lunedì 9 marzo 2009

ULTRAS FIGHTERS 1979 Siena

La Curva Robur allo stadio Artemio Franchi, la città del Palio, il tifo del Palio e la rivalità fra le storiche contrade, la Siena del Basket...

IL PALIO DI SIENA
Il Palio non è una manifestazione riesumata ed organizzata a scopo turistico: è la vita del popolo senese nel tempo e nei diversi suoi aspetti e sentimenti. Esso ha origini remote con alcuni regolamenti ancor oggi validi dal 1644, anno in cui venne corso il primo palio con i cavalli, così come ancora avviene, in continuità mai interrotta.
Il territorio della Città è diviso in diciassette Contrade con dei confini stabiliti nel 1729 dal Bando di Violante di Baviera, Governatrice della Città.

Ogni Contrada è come un piccolo stato, retto da un Seggio con a capo il Priore e guidato nella "giostra" da un Capitano, coadiuvato da due o tre contradaioli detti "mangini".
Possiede, entro il suo territorio, una Chiesa con annessa la sede ove viene custodito tutto il suo patrimonio: cimeli, drappelloni delle vittorie, costumi della Comparsa - quelli in uso e molti di antica data - bandiere, archivio e tutto quanto altro concerne la vita della Contrada stessa.

Si giunge pertanto alla mattina del 29 giugno (per il Palio di luglio) o quella del 13 di agosto, quando iniziano gli intensi quattro giorni di preparativi al Palio.

Il complesso meccanismo della festa raggiunge il suo compimento con lo uno scoppio di mortaretto che annuncia l'uscita dei cavalli dall'Entrone. Ad ogni fantino viene consegnato un nerbo di bue con il quale potrà incitare il cavallo o ostacolare gli avversari durante la corsa. Quindi si procede all'avvicinamento verso la "mossa", ossia il punto dove sono stati tesi due canapi tra i quali saranno chiamati ad allinearsi cavalli e fantini. L'ordine di entrata è stabilito dalla sorte, infatti le Contrade vengono chiamate secondo l'ordine di estrazione. La decima e ultima, entrerà invece di "rincorsa" quando lo riterrà più opportuno, decidendo così il momento della partenza. Se la partenza non sarà valida, uno scoppio del mortaretto fermerà i cavalli. Quest'ultimi dovranno compiere tre giri di pista per circa 1000 metri e solo al primo arrivato sarà riservata la gloria della vittoria. Chi vince è comunque il cavallo, infatti può arrivare anche "scosso" ossia senza fantino.
I festeggiamenti iniziano subito: i contradaioli ricevono il Palio e con quello si recano in Provenzano (per il Palio di luglio) o al Duomo (ad agosto) per cantare il Te Deum di ringraziamento. Da questo momento in poi ogni occasione sarà buona per ricordare alla città la vittoria conquistata sul Campo, fino all'autunno, quando, tra il mese di settembre e i primi giorni di ottobre, nel rione vittorioso addobbato a festa, si svolgerà la "cena della vittoria" a cui parteciperanno migliaia di contradaioli e, al posto d'onore, il cavallo vittorioso, vero e proprio ammirato eroe.
Il Palio è una secolare celebrazione alla quale partecipa spontaneamente tutto il popolo senese senza pertanto che vi sia la necessità di una organizzazione ufficiale per il coordinamento dei vari servizi. Per questo motivo anche la vendita dei posti nelle tribune, nei balconi ed alle finestre, è effettuata singolarmente dai rispettivi proprietari che spesso hanno i negozi che si affacciano nella Piazza del Campo o le abitazioni nelle vie adiacenti. L’accesso alle tribune è ammesso fintanto che i Vigili Urbani non hanno effettuato lo sgombero del pubblico dalla pista, dopodichè è eccezionalmente concesso dalle autorità di polizia, che svolgono il servizio di sicurezza, di far transitare attraverso appositi passaggi, particolarmente stretti, gli spettatori ritardatari in possesso di regolare biglietto di prenotazione. E' tuttavia raccomandabile raggiungere la Piazza almeno mezz’ora prima del corteo storico. All’interno della Piazza del Campo è data facoltà al pubblico di assistere al Palio gratuitamente. E' forse la maniera più emozionante per vedere la corsa, mischiati insieme ai senesi.

Complicati e complessi sono i rapporti che le Contrade da secoli intrattengono tra di loro; rapporti che comportano, alla bisogna, posizioni sfumate ed ambigue degne dei migliori politici.
Le relazioni tra le Contrade, che esulano dal "normale" rapporto denso di antiche regole ed usanze, sono di triplice tipo e variano tra i due estremi di alleanza (o aggregazione) e di rivalità.
L'alleanza è conclusa formalmente con un vero e proprio accordo o trattato e comporta scambi di visite e di onoranze, occasionali prestiti di suppellettili e formalmente un trattamento di favore nei "partiti" e nelle complesse trattative del Palio, il formalmente è d'obbligo in funzione dello scopo principale di tutte le Contrade partecipanti che, in ogni caso, è quello di vincere il Palio.
Questa logica primaria ha impedito il formarsi di coalizioni tra più Contrade anche, ma non necessariamente, già formalmente alleate tra loro.
Unica eccezione di una certa rilevanza della quale si ha notizia è il "T.O.N.O.", acronimo di Tartuca, Oca, Nicchio e Onda, che nella prima parte degli anni Trenta domina la piazza. Infatti, fra il 1930 e il 1934, su dieci Palii a disposizione riesce a vincerne ben otto: tre la Tartuca , due l'Oca e l'Onda e uno il Nicchio.
I due Palii che mancano all'appello del "T.O.N.O." sono quello del luglio 1931 vinto dall'Aquila e quello del luglio 1934 che, sebbene vide tornare alla vittoria la Civetta dopo ben quarantuno anni , faceva parte di una strategia ben precisa del "T.O.N.O." o quantomeno dell'Oca finalizzata alla consegna della "cuffia" alla rivale Torre la cui ultima vittoria risaliva allo "straordinario" corso il 13 settembre 1910.
Ma la coalizione andò presto in fumo quando nel 1934 l'Oca vinse il Palio come stabilito dal "T.O.N.O." anche se le prove e la carriera dimostrarono che il Nicchio aveva il cavallo migliore.
A causa di ciò nacque un grave dissidio tra la Contrada del Nicchio e quella dell'Oca che indusse i nicchiaioli a sciogliere immediatamente l'alleanza e ad interrompere qualunque tipo di rapporto con la dirigenza di Fontebranda.
Ancora oggi gli anziani contradaioli del Nicchio ricordano nel canto "Quella del trentaquattro ci s'è legata al dito Papero sciabordito Papero sciabordito ..... " il torto subito in quella famosa carriera.
Altre alleanze sono state interrotte con un processo di sgarbi e di piccoli incidenti diplomatici ma è quasi sempre un avvenimento collegato al Palio che ne provoca la rottura definitiva ratificata dalle rispettive assemblee di Contrada.
L'alleanza o meglio "l'aggregazione" tra le Contrade trova le sue origini fin dalla metà del 1600 ed è stata, è, e sarà sempre dinamica in relazione ai complessi e molteplici rapporti insiti in lei.
Di seguito riportiamo una tabella che rappresenta le aggregazioni ratificate dalle singole Contrade nel passato in contrapposizione alla situazione attuale che, per dovere di omogeneità con il resto dell'opera, fisseremo alla fine del XX secolo.

La seconda tipologia è la "mancanza di rapporti formali" tra le Contrade che comunque assume più un aspetto negativo che positivo.
Emblematica rimane la situazione derivante dall'episodio, appena citato, tra Nicchio e Oca che a distanza di più di un lustro non ha subito alcuna variazione nei rapporti assolutamente inesistenti.
Lo stesso dicasi per Drago e Lupa che cambiarono i loro status sostituendo, nel tempo, alla rivalità del periodo compreso tra le due Guerre Mondiali, una formale mancanza di rapporti.
L'ultima tipologia è, salvo alcuni casi, facilmente ricollegabile ad una preesistente forma di aggregazione che con il passare del tempo si è evoluta in reciproca rivalità.
Le rivalità contradaiole sono antiche quanto il Palio e molto più durature delle alleanze. Attualmente la situazione delle 17 Contrade è la seguente:

Aquila - Pantera
Chiocciola - Tartuca
Civetta - Leocorno
Istrice - Lupa
Nicchio - Valdimontone
Oca - Torre
Torre - Onda (unilateralamente l'inimicizia con l'Onda non è riconosciuta dalla Torre )

Verso la fine degli anni Ottanta la rivalità tra Bruco e Giraffa si è, almeno formalmente, conclusa e come immediata conseguenza ha contribuito alla scrittura di due momenti di rara intensità emotiva in tema paliesco: la vittoria del Bruco nel Palio del 16 agosto 1996 arrivata dopo ben quarantuno anni di attesa e il successivo "cappotto" della Giraffa nelle due carriere del 1997.
Le rivalità attuali sono quasi tutte sorte nel XX secolo, con le sole eccezioni di Oca - Torre, sicuramente la più esemplare ed intensa, e Chiocciola - Tartuca che trovano riscontro nelle cronache di fine seicento.
Dal confronto delle due tabelle precedenti è facile costatare che, tranne per Torre - Oca e Torre -Onda, nel passato esistevano tra le attuali nemiche dei rapporti di alleanza più o meno duraturi.
Attualmente solo la Selva e il Drago non hanno rivali in Piazza e a seguito della riappacificazione avvenuta alla fine degli anni ottanta lo stesso dicasi per Bruco e Giraffa.
Fondamentalmente il "casus belli" di tutte le rivalità e da attribuire ad uno o più dei seguenti motivi: territorio, svolgimento delle carriere e protocollo non rispettato.
In principio le contrade erano assai più numerose delle attuali (viene indicato in sessanta il loro numero) ma in seguito alla terribile peste del 1347 si ridussero a quarantadue e poi verso la metà del XVI secolo a ventitre fino al bando della principessa Beatrice Violante di Baviera, Governatrice di Siena, promulgato nel 1729 con il quale fu stabilito il numero delle Contrade nelle attuali diciassette precisandone il relativo territorio di pertinenza che, a distanza di quasi trecento anni, non ha subito variazioni di rilievo.
Nonostante ciò il territorio o meglio i confini sono sempre stati causa di accese rivendicazioni fino al punto di generare dichiarate rivalità tra le contendenti.
Non è un caso infatti che le contrade rivali, con la sola eccezione di Oca e Torre, sono tutte confinanti tra di loro.
Sul Numero Unico della Contrada Sovrana dell'Istrice per la vittoria del 16 agosto 1935 troviamo l'articolo "Didascalica Necessaria - verità sulla vertenza confinaria" in risposta all'articolo pubblicato sul Numero Unico della Contrada della Lupa per la vittoria del 2 luglio 1935 intitolato "Guerra di confini" dove è facile costatare che i precedenti rapporti di alleanza hanno subito un'inversione di tendenza proprio a causa delle rivendicazioni territoriali delle due Contrade limitrofe.
Così come il territorio anche le carriere furono presupposti per l'inizio di nuove inimicizie.
Nel Palio del 2 luglio 1688 il fantino della Torre afferrò e trattenne il cavallo dell'Onda fino alla curva del Casato dove fu preso in consegna e trattenuto da un alfiere della contrada di Salicotto.
A fine Palio scoppiarono violenti tumulti che provocarono conseguenze nella vita sociale come il licenziamento da parte dei proprietari di negozi dei dipendenti nonché lo sfratto da parte dei proprietari di immobili degli inquilini in funzione dell'appartenenza alla Contrada avversaria.
Di non poco conto rimane il capitolo relativo al protocollo che in alcuni casi ha generato la rivalità mentre in altri ha notevolmente contribuito ad accelerarla.
Nel 1932, ad esempio, per la celebrazione della festività di S. Rocco, patrono della Contrada della Lupa, non invitò il Priore della Contrada dell'Istrice e "Dopo un fatto di questo genere l'Istrice non poteva far altro che rinunziare all'amicizia, o, meglio per essere più precisi, all'alleanza della scontrosa vicina, e vi rinunziò" .
Le rivalità spesso sono paradossalmente collegate da aggregazioni con le medesime Contrade.
Attualmente questa situazione sussiste per la Civetta alleata dell'Aquila e della Pantera; per l'Onda, alleata con il Nicchio e il Valdimontone; per la Pantera, alleata con la Civetta e il Leocorno, e per la Selva, alleata con la Chiocciola e la Tartuca.
A conclusione di questa breve introduzione e per meglio sintetizzare la filosofia contradaiola vale la pena di proporre un ritornello che spesso viene ripetuto in Contrada "amici di qualcuno, sgabelli di nessuno" come a dire che in Piazza non si guarda in faccia a nessuno, nemmeno all' amico più caro, poiché quel che conta non è correre il Palio ma vincerlo e se questo non si verifica la sola cosa che può cancellarne la delusione è la sconfitta della propria rivale.


FONTE: www.ilpalio.org