18 NOVEMBRE 1984, LA MARCIA SU ORZINUOVI
Era l’anno del rincaro a 600 lire della tazzina di caffè; erano gli anni del governo Craxi; era l’anno dell’elezione alla presidenza della Repubblica di Francesco Cossiga; erano gli anni dell’avvento a Mosca di Gorbaciov; era l’anno tristemente segnato dalla tragedia dell’Heysel; era l’anno dell’Hellas Verona campione d’Italia; era l’anno dello spareggio di Firenze per il Piacenza di Titta Rota; erano gli anni di Platini, Spillo Altobelli, Boniek, Rummenigge, Zico e Falcao; era
l’anno dell’arrivo in Italia di Diego Armando Maradona, erano gli anni del boom della Fiat Uno eletta auto dell’anno, erano gli anni ahimè di qualche buco di troppo fra i giovani, erano gli anni di “90° minuto” e della tanto amata schedina del Totocalcio; erano gli anni dei romanzi di Pier Vittorio Tondelli; era l’anno di “Fotoromanza” di Gianna Nannini trasmessa alla radio, e poi ancora di “Self control” di Raf, di “Ci vorrebbe un amico” di Antonello Venditti, di “People From Ibiza” di Sandy Marton; nelle hit parade primeggiavano i Talk Talk, gli Alphaville, Cindy Lauper. Tutti fuochi di paglia, niente di più. In una bigia e fredda domenica di Novembre, due pullman accompagnati da uno sciame di auto si riversano per le strade colorando di rossonero il tratto di autostrada A21 Cremona-Brescia. Ohibò! Rossonero Fiorenzuola, non rossonero Milan!
Nei giorni successivi alla pazzesca rimonta per 5-3, dopo essere stati sotto per 0-3 nel quasi-derby contro il Sant’Angelo in un Comunale gremito da 2500 spettatori, in città impazzava euforia e fermento. Erano 14 i punti conquistati in otto gare dai rossoneri frutto di sei vittorie, due pareggi e una sola sconfitta (la vittoria valeva 2 punti) e una striscia di diciannove risultati utili consecutivi fra gare di campionato e di coppa Italia. Il Fiore, con l’eclatante vittoria contro i barasini aveva raggiunto la vetta della classifica del campionato di Interregionale; appena dietro, a sole due lunghezze la rivelazione Orceana. Era il Magico Fiorenzuola di mister Masi, del bomber-facchino Andrea Talignani (detto "Talo") e della bandiera Danilo Bertelli, di “Speedy” Porcari, del roccioso Vetere, di Rosati, del centrocampista dai piedi buoni Andrea Mazza, dell’eclettico Mauro Ferrari, della “scommessa” Livardi, attaccante prelevato dalla seconda categoria. Nella città delle tre rose in tanti avevano cominciato a sognare la storica promozione in serie C.
Nella settimana che precedeva lo scontro al vertice con l’Orceana, la squadra era stata festeggiata in un bagno di folla alla discoteca My Way. Al Bar Cigala sede del Club Fedelissimi e al Club Snack Drink Bar fremevano i preparativi per organizzare al meglio l’esodo fiorenzuolano in terra bresciana. A questi due club si aggiunsero anche quelli nati sull’onda dei recenti successi rossoneri, aggregazioni ancora allo stato embrionale: il Club Bar Stazione e il Club Bar Darwin.
Come già detto all’indomani dello scontro al vertice partirono dal capoluogo della Valdarda due torpedoni stracolmi e tante tante auto. Uno spiegamento di massa di tifosi mai registrato prima d’ora nella città sull’Arda. I dirigenti dell’Orceana, uditi i ferventi echi provenienti dalla cittadina valdardese fecero innalzare nottetempo, nel piccolo stadio Comunale, una nuova tribunetta suplementare per contenere l’invasione piacentina. All’arrivo dei sostenitori rossoneri gli aguzzini bresciani optarono pure per il ritocco dei prezzi d’ingresso in modo tale da fare cassa riscuotendo però un gran trambusto di protesta e tanto malumore generale. Ad alimentare ancora di più la tensione ci pensarono i sostenitori locali che ad inizio gara, diedero alle fiamme una forca in carta pesta rossonera realizzata proprio per l’occasione. Ad Orzinuovi (allora cittadina di 10.000 abitanti) una cornice di pubblico così non l’avevano mai vista. 1100 spettatori per assistere al
big-macht della nona giornata di campionato con una rappresentanza ospite stimata attorno alle 600 unità. Rappresentanza che risultò particolarmente vivace e “calda bollente” nell’incitamento verso i propri beniamini. La super-sfida purtroppo non ripagò le attese. Una direzione di gara “protagonista”, forse troppo influenzata dal grande pubblico e tradita dalla tensione rovinò lo spettacolo in campo. Alla fine si contarono sette cartellini gialli e ben cinque cartellini rossi (fratelli Porcari e D’Adda per il Fiorenzuola), con gol della vittoria biancoazzurra in netta posizione di fuori gioco. Quel gol fu realizzato al 42’ del primo tempo da quel Renato Villa che negli anni 90’ divenne poi bandiera del Bologna.
La sconfitta di Orzinuovi segnò drasticamente il cammino nella lotta promozione del Fiorenzuola. Mesta conclusione: a fine campionato l’Orceana di mister Pasquetti, squadra tutt’altro che irresistibile ma dotata di una difesa d’acciaio, fu promossa in serie C2. Per i Fiorenzuolani rimasetanto amaro in bocca ma anche tanti piacevoli ricordi e aneddoti da raccontare e una promozione rimandata a sei anni più tardi.
papua
Era l’anno del rincaro a 600 lire della tazzina di caffè; erano gli anni del governo Craxi; era l’anno dell’elezione alla presidenza della Repubblica di Francesco Cossiga; erano gli anni dell’avvento a Mosca di Gorbaciov; era l’anno tristemente segnato dalla tragedia dell’Heysel; era l’anno dell’Hellas Verona campione d’Italia; era l’anno dello spareggio di Firenze per il Piacenza di Titta Rota; erano gli anni di Platini, Spillo Altobelli, Boniek, Rummenigge, Zico e Falcao; era
l’anno dell’arrivo in Italia di Diego Armando Maradona, erano gli anni del boom della Fiat Uno eletta auto dell’anno, erano gli anni ahimè di qualche buco di troppo fra i giovani, erano gli anni di “90° minuto” e della tanto amata schedina del Totocalcio; erano gli anni dei romanzi di Pier Vittorio Tondelli; era l’anno di “Fotoromanza” di Gianna Nannini trasmessa alla radio, e poi ancora di “Self control” di Raf, di “Ci vorrebbe un amico” di Antonello Venditti, di “People From Ibiza” di Sandy Marton; nelle hit parade primeggiavano i Talk Talk, gli Alphaville, Cindy Lauper. Tutti fuochi di paglia, niente di più. In una bigia e fredda domenica di Novembre, due pullman accompagnati da uno sciame di auto si riversano per le strade colorando di rossonero il tratto di autostrada A21 Cremona-Brescia. Ohibò! Rossonero Fiorenzuola, non rossonero Milan!
Nei giorni successivi alla pazzesca rimonta per 5-3, dopo essere stati sotto per 0-3 nel quasi-derby contro il Sant’Angelo in un Comunale gremito da 2500 spettatori, in città impazzava euforia e fermento. Erano 14 i punti conquistati in otto gare dai rossoneri frutto di sei vittorie, due pareggi e una sola sconfitta (la vittoria valeva 2 punti) e una striscia di diciannove risultati utili consecutivi fra gare di campionato e di coppa Italia. Il Fiore, con l’eclatante vittoria contro i barasini aveva raggiunto la vetta della classifica del campionato di Interregionale; appena dietro, a sole due lunghezze la rivelazione Orceana. Era il Magico Fiorenzuola di mister Masi, del bomber-facchino Andrea Talignani (detto "Talo") e della bandiera Danilo Bertelli, di “Speedy” Porcari, del roccioso Vetere, di Rosati, del centrocampista dai piedi buoni Andrea Mazza, dell’eclettico Mauro Ferrari, della “scommessa” Livardi, attaccante prelevato dalla seconda categoria. Nella città delle tre rose in tanti avevano cominciato a sognare la storica promozione in serie C.
Nella settimana che precedeva lo scontro al vertice con l’Orceana, la squadra era stata festeggiata in un bagno di folla alla discoteca My Way. Al Bar Cigala sede del Club Fedelissimi e al Club Snack Drink Bar fremevano i preparativi per organizzare al meglio l’esodo fiorenzuolano in terra bresciana. A questi due club si aggiunsero anche quelli nati sull’onda dei recenti successi rossoneri, aggregazioni ancora allo stato embrionale: il Club Bar Stazione e il Club Bar Darwin.
Come già detto all’indomani dello scontro al vertice partirono dal capoluogo della Valdarda due torpedoni stracolmi e tante tante auto. Uno spiegamento di massa di tifosi mai registrato prima d’ora nella città sull’Arda. I dirigenti dell’Orceana, uditi i ferventi echi provenienti dalla cittadina valdardese fecero innalzare nottetempo, nel piccolo stadio Comunale, una nuova tribunetta suplementare per contenere l’invasione piacentina. All’arrivo dei sostenitori rossoneri gli aguzzini bresciani optarono pure per il ritocco dei prezzi d’ingresso in modo tale da fare cassa riscuotendo però un gran trambusto di protesta e tanto malumore generale. Ad alimentare ancora di più la tensione ci pensarono i sostenitori locali che ad inizio gara, diedero alle fiamme una forca in carta pesta rossonera realizzata proprio per l’occasione. Ad Orzinuovi (allora cittadina di 10.000 abitanti) una cornice di pubblico così non l’avevano mai vista. 1100 spettatori per assistere al
big-macht della nona giornata di campionato con una rappresentanza ospite stimata attorno alle 600 unità. Rappresentanza che risultò particolarmente vivace e “calda bollente” nell’incitamento verso i propri beniamini. La super-sfida purtroppo non ripagò le attese. Una direzione di gara “protagonista”, forse troppo influenzata dal grande pubblico e tradita dalla tensione rovinò lo spettacolo in campo. Alla fine si contarono sette cartellini gialli e ben cinque cartellini rossi (fratelli Porcari e D’Adda per il Fiorenzuola), con gol della vittoria biancoazzurra in netta posizione di fuori gioco. Quel gol fu realizzato al 42’ del primo tempo da quel Renato Villa che negli anni 90’ divenne poi bandiera del Bologna.
La sconfitta di Orzinuovi segnò drasticamente il cammino nella lotta promozione del Fiorenzuola. Mesta conclusione: a fine campionato l’Orceana di mister Pasquetti, squadra tutt’altro che irresistibile ma dotata di una difesa d’acciaio, fu promossa in serie C2. Per i Fiorenzuolani rimasetanto amaro in bocca ma anche tanti piacevoli ricordi e aneddoti da raccontare e una promozione rimandata a sei anni più tardi.
papua