giovedì 13 settembre 2012

Boiler, bombole e film di Don Camillo e Peppone

il centrocampista Alessandro Sessi (Siderpighi TAL Pighi)
Trasferta agreste a domicilio di una fra le possibili favorite alla vittoria del campionato: il Lentigione Calcio 1958.
Grazie al secondo posto ottenuto nella Coppa Italia di Promozione (vinta dal Cattolica) i giallo-blu sono approdati in Eccellenza. Lentigione di Brescello non fa nemmeno Comune, è un piccolo centro riverso nella bassa reggiana, posto sulle sponde del fiume Enza, linea di confine con la provincia di Parma. A Lentigione ha sede il principale stabilimento della Immergas. Ve lo ricordate questo sponsor? Era stampato sulle casacche del Brescello allenato da D’Astoli. Quello che alla metà degli anni ’90, con tanti nostri ex, sfiorò l’impresa di sbarcare in serie B proprio come noi. Mauro Alberici era il presidente che poi passò al Modena assieme al patron dell’Immergas, Romano Amadei, prima carica dei canarini dal 2001 al 2010 (due anni in serie A). Storie di grandi imprenditori appassionati di calcio che sembrano aver ritrovato l’entusiasmo nell'orto di casa. I due, hanno riportato al capezzale Gianfranco D’Astoli, e con una campagna acquisti di prim’ordine puntano al salto in serie D. Non sarebbe la prima volta, per il club fondato nel 1958, mai avversario del Fiorenzuola nella sua storia, c’è una comparsata nella serie A dei dilettanti nella stagione 2001-02. Dopo aver vinto il campionato di Eccellenza 2000-01 conteso ai falchetti della Pontolliese di Pezza, Dallagiovanna e mister Serioli, in serie D i gol di Gradali non bastarono. Penultimo posto nel girone D tosco-emiliano, davanti alla sola Bagnolese con 27 punti. Quel Lentigione era allenato da Bizzi e annoverava fra le sue file: Bocchialini, il nostro ex "Rambo" Ravasi, l'attaccante Ballotta, Giovannino Manzani e Cozzani. Immergas è leader nella produzione di caldaie e scaldabagni con un fatturato di "soli" 240milioni di euro.
Questo ci fa capire con chi dovremo fare i conti domenica, noi del Fiorenzuola costruito con l'occhio attento al bilancio. Per il reparto avanzato, sono stati ingaggiati: Roncarati intramontabile bomber dal Colorno, Modafferi protagonista a suon di gol della storica promozione del BettolaPonte due anni fa e Simone Spadacini, classe 90 ex Bagnolese, ultimo arrivato alla corte del giovane tecnico Morisi (coadiuvato da D’Astoli). C’è il forte jolly ex Fidenza e Pallavicino: Simone Pè. A centrocampo, spazio all’esuberanza del mediano Nicholas Migliaccio, classe 1988, ex Crociati Noceto e Reggiana in Lega pro. Sulla corsia esterna, dalla Sambonifacese (Lega Pro) è arrivato Federico Carlini, natio di Guastalla come il nostro Sessi e il figlio di Alessandro Melli, Filippo classe 1994 dalla juniores del Fiorenzuola della passata stagione allenata da Nicola Binchi. In porta, una nostra vecchia conoscenza: l’ex Meletolese Artich. Nonostante le voci che vedevano vicinissimi gli arrivi di ex campioni della serie A quali Crespo e Barone, nonostante i 260milioni di euro di fatturato, si è partiti costruendo una squadra giovane con solo alcuni top player di esperienza provata. Sembra proprio che anche chi ha grosse possibilità, in tempo di crisi cerca di non  fare il passo più lungo della gamba. Spendere il giusto, sembra l’imperativo primario. Nella gara di esordio i reggiani hanno impattato in un pari a reti inviolate nel derby dell'Enza contro la matricola Sampolese. Domenica si va nelle terre di Giovannino Guareschi, di Don Camillo e Peppone, terre rievocative di antichi derby di serie C contro il Brescello (Ennio 2 vs Peppone 0).  Si va non proprio sulle rive del Po, ma sull'Enza, appena fuori la provincia parmigiana.. fra boiler, bombole, prugne e scaldabagni. Tornano a disposizione del tecnico Mantelli gli squalificati Daniele Pizzelli e Nicolò Galli. Il Fiorenzuola dopo la sconfitta casalinga contro la forte Correggese è chiamato a tentare di riscattarsi sul difficile campo del “Levantini” di Lentigione. Forza Ragazzi!
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intervista a Gianfranco D'Astoli neotecnico del Fiorenzuola. Giugno 1994
GIOVANNINO GUARESCHI
Fiorenzuola gli ha dedicato una via in zona lottizazzione Dordoni. Quartiere Torchina.
Giovannino Oliviero Giuseppe Guareschi (Fontanelle di Roccabianca, 1º maggio 1908 – Cervia, 22 luglio 1968) è stato uno scrittore, giornalista, caricaturista e umorista italiano. È uno degli scrittori italiani più venduti nel mondo: oltre 20 milioni di copie, nonché lo scrittore italiano più tradotto in assoluto.

La sua creazione più nota, anche per le trasposizioni cinematografiche, è Don Camillo, il robusto parroco che parla col Cristo dell'altare maggiore. Il suo antagonista è il sindaco comunista del paese immaginario di Ponteratto (sul grande schermo Brescello, nella Bassa reggiana), l'agguerrito Peppone, diviso tra il lavoro nella sua officina e gli impegni della politica. Considerato a volte equidistante politicamente da molti luoghi comuni, si considerava in diverse sue affermazioni, un reazionario,anticomunista ma non fascista e non antifascista.

DON CAMILLO E L'ONOREVOLE PEPPONE (film)
« Ecco... ricomincia l'eterna gara nella quale ognuno dei due vuole disperatamente arrivare primo. Però, se uno dei due s'attarda, l'altro aspetta. Per continuare assieme il lungo viaggio fino al traguardo della vita »
(voce narrante - Emilio Cigoli - a fine film)

Don Camillo e l'onorevole Peppone è un film del 1955. Si tratta del terzo episodio della celebre saga che vede protagonisti Fernandel e Gino Cervi, il primo diretto da Carmine Gallone (che dirigerà anche il quarto), mentre i due precedenti erano stati diretti da Julien Duvivier.
1948. Nel paese prosegue la rivalità tra don Camillo e Peppone, che continuano a farsi i soliti dispetti. Oltretutto ci sono le elezioni, la campagna elettorale, molto infuocata, e Peppone, inoltre, si candida come deputato, cosa che fa uscire dai gangheri don Camillo, che si ritrova sempre più spesso davanti all'altar maggiore per protestare con il Cristo. Tanti episodi divertenti, come il ritrovamento del carro armato,tenuto nascosto in vista della prossima "rivoluzione proletaria", l'esame di quinta elementare di Peppone, necessario per la candidatura a deputato, il furto dei polli di don Camillo,rappresaglia di uno scherzo di quest'ultimo :il parroco era entrato in possesso di giganteschi manifesti elettorali di Peppone col suo faccione,(pensava che più grosso fosse il manifesto più voti avrebbe preso: un po' come la pubblicità di un noto aperitivo, più è vistosa, più il liquore viene bevuto...) e di nascosto li aveva "ritoccati" disegnando corna barbetta e baffetti da diavolo sulla faccia del neo-candidato del PCI; la potenziale storia d'amore tra Peppone e la procace Clotilde, segretaria della Federazione, che farà imbestialire sua moglie, che prende la bicicletta e si mette in viaggio per tornare da sua madre... Sarà raggiunta dopo diversi chilometri dal marito e dal parroco che la inseguono col sidecar, ma al ritorno dovrà essere don Camillo a tornare al paese con la bicicletta della moglie del sindaco (questa volta la prende davvero la macchina del vaticano!...altra vecchia storia) e il comizio tenuto da Peppone dove dopo aver sentito la Canzone del Piave cambia completamente il tenore del discorso, da comunista a monarchico dicendo pure "per il bene del paese, del re e della patria". Alla fine, Peppone sarà costretto a scegliere se iniziare una carriera da deputato a Roma o restare nel suo paesino in veste di sindaco, e solo all'ultimo saprà prendere la sua decisione: dopo aver litigato con sua moglie che non voleva che partisse, prende il treno per Roma, dove ritrova una fredda Clotilde, delusa per la "defaillance" di Peppone di pochi giorni prima ("compagna vorrei parlarti"...sì...ma non certo di ciò che la fascinosa segretaria si aspettava...cioè un approccio), e alla prima fermata del treno, alla stazione di Boretto, ritrova Don Camillo, arrivatovi in bicicletta, che lo convince a tornare indietro, facendo leva sul fatto che al paese egli è il sindaco, un'autorità, è il capo locale del partito, mentre in aula a Roma sarebbe solo "una scheda da mettere nell'urna" secondo la volontà dei suoi dirigenti... in pratica più nessuno. Ne segue il ripensamento di Peppone, e un ritorno al paese in bicicletta, con scatti e controscatti, degni di Bartali e Coppi in fuga in una tappa del Giro d'Italia.

DON CAMILLO (film)
Don Camillo è un film italiano del 1983 diretto da Terence Hill, interpretato dallo stesso nel ruolo di Don Camillo, ispirato al personaggio letterario di Giovannino Guareschi, già portato più volte sullo schermo negli anni cinquanta da Fernandel (con Gino Cervi nel ruolo del sindaco Peppone). Nel film diretto dallo stesso Terence Hill, l'antagonista Peppone è interpretato dall'attore britannico Colin Blakely.

Questo Don Camillo è il remake del film del 1952, reinterpretato da Hill con la sua particolare aria canzonatoria. Cambia l'ambientazione, dall'originaria Brescello a Pomponesco, nel mantovano, e cambia il periodo, trasportato all'epoca contemporanea delle riprese, gli anni ottanta. Assistiamo così ad un don Camillo con la moto, che pattina in chiesa e che, toltosi l'abito talare, gioca a pallone in blue-jeans.
Pomponesco: tra il sindaco comunista del paese, Peppone, ed il parroco don Camillo non corre buon sangue. Entrambi tentano di ostacolarsi in ogni maniera benché poi riescano spesso a trovare un accordo nelle loro liti. Tra le varie ragioni di questi scontri quotidiani assistiamo ad un incontro tra le due squadre di calcio del paese: gli Angeli e i Diavoli, che finisce 3 a 2 per i Diavoli. Dopo aver scoperto che Peppone aveva pagato l'arbitro, decide di vendicarsi barando al torneo di scopa. Tutte queste scaramucce attirano su di lui le attenzioni delle gerarchie ecclesiastiche. Don Camillo viene così trasferito in una parrocchia sperduta. Il giorno della partenza non trova nessuno alla stazione: per paura delle minacce del sindaco, i parrocchiani sono andati tutti, in gran segreto, alla stazione successiva. Una bella sorpresa per don Camillo, che si raddoppia quando, alla stazione dopo ancora, trova l'intera banda dei rossi con Peppone in testa, a salutarlo.



sulle rive del Po: Brescello-FIORENZUOLA 0-2 stagione 1995-96 serie C1 girone A, articolo Carini LIBERTA'. La< prima partita del Fiorenzuola di Ugo Tomeazzi subentrato all'esonerato D'Astoli

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