbolo che si è creato da una svastica, e quindi ha un significato comune. Fu usata in Africa nell'Africaner Weerstargsbeweginng.

SONNENRAD
Dall'alfabeto Rune, il Sonnenrad rende più forte il concetto suddetto come svastika assimilato alla "Ruota del Sole", un antico simbolo nordico che rappresentava proprio l'astro. Questo simbolo fu adottato dalla V SS Panzer Division "Wiking".

SIEG
Dall'alfabero Runico, il Sieg è il simbolo della "Vittoria". Questa Runa fu adottata in coppia come simbolo identificativo delle SS (Schutzstaffeln i eparti di difesa, le unità paramilitari d'élite del Partito Nazista di Adolf Hitler.

TIWAZ
Dall'alfabeto Rune, il Tiwaz è la runa che raffigura il Dio Germanico Tyr, Dio della "guerra". Era buon auspicio per i guerrieri incidere Tiwaz sulla lama della loro spada e invocare due volte il nome di Tyr.

OTHALA
Dall'alfabero Runico, l'Othala è il simbolo della "Famiglia" e di coloro uniti da razza e sangue. Fu adottata dall'Ufficio SS Razza e Successione, così come dal VII SS Freiwilligen Gebirgs Division "Prinz Eugen". È un simbolo che veniva passato di generazione in generazione nei clan. C'è chi utilizza questa runa per l'unico scopo di rievocare il pensiero nazista, c'è chi la porta perché "confida" nelle idee della Blood & Honour di Ian Stuart mentre molti naziskin la utilizzano per far capire la loro idea o la loro fazione politica.

(*) L'ALFABETO RUNICO comparì per la prima volta tra le stirpi degli antichi Germani dell'Europa centrale ed orientale, intorno al I secolo a.C.,ma occorrerà aspettare sino al II Secolo d.C. per rinvenire iscrizioni runiche nella pietra. Alcune rune sono state ideate proprio da questi popoli, mentre altre sembrano derivare da altri alfabeti, come l'alfabeto greco, quello etrusco e l'alfabeto romano. In origine, le rune, ebbero esigue regole di scrittura. Potevano essere scolpite, indifferentemente, da sinistra verso destra e da destra verso sinistra e spesso venivano capovolte. La runa ed la sua immagine speculare, avevano però lo stesso valore fonetico. Parecchie iscrizioni runiche identificano semplicemente la proprietà, le tombe, qualcosa o qualcuno. L'alfabeto runico germanico comprendeva 24 caratteri. I primi 6 caratteri danno luogo alla parola "FUTHARK", oggi usata per indicare le rune in generale. Tra il V ed il VII secolo d.C., gli Angli, i Sassoni e gli Juti invasero la Britannia portandovi le rune e l'alfabeto degli Anglosassoni (Anglo-Saxon Runes) fu esteso a 32 simboli. Dal IX secolo d.C. le rune furono impiegate praticamente in ogni parte d' Europa. I Vichinghi portarono le rune in Islanda ed in Groenlandia. I vichinghi le utilizzarono molto per rappresentare l'unione di sangue e razza all'interno di una famiglia o clan. I secoli che seguirono si distinsero per la diffusione in Europa del cristianesimo e per l'affermarsi dell'alfabeto latino-romano e delle sue varianti, in questo modo le rune andarono pressoché in disuso. Una versione più antica dell'alfabeto latino-romano, utilizzata nell'Inghilterra anglo-sassone durante il periodo precedente la conquista Normanna, comprendeva alcune lettere runiche come la "Þ" (thorn). All'inizio del secolo scorso, in Germania, il Nazismo ha fatto uso delle rune per le insegne militari e per la propaganda, contribuendo a promuovere la reputazione sinistra delle rune. Himmler, il capo delle SS, si interessò a lungo di "dottrine esoteriche" e fu molto affascinato dall'uso e dai significati delle Rune.

CROCE DI FERRO
La Croce di Ferro (tedesco: Eisernes Kreuz) è una decorazione militare utilizzata dal Regno di Prussia prima e in Germania poi, istituita dal Re di Prussia Federico Guglielmo III il 10 marzo 1813, e che viene consegnata solamente in tempo di guerra: oltre alle guerre napoleoniche e alle guerre franco-prussiane, la Croce di Ferro venne distribuita durante la prima e la seconda guerra mondiale; l'ultima è stata attribuita nel maggio del 1945, prima della caduta del Terzo Reich.La Croce di Ferro riprende un vecchio simbolo tedesco (l'araldica croce patente) e lo stesso simbolo rappresenta le attuali forze armate della Germania federale, la Bundeswehr.

LA BANDIERA SUDISTA, GENERALE LEE
Considerati razzisti e xenofobi coloro che la espongono perchè usata dal KKK.
Bandiera di bompresso adottata il 26 maggio 1863 e durata sino alla fine della guerra (l’ultima fu abbassata sulla nave Shenandoah nell’agosto 1865). Proporzioni 2/3; in versione quadrata fu usata (in modo non uniforme) dall’esercito fin dal settembre 1861. La Southern Cross, proposta nel 1861, senza successo, come bandiera nazionale della Confederazione (ogni stella sta per uno stato), ebbe la sua rivincita dopo la guerra civile, diventando il simbolo più significativo del Sud. La bandiera aveva 13 stelle, tante quanti gli stati della Confederazione ( i Sudisti) che non volevano restare con gli stati dell'Unione ( i Nordisti). Non si puo' propriamente parlare di destra e sinistra, ma i sudisti erano a favore della schiavitu', perche' cosi' sfruttavano la manodopera nera, ridotta in schiavitu', nella coltivazione dei campi di cotone. Cosa alla quale i Nordisti volevano porre un freno, assieme ad Abramo Lincoln ( e' per questo motivo che e' stato ucciso). Volendo comunque dare una collocazione politica ai confederati, li metterei a destra, mentre i nordisti, se non proprio a sinistra, di certo piu' a sinistra dei sudisti. Utilizzata dal KKK, Ku Klux Klan per esternare l'attaccamento per la propria cultura e le proprie tradizioni. Ku Klux Klan (KKK in acronimo) è il nome utilizzato da numerose organizzazioni statunitensi, di stampo spesso terroristico, che propugnano la superiorità della razza bianca.


SCUDETTO SCHEGGIATO
Con al centro il Tiwaz oppure un'altra lettera sombolo del alfabeto Rune, o il tricolore come lo hanno adottato gli ULTRAS ITALIA. Quell'arco rivolto verso l'interno, quella smangiatura dello spigolo superiore a testimoniare la lotta, la battaglia per un ideologia, per una fede.

LA BANDIERA ITALIANA, IL TRICOLORE
Chi la porta, chi l'appende allo stadio viene identificato come Nazionalista vicino ideologicamente ai partiti politici di destra.
« La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni. »
« Non è un caso che i Padri Costituenti, come simbolo di questo insieme di valori fondamentali, all'articolo 12, indicarono il tricolore italiano. Il tricolore non è semplice insegna di Stato. E' un vessillo di libertà, di una libertà conquistata da un popolo che si riconosce unito, che trova la sua identità nei principi di fratellanza, di uguaglianza, di giustizia nei valori della propria storia e della propria civiltà.Per questo, adoperiamoci perché in ogni famiglia, in ogni casa ci sia un tricolore a testimoniare i sentimenti che ci uniscono fin dai giorni del glorioso Risorgimento. »
La bandiera italiana è il Tricolore, composto da tre bande verticali di uguali dimensioni; partendo dall'asta i colori sono: verde, bianco e rosso. Il 7 gennaio la stessa bandiera è protagonista della Giornata Nazionale della Bandiera, istituita dalla Legge n° 671 del 31 dicembre 1996. L'Articolo n° 292 "Vilipendio o danneggiamento alla bandiera o ad altro emblema dello Stato" del Codice Penale tutela la bandiera italiana così: « 1. Chiunque vilipende con espressioni ingiuriose la bandiera nazionale o un altro emblema dello Stato è punito con la multa da euro 1.000 a euro 5.000. La pena è aumentata da euro 5.000 a euro 10.000 nel caso in cui il medesimo fatto sia commesso in occasione di una pubblica ricorrenza o di una cerimonia ufficiale. 2. Chiunque pubblicamente e intenzionalmente distrugge, disperde, deteriora, rende inservibile o imbratta la bandiera nazionale o un altro emblema dello Stato è punito con la reclusione fino a due anni. 3. Agli effetti della legge penale per bandiera nazionale si intende la bandiera ufficiale dello Stato e ogni altra bandiera portante i colori nazionali. »
La Bandiera degli italiani Il tricolore italiano quale bandiera nazionale nasce a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797, quando il Parlamento della Repubblica Cispadana, su proposta del deputato Giuseppe Compagnoni, decreta "che si renda universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di Tre Colori Verde, Bianco, e Rosso, e che questi tre Colori si usino anche nella Coccarda Cispadana, la quale debba portarsi da tutti". Ma perché proprio questi tre colori? Nell'Italia del 1796, attraversata dalle vittoriose armate napoleoniche, le numerose repubbliche di ispirazione giacobina che avevano soppiantato gli antichi Stati assoluti adottarono quasi tutte, con varianti di colore, bandiere caratterizzate da tre fasce di uguali dimensioni, chiaramente ispirate al modello francese del 1790. E anche i reparti militari "italiani", costituiti all'epoca per affiancare l'esercito di Bonaparte, ebbero stendardi che riproponevano la medesima foggia. In particolare, i vessilli reggimentali della Legione Lombarda presentavano, appunto, i colori bianco, rosso e verde, fortemente radicati nel patrimonio collettivo di quella regione:: il bianco e il rosso, infatti, comparivano nell'antichissimo stemma comunale di Milano (croce rossa su campo bianco), mentre verdi erano, fin dal 1782, le uniformi della Guardia civica milanese. Gli stessi colori, poi, furono adottati anche negli stendardi della Legione Italiana, che raccoglieva i soldati delle terre dell'Emilia e della Romagna, e fu probabilmente questo il motivo che spinse la Repubblica Cispadana a confermarli nella propria bandiera. Al centro della fascia bianca, lo stemma della Repubblica, un turcasso contenente quattro frecce, circondato da un serto di alloro e ornato da un trofeo di armi.


ALLORO Spesso e volentieri accoppiato ad una spada o ad un antico pallone. Nella mitologia greco-romana l'alloro era una pianta sacra e simboleggiava la sapienza e la gloria: una corona di alloro cingeva la fronte dei vincitori nei giochi Pitici o Delfici e costituiva il massimo onore per un poeta che diveniva un poeta laureato. Da qui l'accezione figurativa di simbolo della vittoria, della fama, del trionfo e dell'onore. Inoltre era un albero sacro poiché considerato l'albero del dio Apollo. Simbolo delle arti, della poesia, della musica, nonché degli oracoli e delle profezie, il lauro era sacro ad Apollo, divinità solare. Spesso raffigurato in forma di corona intrecciata, veniva così impiegato per premiare e celebrare i poeti. Nelle Metamorfosi di Ovidio si racconta il mito della ninfa Dafne, che, per sfuggire alle brame del dio, fu trasformata in pianta di alloro. Nell'antica Roma l'alloro fu riservato agli imperatori, come emblema di vittoria, mentre in età cristiana viene considerato simbolo di costanza o eternità, poiché sempreverde, e di castità per la resistenza delle sue foglie. Come simbolo di vittoria spirituale fu utilizzato dai cristiani per alludere al martirio. Fred Perry adottò come simbolo dei suoi capi di abbigliamento due rami di alloro incrociati.

Bandiera del RSI

Bandiera Sudista

La Svastica

La Croce di Ferro, la croce nazista

La Croce Celtica

Elmetto da centurione romano

Doppi Sieg, simbolo delle SS

Fascio Littorio Romano

DrachenAuge (dall'alfabero runico)

Othala (dall'alfabero runico)

Sonnenrad (dall'alfabero runico)

Tiwaz (dall'alfabero runico)

il Tricolore

il Tricolore ai tempi dei Savoia



L'alloro

il FONT carattere: TRADIZIONE. Molto utilizzato per le scritture di striscioni, sciarpe, e materiale ultras

Bandiera della Repubblica Federale Tedesca