I CICCIOLI
Immancabili nei viaggi sul Vecchio Torpedone Blu ad accompagnare birra e altro. I ciccioli sono ricavati dalle carni e dal grasso del maiale; vengono utilizzate varie parti dell'animale, anche la testa e la gola. Sono costituiti per oltre la metà da grasso e dunque fortemente calorici, ricchi di colesterolo e sale e di non semplice digestione. I ciccioli di maiale sono un alimento molto antico; li utilizzavano già gli egizi, incorporandoli nel pane. Questa tradizione si è poi trasmessa anche in altre zone. In Italia l'allevamento del maiale ha sempre svolto un ruolo importante per le popolazioni contadine; anche oggi in molte zone è usuale ricavare i ciccioli al momento della macellazione, cuocendo il grasso e poi torchiandolo. Il gusto dipende molto dalla pressatura che dovrebbe essere al naturale...
nataliezie naturalmente, per aiutarci nelle trasferte e autofinanfiarci la produzione di materiale ...grazie a tutti quelli che hanno partecipato in questi anni!
Long drink: Jameson, Chinotto e scorza di arancio. Il Long drink preferito dai "vecchi ultras" nelle serate alla Croce Bianca e da Imo.
STARBEER
Per le nostre libagioni ....Ci facciamo la birra di Fiorenzuola d'Arda. Starbeer. Birra artigianale dal 2008, realizzata nel birrificio Veneziani e C. di via Via S. Giuseppe, 12 (in zona artigiana). Rigorosamente in bottiglia. E dove gioca il FIORE lei c'è!
LE PIACENTINE ...Briscola, Tre sette, briscola in cinque per far passare il tempo sul Vecchio Torpedone Blu. Si gioca su un tavolino fatto con lo scatola di cartone delle birre e sempre li a biro si fanno i "segni". Loro, immancabili ..."le Piacentine"
Le carte piacentine sono carte in stile spagnolo che a quanto pare sono state create a Piacenza durante l'occupazione Francese. Infatti sono stati imilitari francesi giocando ad Aluette ad introdurle nella cultura piacentina. L'edizione locale si dice sia stata disegnata da un produttore di Barcellona.
Sicuramente le carte da gioco italiane Piacentine, nonostante Piacenza sia una città del Nord Italia, si riconducono al più vasto stile del sud Italia, con bastoni che sembrano mazze, coppe che sembrano calici e spade dritte apparte l'asso che sembra una tipica spada araba, in contrapposizione con le carte da gioco italiane del nord.
Una carta particolare è il 5 di spade, il quale possiede uno sfondo vegetale. I disegni più famosi e diffusi sono stati di Phelippe Ayet, spagnolo nel 1575, Ferdinando Gumppemberg nell'800 e Antonio Lamperti che sono le più simili e diffuse oggi.
Le carte piacentine sono sicuramente tra le più famose in Italia insieme alle Napoletane e Bergamasche.
Le carte piacentine sono carte in stile spagnolo. Mazzo a 40 carte ed a figure a due teste. Fino a qualche decennio fa le figure erano intere. Create nella città di Piacenza, importato probabilmente sotto l'occupazione francese. I soldati francesi, infatti, usavano mazzi spagnoli per giocare ad Aluette. Questo mazzo si è diffuso nelle regioni del centro durante il XIX secolo, quando i territori dello Stato Pontificio arrivavano a toccare le città emiliane. Forse l'aspetto finale venne raggiunto in quegli anni.Il mazzo piacentino trova molti punti di contatto con un mazzo spagnolo, disegnato da Phelippe Ayet nel 1575 circa, e ritrovato nella Torre de los Lujanes a Madrid durante la demolizione (si visiti questo collegamento). Tutte le figure sono in piedi, al contrario dei mazzi del nord Italia dove solitamente i re sono assisi su un trono. Il cinque di spade ha la particolare caratteristica del motivo vegetale che contraddistingue anche il mazzo piacentino, e molte delle pose delle figure sono analoghe. Anche l'impostazione generale delle carte numerali è molto simile. Non faceva eccezione il quattro di bastoni, nella versione spagnola sorretto dalle mani e dai piedi di un putto (in alcuni mazzi è una scimmia). I primi disegni delle piacentine infatti avevano i gambi dei bastoni tutti verso il basso, mentre sugli esemplari più moderni sono verso il centro.Gli esempi più eleganti e dettagliati di questo stile furono disegnati da Ferdinando Gumppemberg (o Guppemberg, o Gumppenberg) nei primi dell'800, oggi impossibili da reperire. Un disegno abbastanza diffuso, invece, è quello eseguito dall'incisore Antonio Lamperti, ad una testa, e riprodotto da Modiano (da non confondere con il disegno classico usato da Modiano, dal 1950 a due teste).
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