Nei primi tre anni, fu C2. Ricordo la trasformazione immediata della società da dilettantistica a professionistica. Ricordo il rifacimento dello stadio, con la nascita dell’attuale gradinata. In campionato si disputavano partite combattute soprattutto nel primo anno d’esordio. Agli inizi degli anni 90’ la vittoria valeva due punti, non tre come oggi. Pur di muovere la classifica ci si accontentava spesso del pareggio. In pratica, in quegli anni il miglior attacco era la difesa. Ricordo gli articoli con cronaca della gara sulla Gazzetta dello Sport del lunedì. Allora per la C2 non mettevano le pagelle dei calciatori come fanno oggi ma scrivevano i fatti salienti in un breve racconto. Ricordo la prima volta del Fiorenzuola in schedina. Migliaia e migliaia di italiani indecisi sull’1-X-2 di Fiorenzuola-Varese. Alla fine fu 1, per la gloria di tutti i fiorenzuolani che guardavano e riguardavano i telegiornali sportivi per ammirare quella splendida riga con l’uno finale.
Nel quarto anno arriva la C1, e cambia tutto. E’ la stagione 1993-94’, si deve giocare per la vittoria che vale tre punti. Inoltre ci sono altre novità: play-off per le promozioni e play-out per le retrocessioni. Ricordo le invasioni di mantovani, ferraresi e bolognesi al Comunale. Noi eravamo alle prime armi e così ne approfittavamo per prendere esempio da loro. In pratica ci facevano da scuola. Al Comunale la media spettatori si aggirava sulle 1500 presenze con punte di 2500/3000 per le partite-clou. Ricordo la gente che non seguiva il Fiorenzuola in trasferta ascoltare la partita in diretta radio sulle frequenze di radio Time (oggi questa emittente non esiste più), anche radio Sound, nell’intervallo delle partite del Piacenza dava ampio spazio alle notizie sulla società rossonera. In quegli anni pochi possedevano i primi telefonini portatili. Chi non seguiva le partite alla radio scopriva il risultato andando alla pagina 216 del televideo, quella riservata al girone A della C1. Oppure aspettava le 18.30 quando in tv a “Novantesimo Minuto” fra i goal delle partite di serie A, il conduttore Fabrizio Maffei leggeva i risultati della C1. Come risuonavano bene dalla voce precisa del giornalista sportivo i risultati: “Bologna-Fiorenzuola 1-1”, “Triestina-Fiorenzuola 1-2”, “Livorno-Fiorenzuola 1-4”, “Fiorenzuola-Empoli 1-0”. Alla sera, prima di uscire, ci sedevamo in poltrona per guardare non la Domenica Sportiva ma “Meeting” trasmissione nostrana in onda su Telelibertà che trattava dei risultati sportivi piacentini. Dopo l’ampia pagina sul Piacenza ci gustavamo i gol di Rossi, Pompini e Clementi e le inteviste dei protagonisti. Nel primo pomeriggio di lunedì, noi ragazzi eravamo tutti davanti allo schermo a vederci “C siamo” trasmissione sportiva in onda su Rai3, condotta dal giornalista napoletano Carlo Verna. Questa trasmissione era in pratica il “Novantesimo Minuto” della C. Ricordo i servizi sui gol delle partite disputate. Le immagini prima di mostrare le azioni di gioco salienti si soffermavano sulle coreografie delle tifoserie, e io fra un compito di geometria e tre righe tracciate col rapido sulla tavola (ho fatto geometra) mi facevo una cultura sul tifo organizzato in Italia. Al martedì pomeriggio era un piacere riguardarsi la replica dell’intera partita del Fiore su Telelibertà, con i commenti di Francesco Romano. Sì, allora il calcio era già malato ma almeno era più sano e genuino di adesso.
papua